Il ‘bollino’ antimafia di Confindustria Sicilia

“Antonello Montante presidente degli industriali siciliani? Mi fa piacere. Così finalmente l’anima nera ci metterà la faccia. Fino ad oggi è stato nell’ombra. D’ora in poi sarà tutto più chiaro”.

Salvatore Moncada, titolare della Moncada Energy Group, azienda leader nel settore delle energie alternative, stabilimenti in mezzo mondo (il gruppo ne ha anche uno in Sicilia, a Campofranco: impianto che, come vedremo, lavora a ranghi ridotti), qualche anno fa la lasciato Confindustria Sicilia sbattendo la porta. In polemica, neanche troppo velata, con i vertici di questa organizzazione e, in particolare, con l’allora presidente, Ivan Lo Bello, e con lo stesso Montante.

Oggi che Montante ha preso il posto di Lo Bello abbiamo deciso di fare una chiacchierata con questo imprenditore che l’internazionalizzazione la fa per davvero. Moncada opera, come già accennato, nel settore delle energie alternative: eolico e, sopprattutto, solare.

– Prima domanda quasi d’obbligo: come vanno le cose?

“Fuori dalla Sicilia bene. Qui un po’ meno”.

– Perché?

“Discorso lungo. Quello che posso dire è che, intanto, proprio in questi giorni, abbiamo fatto partire un paio di denunce”.

– Contro chi?

“Contro quelli che ci creano problemi. Le sembra corretto che, proprio mentre una banca sta deliberando un finanziamento al nostro gruppo, vengono pubblicati articoli denigratori nei nostri riguardi? Fino ad oggi abbiamo sopportato. Ora abbiamo deciso di passare al contrattacco”.

– Entriamo subito in argomento. Antonello Montante…(nella foto sotto,ndr)

“E che debbo dire? Quando denunciavo che in Confindustria Sicilia si faceva politica ho ricevuto critiche feroci. Invece dicevo la pura verità. Perché non andate a spulciare tra le carte dell’Ast?”.

Si riferisce all’Azienda siciliana trasporti?

“Per l’appunto”.

-Che succede all’Ast?
“
Succede che il signor Antonello Montante sta cercando di acquistarla. Non lo dico io: lo dicono i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. E’ in atto un tentativo di condizionare la privatizzazione. E non si tratta di un’operazione di poco conto, se consideriamo che la Regione, ogni anno, spende per l’Ast circa cento milioni di euro”.

Lei è sempre così battagliero?

“Ho combattuto e combatto sempre l’arroganza di chi mi vuole opprimere. Qui in Sicilia il mio gruppo ha investito circa ottanta milioni di euro nella fabbrica di pannelli fotovoltaici di Campofranco. Nonostante l’investimento – e i posti di lavoro che ilio gruppo ha creato in Sicilia – non ho avuto una sola autorizzazione per impiantare pannelli solari. Siamo riusciti a piazzare solo piccoli impianti in deroga alle autorizzazioni regionali. Per i grandi impianti, che si realizzano a terra, non ho avuto una sola autorizzazione”.

– Perché?

“Questa domanda la dovrebbe porre all’attuale governo regionale. Le posso dire che il signor Ivan Lo Bello, in socetà con altri, ha messo all’incasso ben due autorizzazioni. Mentre il mio gruppo, che ha presentato i progetti tre anni prima, nulla. E parlo di decine di progetti. Così vanno le cose in Sicilia”.

– Chi era l’assessore regionale?

“Marco Venturi” (nella foto sotto)

Che è amico di Montante.

“Esatto”.

Avete contestato questo sistema?

“Eccome! Ma non è vertito a nulla”.

– Oggi l’assessore che si occupa di energia e Giosuè Marino. Va un po’ meglio?

“Marino è una degnissima persona. Ma oggi…”.

– Oggi?

“Oggi non è più conveniente lavorare dalle nostre parti. Perché non ci sono più gli incentivi. Oggi è più conveniente realizzare gli impianti all’estero”.

Lo sa che in giro circola una sua battuta? Sembra che lei abbia fatto i complimenti all’attuale governo regionale. Sembra che l’attuale esecutivo abbia addirittura realizzato una sorta di Ice siciliana…

“Confermo. Ho fatto i complimenti all’assessore regionale Gaetano Armao. Gli ho detto: assessore, siete gli unici, in oltre sessant’anni di autonomia, ad aver realizzato una sorta di Istituto per il commercio con l’estero. Nel senso che, ho specificato, siete gli unici ad ‘aiutare’ le imprese siciliane ad andarsene dalla Sicilia…”.

Un bel complimento…

“Già”.

– Ci tolga una curiosità: perché la Sicilia non riesce a primeggiare nell’energia solare? Con il sole che c’è la nostra Isola dovrebbe essere la prima regione d’Italia in questo settore. Invece…

“Bella domanda. Mentre la risposta, purtroppo, è banale”.

