Venerdì 6 Marzo alle 18.00 a Palermo, nei locali della poliedrica libreria Dudi, verrà presentato il libro “Giufà Il Semplice”, edito da Euno, scritto da Sara Favarò e illustrato dall’artista del Kurdistan Iracheno Fuad Aziz che terrà, sabato 7, il laboratorio di racconto e illustrazione «C’era e non c’era».
Fuad Aziz, classe 1951, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Baghdad nel 1974 e prosegue i suoi studi diplomandosi nel 1977 all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove vive ancora oggi.
Le sue sculture fanno parte delle prestigiose collezioni in Italia ed all’estero, e partecipa a numerose mostre di illustrazioni e testi per l’infanzia. Inoltre, è membro fondatore della Biblioteca di Pace a Firenze , dove cura la «Collana Colorata». Fuad Aziz ha fatto e fa della fiaba oggetto di studio e considera la cultura della fiaba un fondamentale strumento di comunicazione e scambio tra culture: «Vengo da un paese in cui la fiaba ha avuto un posto importante. Fa parte della tradizione popolare e viene tramandata di generazione in generazione, restando in questo modo un vincolante ma costruttivo strumento di comunicazione e socializzazione. Sul piano culturale, raccontare una fiaba ai bambini, insegna loro la buona morale in modo leggero e conservando tutte le sfumature della tradizione culturale d’origine».
Parlando di storie per bambini, Giufà è un personaggio che, pur nascendo dalla tradizione orale siciliana, diventa presto parte del più complesso retaggio italiano ma, a quanto pare, non solo.
Fuad conosce bene Giufà e i racconti di cui è protagonista, è cresciuto ascoltando gli aneddoti rocamboleschi del credulone ragazzotto vittima di imbroglioni e furbetti. «Giufà è un personaggio mondiale che va anche oltre il Medio Oriente. Le sue gaffes e le sue avventure sono storie raccontate in diversi paesi e lui è conosciuto con diversi nomi, nel mondo arabo ad esempio si chiama Bertoldo e da noi, dove è molto famoso, si chiama Mulla Nasradin. Lo sciocco personaggio in realtà rappresenta anche il saggio, un saggio che vive esperienze divertenti che al contempo possono essere anche tristi».
Fuad racconta che i bambini del Kurdistan attendono che arrivi la sera per rifugiarsi nel racconto di una fiaba. Nei villaggi e per le montagne i più piccoli sono abituati ad apprendere dalle parole degli anziani e sanno sognare attraverso le descrizioni di luoghi sconosciuti e si lasciano stimolare dalle vicende ricche di particolari di personaggi ora esotici, ora tradizionali. Ricorda delle storie che gli permettevano di viaggiare con la fantasia, storie che si diluivano nel tempo infinito delle serate in Kurdistan, arrivando a durare anche settimane o mesi. «Spesso in inverno ascoltavo le storie che mio nonno leggeva da uno dei suoi libri antichi scritti in persiano e li traduceva in kurdo per noi. Accoglievamo anche i bambini delle case vicine e non vedevamo l’ora che arrivasse la sera per ritrovare i personaggi che avevamo lasciato la sera precedente…»
I tempi e i luoghi sono cambiati e oggi la cultura sta vivendo una delle sue epoche più buie, e questo, con le dovute differenti sfumature, in ogni parte del mondo. In Medio Oriente si stanno concretizzando le paure di chi, come Fuad, crede che la cultura e l’arte siano ‘la’ ricchezza di tutte le anime del mondo. «Quello che è successo a Ninive è molto, molto grave, tanto che non so come esprimerla questa gravità. Sia la vita delle persone che la loro cultura sono in condizioni di serio pericolo, perché i criminali dell’Isis sono esseri contro la vita e tutto ciò che ne deriva. Trovo inguardabili le immagini delle statue distrutte a colpi di martello, quelle opere sono la memoria di una civiltà che è stata la culla di tutte le civiltà. Nonostante non pensi che in Occidente possano verificarsi simili scempi, credo sia necessario trovare un modo di difendere il patrimonio mondiale e impedire che si verifichino tali orrori».
Secondo alcuni Giufà non è mai morto, è riuscito a scappare alla morte talmente tante volte che ancora sta scappando e ancora gira per il mondo. La morte di Giufà. Ascanio Celestini.
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