Festino, carro Santuzza fatto da detenuti dell’Ucciardone «Santa Rosalia è patrona palermitani, nessuno escluso»

«Un carro costruito pezzo per pezzo dai detenuti dell’Ucciardone». Nelle parole di Lollo Franco, direttore artistico del 395esimo Festino di Santa Rosalia, è racchiusa una novità assoluta nella sua storia centenaria, una novità ricca di significati che scavano a fondo nella natura umana. Il carro della Santuzza verrà realizzato in ogni sua parte all’interno dell’istituto di pena, per poi essere assemblato all’esterno, nel parcheggio, in un’area visibile ai passanti. Altra novità di quest’anno è un calendario di appuntamenti, uno diverso dall’altro, che accompagnerà la città, mese per mese, fino al Festino. Filo conduttore della manifestazione è l’inquietudine. Un sentimento molto presente tra le mura di un carcere. «Aspettando il  Festino si costruisce – aggiunge il direttore artistico – i detenuti costruiscono. Questo penso sia il grande riscatto per la città, il superamento dell’inquietudine».

«I detenuti che realizzeranno il carro sono gli stessi che in questi anni hanno portato avanti il laboratorio teatrale guidati da Lollo Franco, ma aiutati dai tecnici (un gruppo di giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti ndr). Non escludiamo di coinvolgere anche altri detenuti che, pur non facendo parte del laboratorio, abbiano le competenze per contribuire alla realizzazione della struttura», afferma Rita Barbera, direttrice del carcere Ucciardone Calogero di Bona, che poi aggiunge riguardo al tema dell’iniziativa: «Penso che il carcere sia inquietudine. Un sentimento condiviso da tutti i detenuti ma anche da tutto il personale. Il carcere è un’istituzione chiusa e come tutte le iniziative che aprono alla città, questa agevola il reinserimento sociale, una delle funzioni degli istituti di pena. Un’apertura che significa che la cittadinanza può vedere cosa c’è dentro un carcere, e a maggior ragione in questo caso, sperimentarlo attraverso un prodotto che fa parte di Palermo, come il carro». 

Proprio questo sentimento ha fatto sì che si unissero le tessere di un mosaico. L’idea del carro costruito dai detenuti, proposta dal presidente della Commissione Beni e attività culturali del Comune, Francesco Bertolino, è stata sposata in pieno dal direttore artistico del Festino. A riunire il tutto il filo rosso dell’inquietudine, suggerito dal sindaco che afferma: «L‘Ucciardone è Palermo e Palermo è l’Ucciardone, a sottolineare, ancora una volta, che Santa Rosalia è la patrona di tutti i palermitani nessuno escluso». Un gioco di squadra quindi partito l’anno scorso, all’indomani del Festino, e che adesso è arrivato a compimento. 

«È stato arduo pensare che il Carro Trionfale che ha fatto Pitrè venisse realizzato dai detenuti – ammette Franco – ma Fabrizio Lupo, docente di scenografia dell’accademia di belle arti contribuirà alla sua costruzione. Ho pensato che il tema di quest’anno ricondotto alla realtà dei detenuti, rappresentasse una possibilità di reinserimento, di ri-valutazione del proprio percorso di vita, di riconsiderazione di un futuro possibile. La cultura è capace di realizzare grandi trasformazioni negli uomini». L’idea di base del direttore artistico è quella di ispirarsi allo sgabello delle carceri borboniche, che «non hanno spalliera, perché non gli spetta», decorati con i colori del gusto popolare e «realizzati – spiega Lupo – dai detenuti quale volontà di riscatto, da una condizione della quale ci si vuole liberare».

A rappresentare l’arcivescovo Corrado Lorefice, monsignor Filippo Sarullo che spiega: «Già l’anno scorso avevo preso l’iniziativa di portare le reliquie di Santa Rosalia nelle carceri di Palermo, ed è stato un momento molto significativo, proprio per far vivere il Festino a tutti. Quest’anno si aggiunge un altro aspetto non meno significativo, come la realizzazione del carro. Guardandolo il 14 luglio penseremo all’amore e alla passione che hanno messo nel realizzarlo. Tutti potranno sperimentare la libertà del cuore e davanti a questo non c’è grata che tenga».

Tra gli eventi che precederanno il festino ci sono una visita guidata del Santuario di Santa Rosalia a cura di don Gaetano Ceravolo, la celebrazione dell’arrivo al porto di Palermo della nave dall’Africa con il morbo della peste, e una giornata di studi sui simboli del sacro femminile al Museo internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino, curato da Ignazio Buttitta: «Un convegno intitolato Rosalia e le altrespiega il professore –  teso a evidenziare che il simbolismo religioso che ruota intorno all’immagine della santa, come la grotta, l’acqua, la montagna, le ossa, integra una molteplicità di storie e di culture e quindi valorizza la Festa della Santa come festa di tutte le realtà umane e di tutte le comunità che vivono in questa città». Chiude la serie di iniziative un evento finale a villa Pantelleria il 5 luglio. 

Stefania Brusca

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