Una contraddizione di termini che non allarma l'Inail («Stiamo investendo molto su prevenzione e formazione dei lavoratori, non possiamo controllare tutte le aziende») ma che spinge la Cisl a chiedere «controlli più capillari, più investimenti nelle infrastrutture e più qualità nel lavoro»
A Palermo +55 per cento di morti bianche in un anno Ma le denunce per gli infortuni sul lavoro sono in calo
Le denunce per gli infortuni sul lavoro diminuiscono a Palermo e in Sicilia ma aumentano gli incidenti mortali. Sono i datori di lavoro a eludere le denunce generando questa apparente contraddizione? Oppure sono i disoccupati, affamati e alla ricerca di una qualsiasi fonte di sostentamento, ad accettare condizioni inaccettabili che mettono a rischio la loro salute e la loro sicurezza? «Sono gli investimenti nelle opere pubbliche a far crescere i numeri e la qualità dei posti di lavoro. E una migliore qualità del lavoro significa applicazione dei contratti, rispetto delle norme e diminuzione del sommerso». A sintetizzare per tutti, al convegno Tuteliamoci creando lavoro organizzato dalla Cisl nella Sala delle Lapidi di Palazzo delle Aquile, a Palermo, è il segretario nazionale della Filca Cisl Franco Turri.
Il ragionamento è semplice quanto banale: più il lavoro è regolare e ben retribuito, più è sicuro. In Italia, ricorda il segretario generale della Cisl Sicilia Mimmo Milazzo, ci sono quasi 4 miliardi di opere finanziate ma ferme per i motivi più svariati. A Palermo non mancano gli esempi di infrastrutture finite nel tunnel e mai più uscite, dall’anello ferroviario al Palazzetto dello Sport, al canile municipale. Dal 2012 al 2016, sottolinea Paolo D’Anca della Filca Cisl Palermo Trapani, la Sicilia ha perso 53mila posti di lavoro e ci sono 64mila disoccupati in più. L’edilizia nel 2012 dava lavoro a 102mila persone, a fine 2016 a 84mila. Gli occupati a Palermo tra i 15 e i 64 anni sono il 37,4 per cento, i disoccupati il 25,1 per cento. Ancora, nell’isola il 41,4 per cento delle persone non studia e non cerca impiego (i famigerati neet), terzo dato peggiore su 200 regioni in Europa e nel 2016 ci sono stati 24 infortuni mortali (27 secondo i dati Inail) di cui 11 soltanto a Palermo e 4 nell’edilizia.
E mentre l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Emilio Arcuri, incassato pochi giorni fa il via libera del Consiglio comunale al Piano triennale delle opere pubbliche, elenca i prossimi concorsi di idee e di progettazione per le nuove linee del tram, la greenway, l’illuminazione pubblica e i due poli scolastici a nord e sud della città, Diana Artuso della Direzione territoriale Inail Palermo Trapani snocciola i dati sugli infortuni: «Nel primo semestre 2017 le denunce in Sicilia sono diminuite del 5,24 per cento rispetto al primo semestre 2016, passando da 15.293 a 14.491. Nel nord-est dell’Italia, per fare una proporzione, le denunce sono aumentate del 2,44 per cento, nel nord-ovest del 2,77 e nel centro dello 0,11. Più in generale al sud le denunce sono in calo del 2,98 per cento».
L’Inail però ammette di non avere ancora un quadro chiaro sull’aumento delle morti bianche malgrado il calo degli esposti. Si lavora sulla prevenzione e sui corsi di formazione dedicati ai lavoratori mentre Milazzo richiama alla necessità di una regia unica per i controlli: «Non è concepibile che Inail, Inps e Ispettorato del lavoro agiscano separatamente, perché si sovrappongono controllando le stesse aziende nello stesso territorio. I controlli devono essere coordinati e ottimizzati perché siano capillari ed efficaci». Per il sindacalista non è un problema di norme: «Il caporalato esiste anche in edilizia ma le misure ci sono e sono severe, oltre alle sanzioni amministrative è stata introdotta la confisca dell’azienda». «È impossibile prevedere un numero di ispettori talmente alto da controllare tutte le irregolarità nel rispetto delle norme di sicurezza – replica Artuso -. Bisogna puntare sulla prevenzione, premiando le imprese che investono sulla sicurezza, e l’Inail ha messo a disposizione in questo senso 244 milioni per i bandi Isi a fondo perduto, e su una aumentata consapevolezza dei lavoratori, che devono comprendere quando un luogo di lavoro può dirsi sano e sicuro».
Ma perché ci sono meno incidenti ma più gravi? In soldoni: le denunce diminuiscono perché effettivamente ci sono meno incidenti o perché gli imprenditori li nascondono? Secondo la dirigente dell’Inail «non si può dare una risposta univoca: il trend decrescente delle denunce non è un episodio ma è strutturale, costante e consolidato nel tempo. Nel settore delle costruzioni a Palermo siamo passati dalle 503 denunce del 2012 alle 420 nel 2013, 358 nel 2014, 354 nel 2015 e 344 nel 2016. Nello stesso settore a Trapani siamo scesi dalle 171 denunce nel 2012 alle 140 nel 2013, 146 nel 2014, 127 nel 2015 e 124 nel 2016. Invece gli incidenti mortali, purtroppo, nel primo semestre 2017 sono passati da 27 a 42, il 55,56 per cento in più rispetto al 2016». Il calo delle denunce però «non ci allarma perché in compenso è migliorata la ricerca su prevenzione, salute e sicurezza dei lavoratori. Sul fenomeno delle elusioni e delle evasioni delle denunce da parte dei datori di lavoro molto si sta facendo nel campo della prevenzione e dell’accertamento dell’attività ispettiva, con risultati però ancora da valutare».
Prima del convegno è stata consegnata una targa alla memoria alla vedova dell’ex delegato sindacale della Filca Cisl Giuseppe Mattaliano, deceduto per una malattia professionale, mentre i sindacalisti presenti in aula, insieme agli ospiti dell’evento seduti al tavolo della giunta, sono stati protagonisti di un flash mob mostrando un cartello bianco con la scritta in rosso (sangue) #stopmortibianche.