A denunciare la situazione con una lettera consegnata all'assessore ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, è stata l'associazione Società geografica siciliana. «Una follia che ha tolto un servizio pubblico». Sono molti i visitatori che hanno lasciato dei commenti negativi
Segesta, chiuso l’unico parcheggio gratuito I turisti: «Quello privato è lontano e costoso»
Chiuso il parcheggio pubblico (e gratuito) all’interno dell’area archeologica del parco di Segesta. Per visitatori e turisti l’unica possibilità resta il parcheggio privato e a pagamento Segesta parking in contrada Pispisa distante diversi chilometri dal sito, gestito dalla società Nuovi Sistemi Edili srl. A denunciare la situazione con una lettere consegnata all’assessore ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, è stata l’associazione Società geografica siciliana che ha tra i suoi obiettivi anche la conservazione dell’ambiente e dei patrimoni storici locali.
Un’area parcheggio capace di ospitare fino a 350 posti auto e 15 per i camper con una zona dedicata al ristoro in cui, come si legge dal sito, c’è «una vasta scelta di prodotti tipici locali siciliani del nostro territorio». Le tariffe vanno dai 30 euro giornalieri per un autobus fino a 3 euro per una moto, lasciare un camper per l’intera giornata costa 7 euro, per una macchina la tariffa fissa è di 5 euro. Per arrivare al parco è previsto il trasporto con il servizio navetta, con partenza ogni 15 minuti. «Una follia voluta per togliere servizi pubblici a tutto vantaggio dei privati», denuncia il presidente della Società geografica siciliana, Massimo Mirabella, che ha annunciato già anche l’intenzione di presentare una richiesta di interrogazione parlamentare urgente ai deputati regionali «per capire se non via sia stata ingerenza politico-affaristica a spingere verso la chiusura del parcheggio pubblico. Ripristinare la legalità a Segesta – conclude – è un dovere morale per tutti».
Intanto su Trip Advisor sono già diverse le recensioni non proprio gratificanti in merito alla questione parcheggio di uno dei siti di maggiore interesse turistico regionale. È di due settimane fa il commento lasciato da un visitatore di Reggio Emilia dal titolo Come rovinare un bel sito. «Sito archeologico bello, ma gestito veramente male: obbligo di parcheggiare a due chilometri di distanza a dieci euro quando il parcheggio all’ingresso è completamente vuoto. Siamo a fine novembre e i visitatori erano una decina. Viene fornito un servizio navetta che fa gli orari che vuole nel disinteresse generale». Di fine ottobre è la testimonianza di un turista piemontese: «La visita è un disastro. Vicino al tempio esisteva un comodo parcheggio, ed è stato chiuso. Quello nuovo è a chilometri, rigorosamente senza segnalazioni, e si paga cinque euro, navetta inclusa, il viaggio in navetta ti porta via, tra andata e ritorno, circa 25 minuti».
Per la direttrice del parco archeologico di Segesta, Rossella Giglio, in carica dallo scorso giugno, «è una situazione logistica che noi ci siamo ritrovati perché il Comune di Calatafimi Segesta ha fatto un piano regolatore nuovo e ha individuato quell’area come parcheggio». E questo per quanto riguarda l’apertura di una nuova area di sosta su territorio comunale gestita da un privato. Ma come ha inciso sulla chiusura di quello pubblico? «Il parcheggio sull’area demaniale, in realtà – puntualizza Giglio – non può stare dentro al parco perché si tratta sempre di un’area archeologica».
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