Garanzia Giovani, Cgil: «A rischio un tirocinio su tre» Nuova misura: prestiti a tasso zero e senza garanzie

Overbooking, esattamente come quando una compagnia aerea vende più biglietti dei posti disponibili. È quello che sta accadendo a Garanzia Giovani, il programma di avviamento al lavoro per gli under 35 disoccupati e non inseriti in percorsi di formazione. Secondo quanto denuncia la Cgil, un terzo dei tirocini rischia al momento di non essere pagato, perché mancano i fondi. Colpa delle stime errate fatte a ottobre, quando in Sicilia il termine per iscriversi è cambiato per ben tre volte, passando prima dal 5 al 15 ottobre, e infine all’8 dello stesso mese. «In pratica – denuncia Andrea Gattuso, il sindacalista che ha curato la guida su Garanzia Giovani – è stato attivato un numero di tirocini che prevede una spesa superiore a quella stanziata dalla Regione. Secondo i nostri calcoli mancano 50 milioni di euro, soldi necessari a coprire un terzo dei tirocini avviati».

Un problema che migliaia di giovani riscontrano nei mancati pagamenti degli ultimi mesi. La gran parte dei tirocinanti che hanno iniziato le loro esperienze a ottobre, non ha ancora ricevuto neanche una mensilità. «Prima i centri per l’impiego (Cpi) hanno avuto problemi organizzativi nel ricevere la documentazione e smistarla all’Inps, poi sono subentrate le difficoltà di liquidità da parte della stessa Inps», spiega Vito Rizzo, gestore di una delle pagine Facebook più seguite e aggiornate, nonché consulente di un’agenzia del lavoro. «La Regione ha fornito ai Cpi due modelli di registri in formato Excel, diversi in base al fondo finanziario da cui attingere, questa cosa ha creato ulteriore confusione in una situazione in cui già ogni centro per l’impiego ha adottato regole tutte sue, in mancanza di direttive precise. Per non parlare – continua Rizzo – del personale, basti pensare che nel Cpi di Palermo, quello che ha avviato più tirocini, fino a poco tempo fa c’era solo una dipendente per smistare le migliaia di pratiche all’Inps, un tappo impressionante». 

Per Garanzia Giovani, programma che attinge da fondi europei e statali, la Sicilia ha avuto a disposizione in totale 178 milioni di euro. Per avviare i tirocini – in totale 47mila 569 – sono stati usati 53 milioni da questo fondo e altri 44 milioni da fondi nazionali. Liquidità che però si sarebbero esaurite, visto che i residui finanziamenti sono stati spesi tra formazione professionale, servizio civile, presa in carico (per ogni tirocinio avviato i centri per l’impiego hanno ricevuto un bonus), e bonus occupazionale, cioè gli incentivi alle aziende che assumono alla fine degli stage. A proposito, i tirocini trasformati in veri posti di lavoro sono stati 2.341, cioè solo il 5 per cento del totale. «Le risorse attualmente stanziate per la misura 5 (tirocini) non sono sufficienti per pagare i 47mila stage attivati, figuriamoci per attivarne di nuovi, la regione chiarisca da dove intende prendere le risorse per pagare tutte le indennità ai ragazzi che aspettano da mesi», sottolinea Gattuso, della Cgil.

In altre regioni d’Italia, infatti, Garanzia Giovani ripartirà con la fase due. «Che prevede novità positive secondo noi – continua il sindacalista -: l’azienda che ospita lo stagista dovrà cofinanziare l’indennità con 200 euro, gli altri 300 euro continuerà a metterli l’Inps. Un fattore importante per dare una scrematura e creare tirocini con una qualità formativa superiore, anche se ovviamente serviranno più controlli per verificare che le aziende non fingano di mettere i soldi». Tuttavia al momento non sembrano esserci le condizioni per far partire questa fase due anche in Sicilia. Nell’Isola invece è previsto, così come per il resto d’Italia, l’avvio del fondo Selfiemployment, cioè prestiti agevolati per i Neet (under 35 che non studiano e non lavorano). Saranno finanziati da Invitalia progetti per un minimo di cinquemila euro e un massimo di 50mila in tutti i settori della produzione di beni, fornitura di servizi e commercio, anche in forma di franchising. Il finanziamento a tasso zero si può richiedere anche senza garanzia e dovrà essere restituito in sette anni. 

Il fondo a disposizione per questa misura è in totale di 51 milioni di euro, di cui 45 destinati ai prestiti. Chi vorrà partecipare deve iscriversi al Programma Garanzia Giovani e partecipare obbligatoriamente a un corso di formazione di 80 ore. Ed è su quest’ultimo punto che cominciano i problemi. «La Regione ha accreditato undici enti (tra cui le tre università siciliane) a tenere i corsi – spiega Rizzo – ma non sono chiare le procedure che i ragazzi devono seguire per partecipare, eppure a livello nazionale il programma è partito l’1 marzo. Senza i corsi, nessuno può presentare la domanda a Invitalia, quindi al momento resta tutto bloccato».


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