Youth Guarantee: dietro-front, tutti zitti la Corsello pontifica…

CON UN CAMBIO DI ROTTA, TIPICA DEI PIU’ GRANDI NAVIGATORI, LA DIRIGENTE GENERALE AL LAVORO SBATTE FUORI GLI ENTI FORMATIVI DALLA FILIERA DELL’ORIENTAMENTO, PRECEDENTEMENTE CHIAMATI DALL’ASSESSORE BRUNO PER SALVARE IL GOVERNO REGIONALE DAL FALLIMENTO SULLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO E PER GARANTIRE I 1754 EX SPORTELLISTI

Potevamo capire che a sconfessare il governatore della Sicilia ci pensasse lo stesso Rosario Crocetta. E sappiamo che è già accaduto più volte in diversi settori, come nella Formazione professionale. Ma che a sconfessare il potente primo cittadino della Sicilia fosse un impiegato della Regione, seppur con ruolo verticistico, non ce lo saremmo mai aspettato.

Eppure è accaduto oggi in occasione dell’incontro con le associazioni degli enti formativi, chiamati a dare una mano per superare l’empasse in cui si è impantanato il Governo regionale dopo la cessazione del progetto Spartacus in materia di politiche attive del lavoro.

Facendosi forte del suo contratto a tempo indeterminato e della propria iscrizione all’Albo dei dirigenti generali, Anna Rosa Corsello, dirigente generale tutto-fare dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale, sconfessando il presidente Crocetta e l’assessore al lavoro Giuseppe Bruno, entrambi precari della politica, ha dettato l’agenda delle politiche attive del lavoro per il periodo 2014/2020 con l’affidamento al Ciapi delle azioni previste nella Youth Guarantee di competenza dell’assessorato al Lavoro. Si tratta dell’orientamento per l’importo di 42 milioni di euro e dell’azione di accompagnamento al lavoro per 19 milioni di euro. Quest’ultima relativa al servizio di ‘counseling’ per il settanta per cento della spesa ed all’autoimpresa il restante trenta per cento. L’impegno dovrebbe interessare 1754 operatori per un periodo di 19 mesi. Domanda? Le risorse saranno sufficienti, visto che al Ciapi di Priolo gli stessi lavoratori sono costati al mese circa oltre 5 milioni di euro?

Ci eravamo lasciati con la proposta lanciata dall’assessore Bruno solo qualche giorno fa, come in altro articolo vi abbiamo raccontato. Cosa è successo nel frattempo? Quali alchimie avrebbero portato al dietro-front i poteri che si annidano a Palazzo d’Orleans, sede del Governo della Sicilia?

Sul tavolo della trattativa e solo due giorni fa, l’esecutivo era pronto a mettere 42 milioni di euro previsti dal programma della ‘Garanzia giovani’ per le attività di orientamento, 172 milioni, di cui 50 per la formazione breve (corsi di 50 ore fino ad un massimo di 200) da destinare alla filiera degli Interventi, per le attività di accompagnamento al lavoro. Dal canto loro gli enti formativi avrebbero preso tempo per verificare la compatibilità del costo del lavoro con i vincoli comunitari sulla eleggibilità della spesa. Ed invece, altro colpo di scena, il sistema degli enti formativi adesso non serve più. Abbiamo scherzato?

Emerge con chiarezza la strumentalità con la quale gli enti prima sono stati chiamati a fornire disponibilità e poi oggi messi alla berlina; cioè alla porta e neanche elegantemente.

Tutto nasce da una presunta indicazione, pare dell’ultima ora, da parte del ministero del Lavoro circa l’impossibilità di affidare le azioni della ‘Youth Guarantee’ ai soggetti del privato sociale. Ma se così era, perché mai si sono persi ulteriori 10 giorni di tempo? Non sarebbe stato meglio dire la verità: che il presidente Crocetta e la sua maggioranza problemi prima del 25 maggio non intende risolverne? Come dire, prima il consenso e poi le soluzioni?

Ci chiediamo: quando si potrà comprendere il reale indirizzo dell’amministrazione regionale considerato che gli enti difficilmente torneranno a sedersi attorno ad un tavolo di trattativa?

Non è peregrino affermare che si è consacrata con oggi l’uscita definitiva degli enti formativi, che fino al settembre 2013 hanno gestito le politiche attive del lavoro in Sicilia, per una chiara volontà politica e non per ostacoli tecnici.

Abbiamo raccolto le prime impressioni dagli ambienti di Forma Sicilia, l’associazione degli enti formativi che rappresenta la maggioranza assoluta delle agenzie del Lavoro presenti nel settore in Sicilia.

La posizione di Forma Sicilia è di grande disagio.

“Chiamati al capezzale del Governo regionale per la stesura di un serio piano industriale, visto che il risorse saranno erogate dal ministero del Lavoro solamente ‘a rimborso’ – fanno sapere dall’associazione datoriale – abbiamo dato disponibilità a farci carico di tutti i mille e 754 soggetti, caricandoci anche delle garanzia previste dal Contratto collettivo di lavoro e dei diritti pregressi ed acquisiti dai lavoratori. Immaginiamo, inoltre, visto il cambiamento di scelta da parte del Governo, un possibile contenzioso dei lavoratori sugli istituti contrattuali nei confronti delle agenzie che, subentrando nella gestione delle azioni del piano di Garanzia giovani, non potranno rispettare”.

“Da parte di Forma Sicilia non può che manifestarsi – ci viene riferito – il disappunto per una scelta che è puramente politica anche se travisata da scelte tecniche e irrispettosa dell’autonomia della Regione e della potestà in materia di riorganizzazione dei Servizi per il Lavoro”.

In buona sostanza, gli enti sono stati presi per i fondelli.

Delusione si registra, inoltre, negli ambienti di Forma Sicilia, nei confronti dell’assessore Bruno che, contraddistintosi per la sua imbarazzante e silenziosa presenza, ha assistito inerme all’enunciazione dell’indirizzo politico espresso dalla dottoressa Corsello, il dirigente generale che ha sconfessato Governo regionale.

“Forma Sicilia – fanno sapere – prende atto della scelta politica e la rispetta come sempre ha fatto, attendendo, però, di conoscere le indicazioni necessarie per comprendere quali saranno le misure adeguate per la salvaguardia dei lavoratori”.

Aggiungiamo che così facendo, con un annuncio a settimana, c’è il sospetto che il Governo Crocetta spinga verso un probabile collasso degli enti gestori con l’effetto di un possibile ‘procurato fallimento’ laddove nessun atto vincolante in termini di salvaguardia di tutto il personale non dovesse pervenire entro tempi congrui.

L’assessore Bruno, fresco di nomina, pareva innestare linfa di novità contenutistiche anche nelle relazioni istituzionali ed invece presto, troppo presto, si è rivelata figura evanescente. Ci chiediamo, gli atti di indirizzo chi li fa? Dopo l’esperienza di Ester Bonafede, assessore al Lavoro che per diciotto mesi non ha prodotto che pochi atti politici, sarebbe utile capire qual è la politica di questo Governo in materia di Lavoro. Solo annunci?

Ogni settimana si è assistito solamente ad annunci, peraltro mai rispettati. A quando le decisioni?

Scommettiamo che se dovessero sorgere dei problemi in sede di registrazione del decreto della Corte del Conti o da parte del ministero del Lavoro, gli enti saranno chiamati di gran corsa?

E se così dovesse essere, siamo sicuri che a questo punto ci sarà la disponibilità degli enti a correre in aiuto?

Giuseppe Messina

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