Comune, bandi di assegnazione per due beni  Disponibili Centro Zo e un palazzo a Picanello

Due spazi importanti per Catania, luoghi nei quali realtà cittadine potrebbero trovare una sede. Si tratta di una palazzina in via Caduti del lavoro, a Picanello, e il centro Zo di piazzale Rocco Chinnici, più noto come piazzale Asia. Le comunicazioni che riguardano le due aree sono apparse sul sito del Comune negli scorsi giorni, a diffondere la notizia è il movimento Catania bene comune. «Ci siamo resi conto però di un’anomalia: l’assenza di un indirizzo politico», dice Matteo Iannitti. «Non derivano da una particolare decisione della giunta – aggiunge – La motivazione è che si rischia la rovina degli edifici e la vandalizzazione». Per entrambi i beni non  è indicata ancora la data di apertura della gara, che dovrebbe giungere in via ufficiale nei prossimi giorni. 

Tra i due edifici è quello a ridosso del complesso delle Ciminiere ad attirare maggiormente l’attenzione. La nuova concessione varrà nove anni, con la possibilità di proroga, con un canone d’affitto di almeno mille euro al mese. L’ex raffineria è stata assegnata nel 2002 alla cooperativa Officine che ha creato un polo artistico, il Centro Zo, dedicato alla cultura contemporanea. Nel 2012 la sua assegnazione è finita al centro di polemiche sollevate dall’allora consigliere di maggioranza Manlio Messina (oggi all’opposizione) a causa della sopravvenuta scadenza dei termini per la riassegnazione. L’apertura del bando significa la fine dell’esperienza di Zo? «Presenteremo anche noi il nostro progetto», garantisce il direttore artistico Sergio Zinna. «Dal Comune finora non è arrivato il rinnovo della concessione – continua – adesso finalmente siamo arrivati a questo punto». La programmazione delle attività è confermata fino ad aprile, come si legge sul sito di Zo. Secondo Zinna i tempi sono ancora prematuri e non c’è il rischio di dover affrontare un potenziale cambio di sede a stagione in corso. «Con i tempi burocratici dovremmo arrivarci», dice.

Nel tempo, si legge anche nella determina comunale, è stato dichiarato il fallimento della cooperativa che oltre dieci anni fa ha preso in gestione il bene. A sostituirla in corsa un’associazione culturale, altro elemento che in passato ha destato qualche polemica. Con il nuovo bando «chiunque vincerà potrà prendere la gestione in maniera serena», sottolinea Zinna. Che conclude: «Sono dei passi che l’amministrazione deve fare. Poi sui curricula e sui progetti verranno fatte le valutazioni». 

Per quanto riguarda la palazzina di via Caduti del lavoro, si tratta di una struttura di due piani, «non in ottime condizioni, utilizzata fino ad oggi come archivio e un tempo usata come uffici della municipalità», descrivono i componenti di Catania bene comune. Secondo quanto stabilito dal Comune, l‘affidamento è a titolo gratuito, anche in questo caso per una durata di nove anni rinnovabili, e le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria saranno a carico di chi otterrà il bene. Nel provvedimento, inoltre, è specificato che l’iter di assegnazione è «aperto alle associazioni che abbiano fatto riferimento nel proprio statuto ad attività di solidarietà sociale e che siano costituite da almeno dieci anni».

Un vincolo molto rigido, quello relativo ai partecipanti, che non viene visto di buon occhio dal movimento politico. «Il regolamento è quello del 2011, è una carta da superare», afferma con decisione Matteo Iannitti. «Ci sono delle restrizioni che impediscono la partecipazione a gruppi informali, a cittadini, ad associazioni costituite da poco». Negli scorsi mesi si è svolta una serie di incontri all’interno della palestra di piazza Lupo proprio per parlare della questione. «Gli spazi per l’attività sociale a Catania sono pochissimi – prosegue Iannitti – tante realtà non hanno luoghi dove riunirsi o devono pagare affitti proibitivi». Per questo motivo Catania bene comune invita l’amministrazione ad aprire un dibattito. «Le prime assegnazioni dopo così tanti anni devono rappresentare un momento di confronto sui bisogni della città», conclude. 

Carmen Valisano

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