«Il Comune è stato l’esattore dello sport» Le società in piazza per lanciare l’allarme

«A settembre Catania rischia che società storiche della pallanuoto, del calcio a cinque o del beach soccer non siano più in grado di iscriversi ai campionati di prima categoria e facciano la fine dell’Amatori, costretto a ricominciare dalla serie C». E’ un grido di disperazione quello che sale dal mondo dello sport etneo. Un sos lanciato da Giuseppe Bosco, presidente della squadra cittadina di beach soccer e portavoce del consorzio Catania al Vertice. Una realtà nata a gennaio dall’unione di 17 società di pallavolo, pallanuoto, calcio, football americano, canoa polo, basket, pallamano e rugby e che oggi si trova davanti ad un bivio. «O le istituzioni ci aiutano, o lo sport di vertice in questa città muore», sottolinea Bosco. Per questo lunedì in piazza Duomo si terrà un flash mob. Per la prima volta lo sport etneo scende in strada a manifestare. «Fino ad oggi il Comune è stato il nostro esattore – spiega il presidente di Catania beach soccer – ogni anno incassa 300mila euro dalle 17 società del consorzio per l’uso degli impianti pubblici, in cambio riceviamo un servizio inesistente come le tribune inagibili o le docce senza acqua calda. Adesso basta».

Sono passati quattro mesi dal lancio di Catania al vertice, iniziativa benedetta dal sindaco Enzo Bianco e dal consulente allo sport Fabio Pagliara. «Ci siamo uniti per dare una direzione allo sport, cercare nuove soluzioni ai problemi che bloccano lo sviluppo di questo settore: i contributi regionali e comunali non esistono più, mentre gli sponsor sono quasi scomparsi a causa della crisi», sottolinea Bosco. A fronte di questa situazione il consorzio chiede un provvedimento immediato: l’utilizzo gratuito per il prossimo anno degli impianti sportivi comunali per gli allenamenti e le partite. «Per portare in alto Catania servono aiuti concreti». Gli assessori al Bilancio Giuseppe Girlando e allo Sport Valentina Scialfa hanno partecipato in questi mesi a una serie di incontri con i rappresentanti delle società. «C’è un’apertura su questo punto da parte dell’Amministrazione – anticipa il portavoce del consorzio – Girlando ha promesso che non faranno morire lo sport di vertice catanese per continuare a ricavare 300mila euro». La Regione è il secondo interlocutore a cui le società chiedono un contributo per sostenere le spese delle trasferte. Che, per squadre di livello internazionale come l’Orizzonte di pallanuoto, possono arrivare anche a 20mila euro a partita. Come successo per i quarti di finale di Eurolega disputati a febbraio contro l’Ugra Khanty Mansyisk, in Siberia.

Alla richiesta di intervento immediato dovrebbe seguire un nuovo accordo tra le società e il Comune. «Nel 2008 una decina di impianti comunali sono stati affidati in convenzione a gente che non ha nulla a che fare con lo sport di vertice, alcuni di questi soggetti sono entrate per motivi di lucro, non certo per creare progetti di sviluppo», denuncia Bosco che pone l’attenzione su un altro punto, a suo modo di vedere anomalo, della convenzione di sei anni fa. «Si affidava alle società la manutenzione straordinaria delle strutture, una cosa assurda e in un caso tragica: quando Francesco Scuderi (presidente della Strano Light Nuoto Catania ndr) salì sul tetto della piscina di via Zurrìa e perse la vita. Un accordo oggi non riproponibile anche alla luce della cronica mancanza di risorse», continua l’imprenditore.

Il consorzio chiede invece che in futuro il canone di pagamento annuale sia ad un prezzo politico e che il Comune si faccia carico della manutenzione straordinaria. La trattativa è in corso e durerà ancora molti mesi. «Ma se non si chiude, scenderemo in piazza ogni volta che sarà necessario», conclude Bosco. Intanto, il primo appuntamento c’è già: il flash mob di lunedì mattina, dal titolo Diritto allo sport? Una palla. La manifestazione prevede un allenamento di protesta degli atleti davanti Palazzo degli Elefanti, seguito da palleggi e fischi per due minuti.

[Foto di Catania al vertice]

Salvo Catalano

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