Nelli Scilabra ‘superstar’: dopo la Formazione professionale nel caos anche Ersu ed Istruzione

L’ASSESSORE MOSTRA UN’INVIDIABILE COERENZA NEL GETTARE A MARE TUTTO CIO’ CHE HA A CHE FARE CON LA SUA AMPIA DELEGA GOVERNATIVA. PER IL PRESIDENTE CROCETTA E PER IL PD VA BENE COSI’. E PER STUDENTI, UNIVERSITARI E FAMIGLIE SICILIANE? LE CRITICHE DELLA RETE UNIVERSITARIA ITALIANA DI PALERMO

Espropriata l’autonomia scolastica in Sicilia? Questo è il giudizio che si desume dal caos totale in cui versa il sistema dell’istruzione nell’Isola, monco di una benché minima proposta di dimensionamento scolastico regionale. Eppure il Governo regionale ha ereditato un accordo precedente con l’Ufficio scolastico regionale equilibrato che aveva bisogno solamente di piccoli aggiustamenti. Ed invece le cose non vanno proprio così. Anzi tutt’altro!

Perché sarebbe stata espropriata l’autonomia scolastica in Sicilia? E da chi poi? Semplice, l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, forte del via libera dei “pupari” e con in saccoccia la fiducia incondizionata del presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha pensato bene di riporre nel cassetto il dimensionamento scolastico dell’anno scorso, che abbisognava solamente di pochi ritocchi per equilibrare situazioni scolastiche localistiche, come ricordavamo, e provare riscrivere la rete scolastica.

Dalle indiscrezioni assunte, sembrerebbe che alla corte del giovane assessore, “aspirante politica di razza”, vi sarebbero parenti e amici a dare una mano per sanare l’incompetenza sull’ostico argomento. Tecnici provenienti dal mondo scolastico per la verità, che sanno, con ogni probabilità, dove mettere la mani. Ed allora via alle danze, l’ufficio di gabinetto dell’assessore Scilabra si sarebbe trasformato, stando sempre alle citate indiscrezioni, in un vero e proprio cenacolo di idee, laboratorio creativo dove ricevere deputati, sindaci ed amministratori, nell’intento di accontentare tutti gli amici e quelli che vorrebbero diventarlo.

Una “putìa” per usare un termine del luogo, dove sembrerebbero incrociarsi con naturalezza, domanda ed offerta politica di natura quasi familistica. Un sistema architettato per imporre, come qualcuno sostiene, con forzature precisi incarichi dirigenziali a determinati soggetti, modificando all’uopo anche la riorganizzazione scolastica in determinati territori.

Oltre al contenuto, a non convincere gli osservatori, anche il metodo utilizzato dall’esecutivo regionale per trovare una condivisione che sembrerebbe interessare solamente gli “amici” ai fini della emanazione di una rete scolastica regionale dimensionata non alle effettive necessità dell’offerta scolastica, ma in risposta alla bramosia di potere, quello politico ovviamente. E poco importa se quello che potrebbe uscire fuori sarebbe la sintesi di un miscuglio di improvvisazione e prevaricazione. E quando la politica si sostituisce, come in questo caso, alle esigenze provenienti dal basso, cioè dalle scuole, e quindi calpestando l’autonomia scolastica, l’inghippo è sempre dietro l’angolo.

E’ possibile che anche sul dimensionamento scolastico debba giocarsi la partita degli equilibri politici sul territorio del PD e degli amici? È accettabile penalizzare Isole minori, territori svantaggiati o scuole poco avvezze allo schieramento nell’area Pidiessina? A chi interessa una scuola siciliana espropriata per via di scelte squisitamente politiche?

Pare che si stia redigendo un nuovo dimensionamento scolastico che non parrebbe seguire oggettive motivazioni legate al territorio ma interessi soggettivi e personalistici che male fanno all’istituzione scolastica. La politica crocettiana mostra avidità anche in questo settore che pare assaltato dalla smania di politicizzare anche l’Istruzione siciliana dopo la Formazione professionale. Senza contare ai ritardi ingiustificati accumulati dall’amministrazione regionale nei mesi scorsi, ben oltre la scadenza del 31 gennaio 2014 fissata dal ministero per l’Istruzione, l’Università e la ricerca (Miur) per il caricamento dei dati sul sistema per ridefinire la nuova mappa della rete scolastica siciliana.

Una condizione inaccettabile che rivela l’incapacità dell’amministrazione di operare scelte nell’interesse della scuola nascondendosi dietro presunte pratiche democratiche che appaiono più come un mercatino dove s’incontrano i politici e gli amici per mettersi d’accordo su come incidere politicamente sul territorio. Anche i sindacati hanno lanciato l’allarme sulla disastrosa situazione. Loro proprio non ci stanno a questo modo di fare che sembra essere anni luce distante dalle reali esigenze delle istituzioni scolastiche. Ed infatti nei giorni scorsi hanno abbandonato il tavolo regionale sul dimensionamento della rete scolastica siciliana per l’anno 2014/2015, denunciando il mancato rispetto degli impegni già assunti nel primo incontro del 6 febbraio scorso, dall’assessorato regionale all’Istruzione e Formazione professionale.

