I metalmeccanici della Fiom Cgil saranno domani di nuovo in piazza a Palermo con il leader Maurizio Landini per la quarta manifestazione nazionale, dopo Milano, Napoli e Cagliari, nell'ambito dello sciopero generale del settore contro le politiche economiche e la riforma del mercato del lavoro del governo Renzi
Landini al fianco degli operai di Palermo Domani, il corteo nelle piazze
I metalmeccanici della Fiom Cgil saranno domani di nuovo in piazza a Palermo con il leader Maurizio Landini per la quarta manifestazione nazionale, dopo Milano, Napoli e Cagliari, nell’ambito dello sciopero generale del settore contro le politiche economiche e la riforma del mercato del lavoro del governo Renzi e «contro la riduzione dei diritti, dei salari e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro». Due le vertenze simbolo della tappa siciliana della mobilitazione: quella della Keller, che sabato licenzierà 190 dipendenti, e quella dell’ex Fiat di Termini Imerese dove un migliaio di operai se non si trovano soluzioni perderanno il lavoro a fine anno. Ma in Sicilia preoccupa anche la mancanza di investimenti sulla microelettronica, e non si contano le crisi aperte. Solo a Palermo e provincia, negli ultimi anni sono andati perduti 2.500 posti di lavoro e le aziende in difficoltà sono oggi 175. Finmeccanica sta dismettendo importanti realtà produttive, AlsaldoBreda rischia di chiudere, la sede di Telespazio sta per essere smobilitata. Sono inoltre scomparse o sono state ridimensionate realtà come l’Italtel, dove la metà dei 203 dipendenti è in cassa integrazione o con contratto di solidarietà.
Il corteo domani partirà alle 9.30 da piazza Croci. In piazza Verdi poi il comizio di Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom Sicilia, Michele Pagliaro, segretario della Cgil regionale e di Maurizio Landini. «E’ un’iniziativa contro il Jobs act e la legge di stabilità – dice Mastrosimone – ma anche per chiedere un piano straordinario di investimenti pubblici e privati in tutti settori recuperando le risorse con una seria lotta all’evasione fiscale, al lavoro nero, all’illegalità e alla corruzione. Chiediamo inoltre -aggiunge il sindacalista- il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione per tutti». Il segretario della Fiom Sicilia sottolinea che «la richiesta di maggiori investimenti per il rilancio di un’industria sostenibile sotto il profilo ambientale e’ rivolta anche alla regione».