Colazione al veleno/ I governanti siciliani già ‘battono cassa’ da Monti

Il governo Monti ha mosso i primi passi e, di già, i governanti siciliani si sono catapultati a Roma a battere cassa. Il ‘cattivo’ Berlusconi è andato via. Adesso è arrivato un presidente del Consiglio dei ministri che, finalmente, capirà le vere ragioni della nostra Isola. E quali sono queste vere ragioni?

Beh, la ragione è una sola: per quest’anno, se non si trovano i soldi per pagare la sanità, patate… Bollite, naturalmente. Senza gettare nulla. Come si faceva durante la guerra, quando anche le bucce delle patate (e delle fave, mi raccontava mia nonna, che nel 1943 viveva a Roma) venivano accuratamente lavate e cucinate con la poco pasta allora disponibile (al mercato nero).

Ma, pititto a parte, c’è da trovare, dicevamo, i soldi della sanità. Quanto? A occhio e croce, circa 600 milioni di euro. Che dovrebbero essere ‘scuciti’ dal governo Monti. La cosa, in verità, un po’ ci meraviglia, perché a giudicare da quello che abbiamo letto sui giornali, il governo Monti sarebbe nato per ‘alleggerire’, magari con dolcezza, le tasche degli italiani e non per incrementare le ‘casse’ delle regioni.

Per carità, può darsi che ci sbagliamo. Può darsi che noi abbiamo capito male. Puo darsi che la manovra da 10 miliardi di euro che il governo nazionale sta mettendo a punto – e sarebbe solo l’inizio, dicono – sia solo un incubo di chi scrive questa nota. Può darsi.

Però è apprezzabile che i governanti siciliani abbiano già invidividuato il filone attraverso il quale alleggerire le ‘casse’ dello Stato a favore della Sicilia. Cioè? Riesumando la mai sopita voglia di prendersi le accise (che sarebbero delle imposte) non abbiamo capito se sulla raffinazione o sui consumi delle benzine.

Domanda: perché lo Stato dovrebbe riconoscerci queste accise? In virtù delle nostra autonomia? E se, insieme con le accise, Roma ci gira, anche, le competenze sulle scuole superiori oggi a carito dello Stato?

Le domande si inseguono e ci inseguono. L’unico dato certo è che la Corte dei Conti, per quest’anno, ha detto a chiare lettere che non ‘parificherà’ il bilancio senza i soldi della sanità. Un bel casino. L’occasione per approvare – ammesso che si approvi – il bilancio nell’aprile del prossimo anno. A meno che non si sciolga prima il parlamento siciliano: cosa, questa, non improbabile.

 

Redazione

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