I sindacati lamentano anche l’inadempienza rispetto al percorso individuato nel maggio 2013 al termine dei lavori che hanno portato al dimensionamento “emergenziale” effettuato per il corrente anno scolastico.

Non va meglio al mondo universitario, dal quale proviene l’assessore Scilabra, essendo una laureanda in giurisprudenza. Sulla situazione precaria e caotica in cui versano gli Enti per il diritto allo studio universitario (Ersu), nulla di nuovo è successo. Dalle colonne di questo giornale abbiamo già trattato l’argomento che mette a serio rischio in Sicilia il diritto allo studio, garantito dalla Carta costituzionale.

Dopo oltre un anno dall’insediamento alla delega sugli Ersu, la Scilabra ha solo fatto propaganda e annunci senza concretezza, utili, ma non troppo visti i risultati, a far pesare il proprio ruolo nelle recenti elezioni universitarie, peraltro perse sonoramente. È scandaloso l’atteggiamento del giovane assessore universitario che quasi sembra godere nel tenere in condizioni precarie alcuni Ersu siciliani. Che sia la reazione scomposta per aver perso le elezioni per i nuovi rappresentanti degli studenti nei Consigli di Amministrazione degli Enti?

Per non parlare, ovviamente, del fatto che gli Ersu sono tra quegli enti regionali rimasti senza soldi a causa di una Finanziaria regionale sballata.

A confermare lo scempio in atto attuato dalla Scilabra riportiamo le denunce desunte da un recente articolo pubblicato sul sito di Rete universitaria italiana di Palermo (Run).

“Il diritto allo studio in Sicilia continua ad essere maltrattato. Non possiamo che essere sconcertati per le ultime scelte dell’assessorato all’Istruzione che ha deciso di ridurre ulteriormente il contributo per il funzionamento degli Ersu siciliani, che passa dai 16,212 milioni di euro del 2013 ai 14,917 per il 2014. Contributo di funzionamento che negli anni ha già subito forti tagli. Solo nel 2010 ammontava a poco più di 23 milioni di euro. Questo non è che l’ennesimo atto che mortifica il diritto allo studio e purtroppo non sembra essere l’ultimo. Le diverse vicende che tanto hanno fatto discutere, dal mancato rinnovo della rappresentanza studentesca nel mese di maggio del 2013, al nuovo regolamento sul servizio di ristorazione (poi sospeso), fino ad arrivare all’erogazione delle borse di studio con più di 6 mesi di ritardo, non hanno visto la loro fine nell’elezione dei nuovi rappresentanti degli studenti nel Consiglio di Amministrazione dell’Ersu. Infatti, gli studenti risultati vincitori nella competizione elettorale conclusasi il 4 dicembre, oltre a non essere stati integrati all’interno del Cda dell’Ente mancando ancora il decreto di nomina da parte dell’Assessore all’Istruzione Nelli Scilabra, non possono esercitare il loro mandato in quanto non sono state rinnovate le altre componenti del consiglio di amministrazione, ovvero quella dei docenti e del rappresentante degli studenti dell’Accademia, e soprattutto non è ancora stato nominato il nuovo presidente dell’Ersu di Palermo che consentirà al CdA di ritornare ad operare. L’Ersu di Palermo inspiegabilmente continua quindi ad essere senza un Consiglio di Amministrazione, senza un presidente, senza un commissario, considerato che la nomina dell’architetto Giuseppe Amodei è scaduta lo scorso 20 dicembre, e senza un bilancio approvato”.

Il collasso per l’Ersu di Palermo è prossimo. Non sta meglio Messina dove continua a mancare il consiglio di amministrazione e da qualche tempo anche il commissario, scaduto e non rinnovato. A rischio tutti i servizi in favore degli studenti come le borse di studio o le mense.

Ad Enna la situazione sembrerebbe sotto controllo ma ricordiamo che vige una situazione ai limiti di legge. Questo giornale ha già affrontato la questione che vede, ancora oggi, un funzionario direttivo e non un dirigente come prevede la legge regionale, esplicare il ruolo di direttore dell’Ersu senza averne titolo e nominato, non già, come prevede la normativa dal dirigente generale del dipartimento istruzione e formazione professionale con proprio decreto, ma dal presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ente. Che siano amici o legati da profondi ideali politici i due? Chissà! Un pastrocchio che delineerebbe una maniera spregiudicata di gestire la cosa pubblica. Anche in questo caso nessuno sembra intervenire per fare chiarezza e ripristinare le regole.

Solamente Catania sembra un’isola felice, non fosse altro perché esiste un consiglio di amministrazione che funziona pure. Manca sempre la figura del direttore, ma per questo c’è tempo. Scilabra permettendo.

 

 


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