Eyecad Vr, start-up siciliana sull’architettura 3D Il fondatore: «Software che fa il giro del mondo»

Realtà virtuale e progetti architettonici in 3D interagiscono in Eyecad Vr, software dello studente 28enne siracusano Stefano Bosco. È lui, insieme ai giovani Francesco Vacante e Giuseppe Tafuri, ad avere progettato un’applicazione in grado di ampliare le esperienze nella realizzazione di progetti d’architettura attraverso l’utilizzo della realtà virtuale. Lo sviluppo è durato tre anni, ed è servito a costruire un software innovativo nel campo del design. «Tra qualche anno, questo genere di presentazione sarà lo standard», sostiene Bosco, intervistato telefonicamente da MeridioNews. Nel frattempo, a testare il programma – compatibile con Oculus rift e Htc vive – ci sono studenti e docenti dell’università di Catania, nella sede del dipartimento di Architettura a Siracusa.

Cosa permette di fare Eyecad VR?
«Eyecad Vr permette di entrare in uno spazio tridimensionale vuoto, che ancora non esiste ma può essere modificato. Dà la possibilità di fare operazioni in modo semplice: cambio di materiali, scelta degli arredamenti, della composizione architettonica e soprattutto inserimento di luci solari e artificiali in base alle idee di progetto. Puoi anche rendere interattiva l’illuminazione: accenderla/spegnerla e impostare qualunque ora del giorno o della notte. Così si vede perfettamente l’impatto della luce in qualsiasi momento. Il progetto può essere mostrato sia attraverso il software da computer desktop o dispositivo mobile, oppure in realtà virtuale con gli Oculus».

Pensate di aver portato un’innovazione che cambierà il futuro delle realizzazioni architettoniche? E come?
«I clienti (studi di architettura, per esempio, ndr) usano diversi software per presentare progetti. Non si sa ancora se saremo noi che porteremo il salto di qualità che farà alzare lo standard. Di sicuro sarà fondamentale per le presentazioni di progetto fra qualche anno».

Il servizio che avete creato sta riscontrando risultati positivi?
«Abbiamo avuto attenzioni di studi esteri, clienti da nord al sud Italia e considerazioni da parte di grosse aziende americane».

Da chi viene usato il vostro prodotto? È alla portata di soli professionisti?
«Principalmente viene usato da addetti ai lavori, perché il nostro è un business to business, non è un business to consumer quindi vendiamo ai professionisti. Ma anche lo smanettone di turno o un semplice appassionato del mondo 3D possono utilizzarlo. È creato in modo tale da essere abbastanza facile per chi lo sta utilizzando».

Da dove è partita l’idea di creare un software dedicato a questo settore?
«L’idea è nata durante il mio percorso di studi di architettura, ho iniziato a far capire l’idea ai professori. Siccome sono un appassionato di gaming, nel 2014 ho provato per la prima volta la realtà virtuale e mi sono reso conto di quanto fosse interessante come tecnologia. Ho pensato quindi che era perfetta per descrivere le idee di progetto. Così ho pensato di unire le due cose, anche perché sulla piazza non c’era niente di interessante».

Il vostro software è conosciuto solamente in Italia?
«Il software sta destando interesse anche a livello internazionale, sono anche partiti alcuni studi in Inghilterra e in Sud Africa. Al di là della vendita della versione completa, il download della versione di prova viene fatto ormai da tutto il mondo, dalla Malesia al Messico, dagli Stati Uniti alla Russia e dalla Germania alla Francia».

Utilizzare Eyecad VR ha dei costi? Cosa serve per utilizzare il vostro software?
«I software si vendono in sottoscrizione, che possono essere mensili o annuali. Diciamo che la soluzione che di solito scelgono i clienti è la soluzione annuale che è un abbonamento di circa settecento euro all’anno. Bisogna avere un computer con scheda grafica dedicata e almeno un visore per la realtà virtuale, sennò si può utilizzare anche l’esplorazione da monitor con mouse e touchpad».

Ci sono controindicazioni nell’utilizzo dei dispositivi di questa applicazione?
«Noi il software l’abbiamo concepito con una camminata molto lenta, quindi fondamentalmente i primi minuti di esplorazione sono per mettersi a proprio agio all’interno dell’ambiente virtuale. Nell’esplorazione non abbiamo riscontrato malesseri da parte degli utenti, tra l’altro la prima volta usiamo un tutorial».

Lo sviluppo di questo progetto ha richiesto tanto tempo?
«Circa tre anni. Siamo stati praticamente tutti a lavorare al progetto. Principalmente io mi occupo della modellazione 3D degli oggetti e della user experience, quindi disegno e poi progetto. Poi c’è Francesco Vacante che si è occupato di tutte le questioni legate alle vendite, quindi ricerca d’utilizzo, termini e condizioni, il prezzo, e il lato commerciale. Poi c’è Giuseppe che invece è il nostro Cto, responsabile tecnico, che si è occupato di scrivere il codice di programmazione. In un primo momento l’ha fatto da solo, poi sono arrivati altri sviluppatori interni».

Damiano Scarpignato

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