LA STORIA LA RACCONTA IL QUOTIDIANO ON LINE ALGANEWS CON UN ARTICOLO DELLA BRAVA FRANCESCA CAPIZZI
Questa notizia che ci ha particolarmente colpito la leggiamo su Alganews, quotidiano on line diretto da Lucio Giordano. L’articolo è formato dalla nostra brava collega Francesca Capizzi. E’ la storia di un gemellaggio mancato tra due Licei: uno siciliano e l’altro del Nord Italia. Il Liceo siciliano è quello di Castelvetrano, cittadina del trapanese nota alle cronache per essere il luogo d’elezione del grande boss della mafia siciliana: Matteo Messina Denaro.
A quanto ci è dato capire, il preside del Liceo del Nord Italia si sarebbe un po’ spaventato. E avrebbe, se non rinunciato, almeno rinviato il gemellaggio con il Liceo di Castelvetrano.
Nel suo articolo Francesca Capizzi dà la parola a al al dirigente scolastico del liceo siciliano, Francesco Fiordaliso, noto pe rle sue battaglie in difesa della legalità. Che, indignato, dichiara: Ancora una volta, pregiudizi infondati hanno la meglio. Castelvetrano evidentemente fa paura e non è considerato un territorio sicuro per la propria incolumità.
Castelvetrano, l’abbiamo già segnalato, è la città del super boss Matteo Messina Denaro. Ma è anche la città del Parco archeologico di Selinunte, tra i più grandi dEuropa, del mare stupendo e dei dintorni con paesaggi mozzafiato (basti pensare alla foce del fiume Belìce, splendida Riserva naturale).
“Tutto – scrive Francesca Capizzi nel suo articolo – è partito da una proposta fatta dallassociazione ‘Libera’ di Castelvetrano, direttamente al Liceo Giulio Casiraghi di Cinisello Balsamo (alle porte di Milano), per un gemellaggio di una settimana. Un gruppo di studenti del Nord avrebbe alloggiato presso famiglie di studenti del Liceo classico ‘Pantaleo’ e viceversa. Scopo del progetto era quello di uno scambio culturale e soprattutto di solidarietà allazione educativa nel campo della legalità, intrapresa da anni dal preside Francesco Fiordaliso, attraverso convegni, manifestazioni e seminari con magistrati, familiari di ‘vittime della mafia’, associazioni antimafia e per la legalità. Inizialmente, il liceo di Cinisello Balsamo, alle porte di Milano, aveva accettato la proposta di Libera e successivamente con entusiasmo proposto il tutto al liceo castelvetranese. Ma quando tutto era già quasi pronto, il presidente del comitato dei genitori del liceo lombardo, Alberto Campanelli, scrive una breve e scarna comunicazione al preside Fiordaliso, comunicando lannullamento dellattività programmata, essendo venuta meno la disponibilità del docente-accompagnatore. Ma secondo quanto dichiara Francesco Fiordaliso, quella del Liceo Casiraghi è solo una scusa, visto il clima intimidatorio che ultimamente si respira a Castelvetrano e non solo. Il presidente del comitato dei genitori del liceo classico-scientifico-linguistico di Cinisello Balsamo, Alberto Campanelli, da un lato smentisce tale ipotesi, dallaltro dimostra di conoscere bene gli eventi malavitosi che nellultimo periodo hanno infangato Castelvetrano e lo stesso preside Fiordaliso”.
Francesca Capizzi riporta il contenuto di una telefonata che suscita molta amarezza. Smentisco lipotesi di Fiordaliso – ha dichiarato telefonicamente Campanelli – visto che non abbiamo un accompagnatore per i nostri studenti, anche se ci rendiamo conto delle difficoltà nella quale il Liceo ‘Pantaleo’ e il territorio castelvetranese in generale opera, caratterizzato da continui soprusi e ricatti. Ho seguito in tv e tramite i giornali gli arresti eseguiti nelle ultime settimane, come quello della sorella di Matteo Messina Denaro, Patrizia Messina Denaro. Esprimiamo solidarietà a tutti quelli che vivono ed operano in territori cosi difficili. Faremo di tutto per venire in Sicilia prima possibile.
Di fatto, la mafia fa molta paura. Commenta ancora il preside Francesco Fiordaliso: Nellimmaginario collettivo della gente del Nord, in questo caso del liceo ‘Casiraghi’, in Sicilia ci sono ancora situazioni di pericolo per chi la viene a visitare. Da una parte si lodano le iniziative contro le mafie, dallaltra parte si rimane a distanza, perché prevale la paura di essere coinvolti anche fisicamente.
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