Badava ai cani, dirigente di polizia rimossa Avrebbe negato la presenza dei randagi

Poliziotti che interrogano altri poliziotti. La scientifica che reperta alcune ciotole contenti cibo per cani. La Digos alla ricerca di alcuni bastardini. Un’indagine per cui sono stati acquisiti anche i video delle telecamere a circuito chiuso. Chi si fosse trovato a passare lo scorso 17 settembre al commissariato di Nesima, avrebbe assistito a questa insolita scena. Una ventina di uomini inviati dal questore Salvatore Longo, presente in prima persona insieme al vicario, hanno fatto ispezione nell’edificio per verificare la presenza dei cani randagi che, effettivamente, trovano spesso rifugio e assistenza nel cortile del commissariato, guidato dalla dirigente Adriana Muliere, convinta animalista. Alla fine della visita, la Muliere è stata rimossa e trasferita in un altro ufficio della Questura. «Un comportamento inaudito e sproporzionato», secondo il sindacato di polizia Ugl, di cui la dirigente fa parte, che ha chiesto la destinazione ad altro incarico del questore. In questi giorni sono arrivati numerosi attestati di solidarietà alla Muliere e il caso è arrivato anche in Senato, grazie all’intervento di un senatore catanese del Movimento cinque stelle, Mario Giarrusso. Ma dietro l’azione di forza del questore, apparsa sproporzionata, ci sarebbe un antefatto.

Le prime lamentele per la protezione che la Muliere assicura ai cani che stazionano in piazza Eroi d’Ungheria sarebbero arrivate alle orecchie del questore da parte di alcuni colleghi della dirigente. Secondo fonti interne alla polizia, Longo avrebbe telefonato per chiedere spiegazioni, ricevendo però rassicurazioni da parte della funzionaria che avrebbe negato la presenza di animali all’interno del commissariato. Diversa invece la versione del sindacato Ugl, secondo cui la Muliere «aveva ben rappresentato per iscritto della presenza di cani nell’adiacente piazza Calì, regolarmente microchippati e sterilizzati, evidenziando che due di essi di piccola taglia sono soliti entrare attraverso le sbarre del cancello del commissariato».

La vicenda torna all’attenzione del questore qualche tempo dopo. La sala operativa riceve una telefonata da parte di alcuni residenti della zona che si lamentano della presenza dei randagi. I colleghi chiamano in commissariato per chiedere informazioni. A rispondere è il piantone che ingenuamente ammette che i cani si trovano proprio nel cortile. L’indomani, la Muliere, venuta a sapere della telefonata, avrebbe quindi rimproverato il piantone, trasferendolo d’ufficio. Una decisione che avrebbe fatto scattare le lamentele di un sindacato e la successiva ispezione in grande stile del 17 settembre.

Negli ultimi giorni la storia ha suscitato molte reazioni, superando i confini di Catania. «I poliziotti sono stati interrogati da colleghi come criminali solo perché davano da mangiare a cani di quartiere – ha tuonato il 25 settembre nell’aula del Senato il senatore grillino Giarrusso – Ci sarebbe da ridere se non fosse che la dirigente rimossa è una persona qualificata e faceva indagini su grossi gruppi commerciali nell’area di influenza del commissariato. Non vorremmo che dietro questa rimozione ci fossero interessi politico-affaristici-mafiosi che la dirigente ha calpestato». Quindi il parlamentare ha promesso che «uno dei primi atti della commissione antimafia (di cui Giarrusso fa parte ndr), sarà vedere di cosa si stava occupando questa dirigente».

Fonti di polizia riferiscono che, qualche giorno dopo l’ispezione, il questore sarebbe tornato in visita al commissariato. In quell’occasione avrebbe spiegato di non avere nulla contro i cani randagi e avrebbe lasciato liberi i poliziotti di prendersene cura, ma solo dopo aver provveduto ad una raccolta firme tra i colleghi e garantendo igiene e sicurezza.

Il sindacato Ugl ha indetto un sit-in di protesta in piazza Università, che si terrà questa mattina. La Muliere lo scorso febbraio ha deciso di cambiare sigla sindacale, passando dalla Siap proprio all’Ugl. Nell’occasione del passaggio la dirigente scriveva: «Tutti sanno che non mi sono mai piegata davanti ad un sopruso o ad una ingiustizia, a costo di farmi vendicativi nemici. Ed è proprio il mio essere fedele ai principi etici e morali che mi ha portato a questo importante cambiamento». Nei giorni scorsi il segretario della Siap, Tommaso Vendemmia, è intervenuto in difesa del questore: «Il nostro sacrificio quotidiano è stato ridicolizzato e spettacolarizzato da questo episodio di cui pochi conoscono la verità», ha affermato Vendemmia.

[Foto di Fco Blanco]

Salvo Catalano

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