Andrea Valenziani, imprenditore attivo fra Carlentini e Scordia, è stato testimone diretto dell'alluvione che ha interessato la piana di Catania e il Calatino. Un evento record, paragonabile secondo i tecnici all'inondazione del 1951. Guarda le foto
Alluvione, la produzione agricola è andata persa «Interi agrumeti devastati, meno lavoro per tutti»
«Ci saranno meno arance e meno lavoro per tutti, interi agrumeti sono stati devastati dall’acqua». Andrea Valenziani, imprenditore agricolo attivo fra Carlentini e Scordia, è suo malgrado uno dei testimoni diretti dell’alluvione che ha interessato la piana di Catania e il Calatino, causando conseguenze gravi fino al Siracusano e alla provincia di Ragusa. Un evento record, paragonabile secondo i tecnici del Sias (Servizio informativo agrometeorologico siciliano) all’inondazione del 1951, ricordata come l’alluvione di Santa Lucia, il cui teatro furono sempre i territori a sud del capoluogo etneo. In quell’occasione si registrano anche delle vittime. Era un’altra epoca, ma oggi come allora, secondo Valenziani, le possibilità di vedere il proprio lavoro cancellato da eventi naturali «sono così alte che investire in agricoltura in queste terre non ha senso».
Una verifica approfondita di quanto accaduto nelle sue campagne deve ancora essere compiuta, ma le conclusioni si possono trarre già. Lo sottolineano anche Confagricolutra e la Coldiretti. «In alcune zone è andata distrutta l’intera produzione di olive e arance – afferma il presidente di Confagricoltura Catania Giovanni Selvaggi – ma quel che più preoccupa sono i danni strutturali subiti dalle piante». Quanto riscontrato anche da Valenziani. Anche gli aranci immuni dal virus Tristeza, da poco impiantati nei suoi terreni, sono stati in parte strappati via dalle ondate di piena. La situazione più grave è quella nei fondi di Scordia, dove il fiume Trigona ha inondato le fertili campagne intorno al paese. «Alcuni produttori nostri vicini hanno perduto interamente la produzione, intere campagne sono rimaste isolate», racconta l’imprenditore. A Carlentini il fiume San Leonardo è uscito dagli argini che, secondo Valenziani, in realtà erano rotti già dal 2013: «Vero è che in agricoltura tutto può succedere – aggiunge – ma questi sono scenari già visti, aggravati dalla situazione di abbandono nelle campagne di cui nessuno si sente responsabile, a tutti i livelli».
«Sin da ora possiamo affermare che ci sono gli estremi per chiedere lo stato di calamità e concreti aiuti fiscali con un rinvio dei pagamenti di contributi e cartelle», sottolinea Confagricoltura. Coldiretti ha invece stimato in circa 600 milioni di euro dall’inizio dell’anno i danni causati dal maltempo all’agricoltura in Italia: «A Palagonia, Scordia e Ramacca sono state colpite le coltivazioni di agrumi con danni fino al 100 per cento del raccolto – si legge in una nota dell’associazione – e vi sono piantagioni completamente allagate fra Lentini e Carlentini nelle contrade di San Leonardo, Badiula, Pantano, Salemi, Agnone, Maddauso, Valsavoia, Biviere e Bonvicino».