Una serra intera, con quattromila euro di piantine di peperoni piantate da poco, venuta giù. Siamo ad Acate, in contrada Macconi-Pezza di Fico, nell’azienda del signor Roberto Cannizzo, una delle vittime della violenta ondata di maltempo di sabato scorso. Originario di Genova, gestisce l’impresa a conduzione familiare da circa 25 anni. Di danni, nel corso del tempo, ne ha conosciuti tanti, di indennizzi nessuno. Quelli che il vento di scirocco gli ha causato nel fine settimana ammontano a circa 15mila euro e per il momento la serra rimarrà a terra, come la quasi totalità di quelle danneggiate nel comparto della fascia trasformata. Ci sono le altre da seguire, c’è la produzione da portare avanti, nella speranza che, dopo tanti sacrifici, una volta giunti al mercato il prezzo sia dignitoso. Nelle altre serre le piante crescono rigogliose e i peperoni sfumano dal verde al giallo oro. Il signor Cannizzo li mostra orgoglioso, li regala anche, perché la generosità qui è la normalità e nessuno se ne deve andare via a mani vuote.
Poco più avanti, procedendo tra strade sterrate e distese di plastica, c’è l’azienda Randazzo. Qui i danni sono stati un po’ più contenuti, è venuta giù solo – si fa per dire – la parte di una serra coltivata a pomodoro e molto presto sarà sistemata. Il danno si aggira tra mille e millecinquecento euro, ma non si attenderanno gli aiuti perché i tempi della politica non coincidono con quelli di questi piccoli e medi imprenditori. «Gli uffici stanno procedendo alle prime stime dei danni causati dall’ondata di maltempo che venerdì si è abbattuta nel Ragusano – si legge in una nota dell’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera -. Sono in costante contatto con il capo dell’ispettorato provinciale all’Agricoltura, Giorgio Carpenzano, affinché i tecnici della Regione procedano, rapidamente, a definire entità e perimetrazione dei danni. In questo modo – continua – potremo deliberare lo stato di calamità, attivando le provvidenze previste dalla legge». Bandiera sottolinea che la giunta ha previsto «dieci milioni di euro per riattivare il Fondo di solidarietà regionale».
Intanto anche altrove, a Santa Croce Camerina per esempio, intere aziende sono state trascinate via dalla furia dello scirocco. Il vento è cambiato in questo lunedì mattina, adesso soffia da ovest e l’aria è un po’ più fresca. I sindaci dei comuni colpiti si stanno mobilitando, dai palazzi palermitani fanno sapere di essere già a conoscenza della gravità della situazione e le organizzazioni di categoria invitano i produttori a segnalare i danni per procedere a una ricognizione nel tentativo di recuperare qualcosa. Ma qui, in contrada Macconi-Pezza di Fico, tra le serre abbattute e le piantine bruciate dal sole penetrato attraverso brandelli di plastica, regna solo un surreale silenzio.
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