Wind Jet, concluso incontro al ministero Possibili soluzioni di continuità aziendale

Ancora colpi di scena per la vicenda Wind Jet. Dal vertice di oggi pomeriggio convocato a Roma dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera tra AlitaliaWind Jet, in presenza di sindacatiEnac e Regione siciliana , concluso in serata, è emersa l’intenzione della compagnia low cost di ricorrere al concordato preventivo: la procedura concorsuale attraverso la quale l’imprenditore ricerca un accordo con i suoi creditori per cercare di superare la crisi in cui versa l’impresa, grazie anche alla presenza di soggetti interessati alla compagnia. L’incontro non era cominciato lasciando presagire buoni auspici. «Il dossier con Wind Jet non si può riaprire: francamente con loro penso che non ci sia nessuna possibilità di riprendere un dialogo», ha infatti affermato l’amministratore delegato di Alitalia, Andrea Ragnetti, davanti al ministero dello Sviluppo economico. E ha abbandonato il tavolo prima che si concludesse. «Cercheremo altre vie». E’ la risposta di fronte a una porta definitivamente chiusa dell’amministratore delegato di Wind Jet Stefano Rantuccio al termine, pochi minuti fa, della riunione.

«Di fronte all’indisponibilità di Alitalia, la Wind Jet – si legge nel comunicato diffuso a conclusione dell’incontro – ha comunicato la ricezione di più manifestazioni da parte di soggetti italiani e stranieri interessati alla ripresa dell’attività di volo». E «si riserva pertanto di intraprendere, in accordo con i creditori principali e nell’interesse di passeggeri e dipendenti, soluzioni di continuità aziendale anche avvalendosi delle recenti norme in materia di concordato preventivo». Il 24 agosto si terrà una nuova riunione al ministero durante la quale verrà richiesto alla Wind Jet di rivelare l’identità dei soggetti interessati all’azienda e dimostrarne la loro effettiva esistenza.

Per la compagnia di bandiera, invece, non ci sono più speranze di risprire la trattativa con la low cost di Antonino Pulvirenti che, secondo Ragnetti, non è più in condizioni di operare: «Noi saremmo anche disponibili ad andare avanti – dichiara – ma quell’azienda non esiste più, non ha nemmeno gli aerei. È ridotta molto molto male e lo abbiamo scoperto in questi mesi, al ritmo di una scoperta al giorno».  Dichiarazioni che hanno sollevato la preoccupazione delle associazioni per i consumatori. I presidenti di Adusbef e Federconsumatori, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, chiedono ora anche il commissariamento dell’Enac considerato che «non conosceva le condizioni in cui versava Wind Jet», dicono.

Intanto, l’Ad di Alitalia ha respinto le accuse di speculazione sul fallimento della compagnia etnea: «Soltanto un ingenuo – ha detto – può pensare che Alitalia abbia cercato scientemente di far fallire Wind Jet, che invece è fallita o fallirà semplicemente per cattiva capacità gestionale». In una nota la compagnia di bandiera ha fatto sapere che fino ad oggi i passeggeri di Wind Jet riprotetti da Alitalia sono 6700. Ragnetti ha spiegato come l’operazione di salvataggio dei passeggeri stia avendo per la sua azienda un costo proibitivo: «Operiamo in perdita, i costi che non recuperiamo per fare riprotezione sono di 80 mila euro al giorno», afferma.

Sui risultati dell’incontro di oggi si attendono però risposte più concrete. I sindacati – si legge nella nota ministeriale – circa le iniziative di concordato preventivo e di riattivazione delle operazioni con l’ingresso di soggetti interessati presentate da Wind Jet «chiedono la comunicazione entro il mese di agosto dello stato di avanzamento delle iniziative e la convocazione entro il mese di settembre di un tavolo permanente sullo stato di crisi generalizzato del trasporto aereo italiano». Intanto, i dipendenti lasceranno il presidio in aeroporto, dove da due giorni sono riuniti in assemblea permanente per protesta. Per il 25 agosto la Filt Cgil ha indetto un’assemblea generale alle 5 di mattina all’aeroporto Bellini di Catania. «In base ai risultati dell’incontro del 24 vedremo se intraprendere un’azione di forza o stappare una bottiglia», dice uno dei dipendenti.

[Foto di Marco Tersigni]

Agata Pasqualino

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