Catania è bella ma non è pronta

Qual è il primo impatto degli studenti stranieri con la realtà catanese?

Lo abbiamo chiesto a due studentesse spagnole.

Dalle loro relazioni sono emersi degli aspetti importanti su come la città di Catania e il suo Ateneo accolgono gli studenti stranieri.

Abbiamo preferito lasciare immutate il più possibile le forme con cui le due ragazze si sono espresse per non snaturare il messaggio che hanno voluto trasmetterci.

Ecco cosa ci hanno detto:

 

 

“Catania è un città molto diversa per me e per gli altri studenti che arrivano dagli altri paesi.

La prima impressione è che Catania non ha nessuna organizzazione ed effettivamente è così. La burocrazia non funziona bene: ho trovato grosse difficoltà nel campo della sanità, dove l’organizzazione Erasmus non ci aiuta.

Anche nell’Università ci sono tante difficoltà: non si sa bene quando cominciano le lezioni, i professori cambiano le date degli esami senza avviso ed i primi giorni qui avrebbe dovuto esserci qualcuno per aiutarci nelle nostre Facoltà. Tutti noi diciamo che dovrebbe esserci una residenza universitaria sotto la responsabilità dell’Università, soprattutto per i primi giorni e qualcuno che ci aiuti in concreto a trovare una casa.

Nonostante tutto siamo molto felici qui. È così bello aver conosciuto tanti ragazzi di altri paesi e aver scoperto una terra sconosciuta a tutti noi: la Sicilia”. 

 

 

“La mia vita come studentessa Erasmus, qui, è veramente gradevole. Catania è una città antica ma così dinamica, la routine non esiste e sono molte le possibilità di svago. Credo che questa sia una grande esperienza da qualunque punto di vista. È un’opportunità unica per conoscere ed imparare, sia a confrontarsi con le persone di altri paesi sia a cavarsela in un ambiente diverso dal tuo. Anche se a volte questa realtà risulta un po’ caotica. Ciò che è veramente difficile per noi è ambientarsi e trovare casa all’inizio, ci sentiamo un po’ disorientati fuori dai nostri spazi e senza aiuti da parte dell’organizzazione Erasmus; senza capire la lingua ci troviamo persi e la mancanza di residenze che ci accolgono non ci aiuta.

Comunque imparare un’altra lingua e conoscere altri posti ed altre culture ti fa’ riflettere sulla propria vita. Ognuna di queste cose ti da’ qualcosa, che ti fa vedere le cose in modo differente e fa’ anche in modo che tu possa valutare meglio quello che succede intorno a te”.

 

 

 

 

 

Giorgio Pennisi

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