Su e giù,
da Linguaglossa fino alla cima del vulcano. Correndo per 43 chilometri, molti dei quali ancora coperti di neve. Su sentieri antichi, spesso dimenticati, strappati all’oblio e ai rovi da un paziente lavoro di pulizia andato avanti nei mesi invernali. Il tutto in sei ore. Per provare a stabilire un record. Ad appena 18 anni. Domani a sfidare se stesso e la natura sarà Salvatore Ragonese, studente dell’ultimo anno alla scuola militare Nunziatella di Napoli, ma originario proprio del Comune etneo. Tutto nasce dal rapporto con l’Etna. «Un amore sincero», lo definisce il giovanissimo atleta. E dalla voglia di restituire qualcosa alla montagna che gli offre continuamente la possibilità di ritrovare se stesso nella fatica e nella solitudine della corsa.
Etna Up&Down – Salvatore Ragonese from etna walk on Vimeo.
«Voglio dare valore al
vulcano che nell’ultimo periodo è sempre più trascurato, basta pensare alle limitazioni imposte per le quote sommitali o all’ultima tre giorni di musica nell’area protetta, per non parlare della pineta totalmente distrutta dalla processionaria». Ragonese è così: non si limita a correre sui pendii dell’Etna. Ma guarda allo stato complessivo del territorio e alla sua cura. «Alcune istituzioni sembrano essersi dimenticate perché esistono questi posti meravigliosi, servono più fatti».
La passione per il vulcano nasce da lontano. «
Mio nonno fa lo scalpellino, le basole su cui camminiamo in molti paesi dell’Etna le ha fatte anche lui. Da mio nonno ricavo il legame con la pietra, sin da piccolo mi ha portato a sciare e a fare lunghe passeggiate». Un amore che si tramanda. Nel 2002, a sei anni, Salvo guarda da vicino la colata di una delle eruzioni più potenti degli ultimi decenni, rannicchiato dentro lo zaino di suo padre. A mettersi in proprio ci mette poco. «Già a dodici anni andavo da solo lungo i sentieri della montagna», spiega il 18enne che è entrato nel giro dell’associazione Etna trail, che coniuga natura e corsa.
Domani lo attende la sfida più importante. Partenza alle 9 dal centro di Linguaglossa.
In sei ore – questo l’obiettivo – dovrà raggiungere il cratere di Nord Est, il punto più alto dell’Etna e ridiscendere di nuovo a Linguaglossa. «Sono 43 chilometri, la maggior parte dei quali su sentieri antichi che mi ha fatto conoscere mio padre. In molti tratti erano impraticabili per i rovi – spiega Ragonese – ma tra gennaio e febbraio, ogni volta che tornavo a casa, sono andato a pulirli».
Al suo fianco ci sarà l’amico
Giuseppe Distefano, fotoreporter dell’associazione Etna Walk, conosciuto proprio per questa sfida. Non c’è un precedente simile. «Tre anni fa un ragazzo ha coperto il percorso in sette ore, ma solo in salita e seguendo la strada principale», precisa Ragonese. A prescindere da come andrà, Salvo ha già pronta la nuova sfida: «Mi piacerebbe una traversata dal versante Sud a quello Nord». Un’altra corsa nel cuore del vulcano.
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