Ovvero?

“Certi signori pensavano di gestire le autorizzazioni facendo i propri comodi. In realtà, gli impianti si realizzano quando sono disponibili le agevolazioni. In Sicilia è avveuto che, quando erano dispinibili le agevolazioni non si rilasciavano le autorizzazioni. O meglio, si rilasciavano solo agli amici. Il risultato è che la Sicilia, oggi, in materia di energia solare, è all’ottavo posto. Mentre, come ha detto giustamente lei, dovremmo essere, se non al primo posto, di certo fra i primi ttre posti”.

E oggi?

“Oggi non ci sono più gli incentivi. La Puglia è al primo posto. Mentre da noi il solare è una mezza beffa”.

Parliamo un po’ di attualità. avrà letto i giornali. Sembra che la posizione del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, si sia agggravata. I magistrati ipotizzano l’ombra della mafia sulle elezioni regionali del 2008. Che pensadi questa storia?

“Guardi, del presidente Lombardo si occupuano i magistrati. Io mi soffermerei, invece, su certi personaggi che hanno fatto della legalità il proprio vessillo”.

Per esempio?

Per esempio l’assessore regionale Marco Venturi (nella foto accanto, ndr): ha sempre predicato antiracket e antimafia. Come fa, oggi, a fare parte di un governo il cui presidente è inquisito per mafia? E che dire di Ivan Lo Bello? Come mai, su questa vicenda, non ha spiccicato una parola? Eppure, se non ricordo male, lo stesso Lo Bello, quando è esploso il Movimento dei Forconi, ha parlato subito di mafia. Anche a sproposito, a mio avviso. Oggi, invece, tace. Chissà perché. Per non parlare del neo presidente di Confindustria Sicilia, il già citato signor Montante: come mai non ha nulla da dire su questa storia?”.

– Cos’è, per lei, Confindustria?

“E’ una domanda che mi sono posto spesso. Sicuramente, per alcuni aspetti, Confindustria ha svolto un ruolo meritorio. Soprattutto negli ultimi anni. Ma ci sono state anche esagerazioni. E strumentalizzazioni. A me, ad esempio, non va proprio giù che debba essere Confindustria ad assegnare, in Sicilia, una sorta di ‘bollino antimafia’ alle imprese. Tutto questo è insopportabile”.

– Quindi?

“Certe volte mi chiedo: Confindustria è un mezzo per condizionare le imprese? In altri Paesi del mondo Confindustra non esiste. Mi chiedo e chiedo, per esempio: perché nessuno spiega ai cittadini italiani come funziona realmente il sostegno alle energie rinnovabili? Confindustria questo non lo fa”.

– Può spiegare meglio il concetto?

“Ancora oggi, sotto la dicitura energie rinnovabiili, i cittadini italiani sostengono, in parte, le raffinerie della Sicilia e della Sardegna che bruciano i rifiuti della raffinazione. Insomma, diciamolo: il 60 per cento dell’energia che gli italiani, con il cosiddetto Cip 6, pagano per rinnovavile non è rinnovabile. Tutt’oggi paghiamo lo smantellamento delle centrali nucleari. Ma questo Confindustria non lo dice per tutelare un proprio associato”.

Una volta lei ci parlò di corsi e ricorsi storici.

“Ne ho parlato anche proposito della mia azienda. Fino a qualche tempo fa nel nostro gruppo lavoravano 280 dipendenti. Oggi sono 230. E, purtroppo, si ridurranno ulteriormente. Non per volontà del nostro gruppo, ma perché l’attuale corso storico lo impone. Non chiudiamo. Andiamo a lavorare in altre parti del mondo”.


A che punto è il progetto per la sua città, Agrigento?

“A buon punto”.

– Lei non è più candidato a sindaco…

“Non solo sono mai stato”.

E la sua fondazione?

“Va avanti, l’ho detto. Abbiamo ristrutturato una scuola e un asilo nido. Abbiamo commissionato uno studio sul turismo ad Agrigento che presenteremo nei prossimi giorni. Provando a spiegare perché il turismo non è decollato nelle nostre zone. Abbiamo firmato una convenzione con l’Università di Agrigento. E stiamo finanziando nuovi scavi archeologici, sempre nella nostra città”.

– Andate alla ricerca del teatro che Alexander Harcastle non riuscì mai a trovare?

“Per l’appunto”.

E le elezioni comunali?

“Non ha una domanda di riserva?”.
– No, perché è l’ultima domanda.

“Che vuole che le dica? In questa campagna elettorale per l’elezione del futuro sindaco di Agrigento si parla di tutto, tranne che di programmi. Polemiche, veleni, invettive. Tutte cose poco interessanti. Ho spesso criticato il sindaco uuscente, Marco Zambuto. Ma rispetto a certi candidati mi sembra l’antipolitca…”.

 

 

Giulio Ambrosetti

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