Il ministero della Difesa sarà responsabile civile nell’udienza preliminare davanti al Gup militare di Roma nel procedimento sulla morte del parà siracusano Emanuele Scieri, morto il 13 agosto del 1999 nella caserma Gamerra di Pisa. «È una decisione che ci soddisfa – commenta la mamma Isabella Guarino – perché non ritenevamo giusto che tutto venisse insabbiato: faticosamente dopo 21 anni stiamo arrivando alla verità». Il dicastero, però, avrà un doppio ruolo: è stato ammesso, infatti, anche come parte civile, insieme alla madre e al fratello Francesco. Rigettata invece la richiesta da parte dell’associazione Giustizia per Lele.
La decisione, arrivata dopo circa cinque ore di
udienza preliminare, di non accogliere l’istanza degli amici di Emanuele è stata dovuta al fatto che l’associazione è nata dopo la morte dell’avvocato 26enne. Del resto, il 10 settembre del 1999, nasce «come organo di ricerca della verità sulle cause della sua morte – ha ricordato il presidente Carlo Garozzo riportando le parole dello statuto costitutivo – nonché come centro propulsore di qualunque iniziativa lecita possibile volta a rendere giustizia al giovane Lele, individuando le responsabilità della sua tragica fine e assicurando gli eventuali colpevoli alla giustizia». Farlo prima che Emanuele morisse sarebbe stato, come minimo, impossibile. «Sono deluso e amareggiato – ha affermato Garozzo – Abbiamo sognato per 21 anni un’aula di tribunale dove far valere il nostro motto Giustizia per Lele. Incassato il colpo, non ci fermiamo e mai lo faremo. Abbiamo le spalle forti e la schiena dritta – ha aggiunto – sappiamo guardare avanti forti di quello che mai nessuno ci leverà: la forza di Emanuele Scieri».
Il gup del tribunale militare di Roma
Francesca Frattarolo ha fissato il rinvio dell’udienza al prossimo 18 settembre. Durante le cinque ore di udienza preliminare di oggi erano presenti anche i tre ex caporali accusati di concorso in violenza a inferiore mediante omicidio pluriaggravato. Si tratta del 41enne Andrea Antico originario di Casarano (Lecce) e ora in servizio presso il settimo Reggimento Aves (Aviazione dell’esercito) di Rimini; del 41enne Alessandro Panella residente a San Diego (in California) ma domiciliato a Cerveteri (Roma); e del 43enne Luigi Zabara – nato in Belgio e residente a Castro dei Volsci (Frosinone).
Tutti e tre sono parallelamente
indagati anche dalla procura ordinaria di Pisa che, lo scorso 15 giugno, ha comunicato la chiusura delle indagini. Nei loro confronti i pm toscani contestano il reato di omicidio volontario, mentre per i due ex ufficiali della Folgore, il generale Enrico Celentano e l’allora aiutante maggiore della Gamerra Salvatore Ramondia l’accusa è di favoreggiamento. Non è ancora stata affrontata la questione per definire a quelle delle due giurisdizioni – militare o ordinaria – appartenga il reato. Se non si risolve, il nodo potrebbe essere sciolto dalla Cassazione.
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