Caronia, verifiche sui ritrovamenti di resti umani e abiti «Quasi certamente di Gioele ma serve riconoscimento»

Sarebbero di un bambino i resti umani ritrovati poco fa tra le campagne di Caronia da un carabiniere in congedo in una zona a poche centinaia di metri dal traliccio in cui è stato trovato, lo scorso 8 agosto, il corpo di Viviana Parisi. L’ex militare è uno dei volontari che questa mattina ha risposto all’appello di Daniele Mondello, il padre del piccolo Gioele, per continuare le ricerche per il diciassettesimo giorno dopo la scomparsa. Al momento è in corso un sopralluogo per effettuare delle verifiche per stabilire se si tratta dei resti del corpo di Gioele. Si tratterebbe di un corpicino martoriato e non riconoscibile. Adesso, dovrebbe toccare ai familiari fare il riconoscimento ufficiale anche se potrebbe servire  pure l’esame del dna.

«È stato un dono di Dio», ha commentato Giuseppe Di Bello, il carabiniere in congedo di 55 anni di Capo d’Orlando che ha ritrovato i resti umani di un bambino che «quasi certamente» è Gioele. «L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato», ha aggiunto Di Bello spiegando di aver fatto il ritrovamento alle 10.28 e che il corpicino era «straziato da animali selvatici». In quella vasta e impervia zona boschiva da oltre due settimane sono impegnati nelle ricerche oltre cento persone: vigili del fuoco, protezione civile, poliziotti, finanzieri, volontari, carabinieri del reparto cacciatori di Sicilia con droni e cani specializzati addestrati nella ricerca di resti umani e anche l’esercito.

Sul posto il procuratore capo di Patti Angelo Cavallo, la polizia scientifica, i vigili del fuoco del Sapr e anche il geologo forense incaricato dalla procura. Oltre ad alcuni resti ossei (una parte del tronco e un femore) e un ciuffo (che potrebbero essere capelli ma anche di peli di animali selavatici) sarebbe stata ritrovata anche una magliettina che sarebbe compatibile con quella indossata dal piccolo al momento della sparizione dopo l’incidente stradale lungo l’autostrada Messina-Palermo avvenuto lo scorso 3 agosto. 

Dopo diverse ore dall’inizio del sopralluogo, a decine di metri di distanza dal tronco e dagli altri resti ossei, tra i cespugli a valle della collina di Caronia a circa 200 metri dall’autostrada Messina-Palermo, sarebbe poi stata trovata anche la testa che però sarebbe già in stato di decomposizione e anche sfigurata. Resti sparsi ritrovati in diversi punti: per gli inquirenti una delle ipotesi più valide è che il corpo sarebbe stato trascinato da animali (cani o cinghiali) che avrebbero trascinato e smembrato il piccolo cadavere che per gli investigatori «è al 99 per cento quello di Gioele». 

Secondo gli investigatori, dunque, sarebbe «quasi certamente» del piccolo Gioele il corpo ritrovato poco fa nelle sterpaglie «ma per la certezza è necessario aspettare il riconoscimento». Intanto, sul posto del ritrovamento è arrivata anche la medica legale Elvira Spagnolo. È stata lei a eseguire l’autopsia sul corpo di Viviana Parisi, la madre del piccolo. Esame autoptico che, finora, non è stato in grado di escludere nessuna ipotesi sulle cause della morte.

Erano stati i tanto cercati turisti del Nord Italia, qualche giorno fa, a dare la conferma del fatto che «il piccolo Gioele era vivo dopo l’incidente stradale». La coppia di coniugi si è presentata in una caserma dopo avere capito che gli appelli del procuratore e degli investigatori erano rivolti proprio a loro. «Il bambino aveva gli occhi aperti ed era in braccio alla madre con il viso appoggiato sulla spalla destra – hanno raccontato marito e moglie – in posizione verticale e senza alcuna ferita né sangue». I due turisti hanno inoltre precisato che «la donna camminava velocemente ma non correva. Riteniamo – hanno aggiunto – che non fosse seguita». Testimonianze ritenute attendibili dal pubblico ministero.

Marta Silvestre

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