Un tempo non troppo lontano all’ufficio di collocamento di Palermo c’erano le sbarre, i neomaggiorenni che si apprestavano a entrare nel mondo del lavoro per la prima volta capivano presto che sarebbe stata un’impresa ardua: a suggerirlo erano le frequenti liti a cui si poteva assistere, durante le lunghe code per iscriversi alle liste di collocamento, tra gli utenti e gli impiegati.
Da qualche giorno sembra di essere ripiombati in quell’inferno: i centri per l’impiego sono presi d’assalto come, un tempo, lo erano le diligenze del Far West. Il sito è stato ammodernato (silavora.it) e mentre fino a qualche giorno fa si poteva richiedere proprio sulla piattaforma digitale il foglio della disponibilità al lavoro, un documento richiesto per tutte le nuove assunzioni e anche per i corsi di formazione, adesso il servizio non è più disponibile in rete ed è necessario recarsi fisicamente presso gli uffici preposti.
A chi deve fare questa richiesta si aggiungono anche chi deve presentare la domanda per la ricollocazione e chi invece per i tirocini formativi per gli studi professionali. Già dalle prime ore del mattino gli uffici sono una bolgia infernale. «Sono arrivato alle 9.10, dieci minuti dopo l’apertura del centro, e c’erano già centinaia di persone in fila – racconta Gabriele Pedone, che era andato a prendere il foglio per la disponibilità al lavoro al Cpi di via Praga -. Entro dentro gli uffici per prendere il turno e un impiegato mi informa che c’è un signore che già dalla mattina presto scrive su un foglio di carta il turno con i cognomi delle persone che arrivano. Mi è sembrato davvero di tornare indietro nel tempo».
Nessun mistero, però. A spiegare la situazione è la dirigente degli uffici Francesca Garoffolo: «È sempre stato necessario, dopo aver inoltrato online la richiesta sui nostri siti, recarsi fisicamente presso qui ma nessuno lo faceva perché stampavano la ricevuta e si convincevano che andasse bene così. Per evitare il perpetrarsi di questo abuso abbiamo evitato che si potesse stampare anche la ricevuta, così adesso tutti vanno negli uffici e firmano il patto di servizio, senza il quale non si ha la disponibilità al lavoro».
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