Formazione/ Ricorso alla Cassa integrazione: il Cefop passa al contrattacco

L’INCHIESTA SULL’UTILIZZO DELLA CIGD NEL 2012 RISCHIA DI RIVELARSI UNA BUFALA. L’ENTE PRENDE LE DISTANZE DALL’ACCUSA DI TRUFFA E SI DIFENDE PRESENTANDO PRESSO LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PALERMO LE PROPRIE MEMORIE

Depositata dai vertici del Cefop, presso la Procura della Repubblica di Palermo, una memoria corredata da ampia documentazione a difesa delle ragioni dell’ente contro le accuse di truffa annunciate dal presidente della Regione siciliana e dall’assessore regionale per la Formazione professionale, Nelli Scilabra, attraverso le pagine del Giornale di Sicilia del 21 settembre scorso.

A riferirlo, in un comunicato, sono i commissari del Cefop in amministrazione straordinaria, Antoniolli, Falanga e Benedetto.

I commissari dell’ente, si legge nella nota, hanno atteso per una settimana la smentita da parte della Regione siciliana, che non è mai arrivata.

Qualcosa non convince i commissari del Cefop che si sono dichiarati stupiti ed increduli per la notizia riportata dall’organo di stampa e per la mancanza di qualsiasi richiesta di preventivo chiarimento dall’amministrazione regionale. Forse perché dare in pasto a certa stampa la notizia prima dell’acquisizione dei riscontri fa più effetto? Chissà.

Nel riprendere il comunicato stampa, riportiamo un passo della dichiarazione.

“I commissari poi si dichiarano certi che sulla vicenda sarà fatta la massima chiarezza da parte degli organi inquirenti e che saranno individuate le responsabilità di chi ha diffuso notizie così tanto infondate d apparire inverosimili e, al contempo, così perniciose in un momento delicato della procedura di amministrazione straordinaria”.

La presa di distanza dalle accuse di truffa da parte dei commissari del Cefop in amministrazione straordinaria è chiara e, secondo quanto si legge nella nota, supportata dalla documentazione necessaria a dimostrare la regolarità dell’azione.

Proviamo a ricostruire sinteticamente la vicenda così come riportata dall’organo di stampa.

Lo scorso 21 settembre il Giornale di Sicilia pubblica un articolo che annuncia l’apertura di un’indagine da parte della Procura della Repubblica di Palermo su precisa richiesta del presidente Crocetta avanzata al procuratore Leonardo Agueci attraverso il deposito di un dossier. Il presidente Crocetta, riporta l’articolo citato, ha accusato gli enti formativi Ial Sicilia, Aram, Cefop, Ecap e Enfap di truffa ai danni della Regione siciliana per complessivi 8 milioni. Secondo il governatore, gli enti citati avrebbero incassato la Cassa integrazione per i propri dipendenti, posta a carico dell’Inps, continuando ad introitare il finanziamento della Regione destinato agli stipendi. Inoltre, secondo l’assessore al ramo, Nelli Scilabra, ci sarebbe stata “una indebita fruizione del trattamento previdenziale, una duplicazione di spesa per lo stesso personale, che ha portato a un danno di almeno 8 milioni di euro”.

Vengono richiamate dall’organo di stampa le ragioni che avrebbero spinto gli enti, tra cui il Cefop, a beneficiare della Cassa integrazione nel periodo in cui già fruivano del finanziamento regionale. Qualcosa non convince nei fatti narrati rispetto a quanto accaduto nel 2012, anno in cui sarebbe maturata la truffa. La posizione del Cefop e la difesa depositata in Procura potrebbe interessare anche altri enti tra quelli sotto accusa.

Va subito chiarito che nel 2012 il Governo regionale dell’allora presidente Raffaele Lombardo aveva garantito al Parlamento siciliano oltre che ad enti e lavoratori l’avvio della prima annualità dell’Avviso 20/2011 a marzo. Cosa che non è avvenuta, anzi, il dirigente generale dell’epoca, Ludovico Albert, allungò l’attività formativa, finanziata dal Piano regionale dell’offerta formativa (Prof) del 2011, fino al maggio 2012. Costringendo, di fatto, gli enti formativi a garantire al proprio personale il pagamento degli stipendi con un finanziamento ridotto. Riduzione dovuta sia ad un minore finanziamento del Prof 2011 rispetto al 2010 di circa il 6 per cento, sia per il sopravvenuto obbligo di pagare 17 mensilità con un finanziamento assegnato per 12. La conseguenza naturale è stata la formazione, in tantissimi enti, compreso il Cefop, di esuberi di personale. Motivo che ha spinto gli enti ad avviare le procedure di mobilità e richiedere l’accesso alla Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) per evitare massicci licenziamenti.

Non è tutto. Lo slittamento dell’avvio della prima annualità del citato Avviso 20, da marzo a giugno e poi a settembre, ha ulteriormente appesantito il dissesto finanziario degli enti formativi. E, come ciliegina sulla torta, va aggiunto che gli enti formativi, dopo aver avviato le attività d’aula, hanno ottenuto come prima anticipazione sul finanziamento accordato con l’Avviso 20, non già il 50 per cento, ma solamente il 25 per cento, eppure in ritardo rispetto ai tempi dettati dalle procedure, mettendo in ginocchio gli enti formativi e penalizzando i lavoratori in parte destinatari di lettera di licenziamento.

Non conosciamo il dossier depositato dal presidente Crocetta, né le risultanze dell’indagine amministrativa avviata dall’assessore Scilabra, ma è il caso di precisare che la duplicazione dei benefici (truffa) dovrebbe riguardare l’ipotesi in cui per lo stesso lavoratore e per lo stesso periodo di lavoro l’ente incasserebbe la quota di finanziamento ed il dipendente l’indennità di casa integrazione. Se, invece, l’ente pone in Cigd una parte dei lavoratori, perché in esubero, e contestualmente prosegue l’attività con la rimanente parte dei dipendenti, pagando questi ultimi con il finanziamento, non si comprende dove starebbe la truffa.

Lo ripetiamo, non entriamo nel merito di quanto descritto attraverso il dossier dal Governo regionale, né conosciamo le tesi addotte dai commissari del Cefop a discolpa. La vicenda, però, getta fango ancora una volta sul settore della formazione professionale e non vorremmo che, alla fine della giostra, questa vicenda si dimostri una bufala.

Giuseppe Messina

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