Aids: non voltate le spalle alla lotta

L’1 dicembre, come ogni anno, si celebra la giornata mondiale contro l’Aids. Il virus dell’ hiv, individuato nel 1981 ha causato finora più di 25 milioni di morti. Ogni anno si ammalano centinai di persone, e si stima che i malati di Aids oggi siano circa 40,3 milioni. Dopo anni di grande risonanza mediatica alla fine degli anni novanta la diminuzione del numero dei decessi ha portato ad un disimpegno generale, nella lotta all’ Aids. Per questo lo slogan internazionale di quest’anno è “STOP AIDS. Mantieni le promesse – Non voltare le spalle all’Aids”, per ricordare ai governi di tutto il mondo di rinnovare il loro impegno contro questa terribile malattia. In Italia, la LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids) ha redatto un documento in cui denuncia questa tendenza e ha inviato una lettera aperta al ministro della Salute Francesco Storace. Ad avallare le accuse rivolte al governo basterebbe, ad esempio, controllare il sito del ministero della salute dove l’ ultimo aggiornamento sulla giornata mondiale risale al 2002.

 

Abbiamo parlato con Toy Rocchetti, della LILA di Catania, che ci ha confermato come anche Catania rispecchi ciò che avviene nel resto dell’Italia.

 

Cosa avete organizzato, voi della LILA di Catania, in occasione della giornata mondiale per la lotta all’Aids?

Domani allestiremo nelle strade e nelle piazze dei banchetti per sensibilizzare la gente, distribuiremo un po’ materiale informativo tra cui un documento redatto dalla LILA Nazionale. Giorno 6 dicembre, invece, alle ore 21 ci sarà un concerto di Rita Botta che si esibirà con un trio Jazz al centro culturale  ZO. Una festa organizzata per i soci e gli amici della LILA, ma aperto a tutti coloro che vorranno partecipare.

 

Immagino che per organizzare i banchetti e le feste ci vogliono dei soldi, ricevete delle sovvenzioni dalle istituzioni?

Dal punto di vista istituzionale negli ultimi tempi abbiamo riscontrato una totale mancanza di sostegno. La situazione non è per nulla idilliaca perché abbiamo molta difficoltà a recuperare i fondi necessari per le nostre attività e anche quei pochi che abbiamo a disposizione sono stati risucchiati dalla finanziaria. L’unico modo che ci resta per sopravvivere è la raccolta fondi privata e le donazioni da parte della gente.

 

A proposito della gente? Qual è la risposta di Catania alle vostre iniziative?

Rispetto agli anni passati c’è una progressiva disaffezione da parte della gente al problema della lotta all’ Aids. Non si avverte più l’urgenza, sia perché i mezzi di comunicazione ne parlano sempre meno, sia perché non riusciamo ad avere la visibilità di un tempo, in quanto ci mancano i soldi per poter organizzare eventi che catalizzino l’attenzione della gente. Va un po’ meglio nel contatto diretto, chi viene da noi è sempre disponibile e nonostante tutto continuano ad esserci numerose offerte di volontari che vogliono collaborare con noi.

 

Il fatto che il numero di nuovi casi di Aids sia in inferiore rispetto al  passato può aver influito in questo processo di disaffezione?

Certamente, ma non dimentichiamo che ogni anno si ammalano centinaia di persone, quindi il numero di malati è in continua crescita. Bisogna puntare sempre sulla prevenzione, perché le modalità con cui si trasmette il virus cambiano con la stessa rapidità con cui cambia la società. Ad esempio abbiamo riscontrato una percentuale maggiore di donne che contraggono la malattia a causa dei costumi sessuali più liberi. Bisogna quindi attuare campagne di prevenzione che mirino a questo target.

 

Giorni fa si è parlato del caso di quell’uomo, sieropositivo da tre anni, che è guarito. Cosa ne pensa?

Questo è un caso su cui c’è stata poca informazione. Si è gridato quasi al miracolo, ma ancora medici e ricercatori si chiedono come ciò sia avvenuto. Non sappiamo se si tratta di una guarigione vera e propria. Nel paziente non si riscontra più la presenza del virus nel sangue, ma questo non esclude che esso possa essere presente in altre parti dell’organismo. Bisogna aspettare, ma speriamo di essere sulla buona strada. Bisogna continuare ad investire nella ricerca.

Il sito della LILA

In occasione della giornata mondiale per la lotta all’Aids, l’associazione mantovana Alfaomega, con il sostegno di McCann Erickson, lancia quest’anno una campagna provocatoria. Il manifesto ritrae un corpo nudo di donna ripreso da dietro, in cui la linea verticale, dai glutei alle anche, e quella orizzontale, sotto i glutei, si intersecano formando una croce, a simbolo dei milioni di morti che la malattia a trasmissione sessuale ha causato. In alto la scritta ‘Aids. Fight it before it’s too late” (sconfiggilo prima che sia troppo tardi)

Alberto Conti

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