Benedettini, polvere storica sui bassorilievi Mancano i fondi per le pulizie straordinarie

Strati di polvere che raccontano la storia del Monastero dei Benedettini, o quasi. E creano un insolito gioco di luci e ombre sui bassorilievi che decorano il monastero benedettino patrimonio dell’Unesco, da anni sede dell’Università etnea. Immagini che parlano da sole, inviateci da una lettrice.

Eppure «della pulizia ordinaria non possiamo lamentarci – dice Francesco Mannino dell’associazione Officine Culturali (che organizza visite guidate al suo interno, ndr) – Da un anno a questa parte i questionari che proponiamo periodicamente agli utenti sono stati tutti positivi.  Riportare i bassorilievi e lo scalone allo stato originario – aggiunge – è un intervento che non rientra nelle pulizie ordinarie. Si tratterebbe piuttosto di interventi straordinari». Che, puntualmente rimandati, di anno in anno hanno fatto sì che la polvere sulle pareti del Monastero si trasformasse in una vera e propria patina grigia che, non tolta per tempo, adesso diventa difficile rimuovere.

Un effetto inevitabile, secondo Mannino, che, pur non essendo un tecnico, spiega: «Il Monastero ha mantenuto le caratteristiche degli anni settanta, con il cotto per terra e l’intonaco delle pareti originali, che non è perfettamente liscio. E tende a produrre da sé della polvere in sospensione che con il tempo va a formare lo strato scuro».

Dall’Università intanto è difficile avere risposte chiare. Dall’ufficio tecnico il geometra Arena ci spiega che da qualche anno non si occupa più personalmente della gestione delle pulizie. Ma che in passato aveva fatto una previsione di spesa per un intervento di questo tipo. «Purtroppo – spiega – non c’erano le disponibilità economiche. E con le poche risorse presenti si è sempre finito per posticipare operazioni di pulizia straordinaria come quella dei bassorilievi, rispetto a interventi più urgenti che riguardano la sicurezza degli studenti».

«Ma sarebbe bastata una spolverata di tanto in tanto – fa notare l’autrice delle foto – per evitare l’accumularsi della polvere strato su strato». Così tanta da creare un effetto chiaroscuro, quasi suggestivo se non stessimo parlando di sporcizia.

Federica Motta

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