Librino, la porta è aperta

Chissà se Librino aveva mai vissuto una giornata del genere. Chissà se tanti bambini avevano già riempito di gioia i suoi viali. Chissà quante volte si erano udite, tra i palazzi mai ultimati e i tanti rifiuti ai bordi delle strade, tante parole di speranza.

Poco importa sapere se quella di ieri è stata la prima volta, l’importante è che sia capitata.

E questo grazie al lavoro di Antonio Presti e di tutti gli artisti che hanno collaborato al progetto che ha visto finalmente ultimata e inaugurata la splendida “Porta della Bellezza”. Questa, monumentale, opera d’arte a cielo aperto ha un preciso obiettivo; riqualificare la zona della città che più di ogni altra subisce i colpi dell’indifferenza, della cattiva amministrazione e della povertà che spesso ne deriva.

La pioggia, per fortuna non continua, non ha rovinato la festa. I tantissimi bambini delle scuole che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera hanno così potuto godere della cerimonia di inaugurazione di un progetto che sentivano anche un po’ loro.

Sono circa 9000 le mattonelle di terracotta plasmate dalle loro mani, quindici opere realizzate da artisti nazionali per coprire 500 metri di quello che prima era semplicemente un anonimo, freddo, cavalcavia di cemento. Uno dei tanti. A ornare i suoi muri ci sono anche i componimenti che accompagnano le opere, tutte ispirate al tema della grande Madre.

Appena tolti i teloni bianchi da ognuna delle sculture, i piccoli artisti si sono fiondati su di esse alla ricerca della pietra, del tassello, del disegno fregiato dall’incisione indelebile della loro firma. I più fortunati hanno subito trovato le loro piccole opere d’arte, altri hanno invece dovuto pazientare un po’ prima di trovare il proprio nome e porterlo finalmente urlare alla maestra e ai compagni con orgoglio.

A giudicare da quanto visto, dalla felicità dipinta sui volti di ognuno dei presenti, si è già raggiunto un risultato. Un migliaio, e forse più, di catanesi non hanno avuto la minima preoccupazione a trovarsi, forse per la prima volta, in una di quelle che solitamente vengono definite “zone di frontiera”. A chi è venuto in mente di trovarsi proprio in quelli stessi viali resi celebri dalle immagini dei telegiornali, sullo sfondo di una delle tante storie di delinquenza cittadina?

Al quartiere, nonchè alla città intera, è stata regalata molto più di una semplice opera d’arte. E’ stata regalata la possiblità di diventare qualcosa di diverso, con la speranza che i librinesi siano i primi a tutelare questa”loro” proprietà.

Si rincorrono le voci di possibli ulteriori progetti che riqualifichino altre zone di Librino. Nel frattempo la “Porta della Bellezza” è già diventata “La porta della Speranza”.

francescocurro

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