Sette dirigenti hanno ricevuto in totale 590mila euro quando hanno ricoperto incarichi onorifici in enti parastatali (partecipate, strutture emergenziali). Ma quelle somme, per legge, sarebbero dovute rimanere nelle casse della Regione
Finanza sequestra 150mila a tre dirigenti della Regione Altri 4 prescritti, compensi illegittimi per incarichi extra
Tre dirigenti regionali sono accusati di aver incassato compensi aggiuntivi, oltre il loro stipendio da funzionari apicali, quando hanno ricoperto incarichi onorifici, cioè conferiti su designazione dell’amministrazione di appartenenza (la Regione) o dati direttamente dall’amministrazione di appartenenza, andando contro quanto stabilisce la legge. La Guardia di finanza di Palermo ha quindi eseguito un sequestro preventivo di 150mila euro a carico di Calogero Foti, dirigente della Protezione Civile Regionale, Gianluca Salvatore Galati Casmiro, già dirigente esterno della Regione siciliana e Pietro Lo Monaco, già dirigente di ruolo (oggi in quiescenza) della Regione Siciliana. Altri quattro dirigenti regionali sono stati indagati per lo stesso motivo, ma sono stati prescritti perché il reato sarebbe maturato troppo indietro nel tempo. In totale quindi, i sette dirigenti coinvolti hanno percepito 590mila euro che non gli spettavano.
Rispettivamente a Foti sono stati congelati 7.808 euro, pari al 50 per cento dei compensi percepiti per l’incarico aggiuntivo di componente della struttura commissariale costituita su disposizione della Presidenza del Consiglio nel 2009 per fronteggiare i gravi dissesti idrogeologici che hanno interessato il territorio della Provincia di Messina (svolto in aggiunta a quello di dirigente di ruolo nell’ambito del Dipartimento di Protezione civile). A Galati Casmiro sono stati sequestrati 12mila euro, importo pari ai compensi percepiti per l’incarico di Presidente dell’Assemblea dei Partecipanti del Fondo Immobiliare Pubblico della Regione Siciliana (FIPRS), aggiuntivo rispetto quello di dirigente esterno del Dipartimento regionale dell’energia. Per questi due dirigenti il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto configurato il meno grave reato di peculato mediante profitto dell’errore altrui, con conseguente prescrizione delle condotte commesse tra il 2009 e il 2011.
Per Lo Monaco, invece, il provvedimento più consistente: 134.142 euro, per i compensi incassati per gli incarichi di soggetto attuatore delle strutture commissariali costituite nel 2009, su disposizione della Presidenza del Consiglio, per fronteggiare i gravi dissesti idrogeologici che hanno interessato il territorio della Provincia di Messina e, nel 2011, a fronte dell’eccezionale flusso di migranti dai Paesi del Nord Africa. Tali incarichi si sono aggiunti a quello di dirigente generale del Dipartimento della Protezione civile regionale. La cifra sequestrata è più ingente in quest’ultimo caso perché è stato lo stesso Lo Monaco a sottoscrivere i dispositivi di pagamento a suo favore, motivo per cui il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto configurata, nei suoi confronti, la più grave ipotesi di peculato.
Le somme sono ritenute illegittime perché la legge stabilisce che, nel caso di incarichi onorifici assegnati dalla Regione, o su designazione della stessa, a un proprio dirigente per andare a ricoprire un ruolo in enti parastatali (società partecipate, strutture emergenziali, ecc), vige il prinicipio del trattamento omnicomprensivo. I dirigenti cioè non possono ricevere pagamenti aggiuntivi al proprio stipendio. Il compenso in più per il nuovo lavoro non deve finire nelle tasche dei dirigenti, ma nelle casse della Regione. Con un distinguo: se si tratta di un dirigente generale, il compenso resta alla regione al 100 per cento; se invece a essere coinvolto è un dirigente in posizione non apicale, la torta si divide a metà: il 50 per cento al diretto interessato, l’altra metà alla Regione.