Vittoria: i fanghi hanno inquinato la falda idrica. Chi si occupa della salute della popolazione?

ACQUE REFLUE CHE INVADONO LE VIGNE. INQUINAMENTO CHE RISTAGNA DAL 2011. IL MOTORE PER LA PRODUZIONE DI BIO GAS MAI USATO. IL DEPURATORE DI VITTORIA E’ UN DISASTRO. PROBLEMI ANCHE PER LA DISCARICA DI POZZO BOLLENTE, ORMAI SATURA. LA SPIAGGIA DI MARINA DI ACATE RIDOTTA A DISCARICA. MA SI PUO’ GESTIRE COSI’ UNA CITTA? L’ABBIAMO CHIESTO A GIAMPIERO TRIZZINO

Abbiamo chiesto a Giampiero Trizzino, parlamentare di Sala d’Ercole del Movimento 5 Stelle e presidente della quarta Commissione dell’Ars (Ambiente e Territorio) il perché di questo loro “arrivo a sorpresa” a Vittoria e il suo parere su quanto visto all’interno dell’impianto di depurazione.

“Abbiamo deciso di fare questa ispezione a Ragusa perché sappiamo che esistono, in alcuni centri, situazioni critiche sotto il profilo ambientale. Problemi che vanno dalla gestione dei rifiuti a quella delle acque reflue. Noi spesso ci rechiamo a valutare i diversi casi che possono rappresentare un problema per la popolazione, proprio per valutarne la gravità”.

Si dice che in Sicilia manchino gli impianti di depurazione delle acque.

“Non è vero. In realtà gli impianti ci sono, ma vengono gestiti male. Da un lato esiste l’incapacità obiettiva di alcune Amministrazioni comunali, dall’altro esistono svariate motivazioni”.

Quali problemi avete riscontrato nel depuratore di Vittoria?

“In questo depuratore esistono due linee di depurazione, una delle quali non è in uso dal 2011 e contiene fanghi che in tre anni sono andati in putrescenza e l’odore che ne vien fuori è davvero spaventoso. La cosa più impressionante è il digestore anaerobico che non è mai stato attivato per la produzione di biogas. Questo avrebbe coperto le spese di gestione di tutto il depuratore. Il motore a gas è stato soltanto collaudato negli anni ’90, ma non è mai stato utilizzato e ormai pare sia diventato obsoleto e sembra che sia più costoso farlo riparare che non acquistarne nuovo. Il costo sarebbe di 150 mila euro che per un bilancio regionale potrebbe anche essere una cifra esigua. Ma siamo davanti ad una gestione fallimentare, perché non si capisce come si faccia a far ‘invecchiare’ un motore come questo, senza averlo mai usato una sola volta. E’ incredibile!”.

Il digestore anaerobico era rivestito con lana di roccia e lamiera verdastra per renderlo meno impattante a livello visivo. Dalle denunce si evince una strana fine di questa sorta di rivestimento…

“Sì, pare che la copertura dell’edificio sia stata divelta dal vento e che il Comune si sia rivenduto le parti in alluminio. Questo è un fatto gravissimo, da denuncia. E infatti le denunce pare siano arrivate. La lana di roccia, che a quanto pare è irritante per la gola, è stata seppellita all’interno dell’area e non bene: una parte infatti è scoperta e rappresenta un pericolo per gli operai che vi lavorano e che respirano questo schifo, con tutto ciò che ne consegue”.

Ci sono responsabilità secondo lei?

“Il problema non è soltanto la lana di roccia, ma anche i ‘fanghi’ che tracimano e che finiscono nella falda. C’è un problema di inquinamento davvero molto importante e questo accade ad un impianto ‘comunale’ ed esiste una responsabilità diretta del gestore, anche in considerazione del fatto che tutto questo è stato denunciato in passato, altre volte.”

Cosa pensate di fare a livello politico?

“Vanessa Ferreri ed io faremo delle interrogazioni, attraverso le quali chiederemo al Governo regionale le motivazioni del fermo della linea. Io voglio sapere cosa ne è stato dei fanghi prodotti quando l’impianto era chiuso e dove sono stati sepolti dopo essere tracimati dall’impianto. E voglio sapere anche, attraverso carotaggi dell’Arpa, che fine hanno fatto anche le acque reflue che, essendo più liquide, una volta tracimate, si diffondevano più celermente nelle vigne vicine all’impianto”.

E gli altri impianti di questa zona?

“La discarica ha un grosso problema che è quello dei ‘fondi post mortem’. Ricordiamo che la discarica di Pozzo Bollente è ormai satura. Dovrebbe essere bonificata, visto che non è più in grado di contenere i rifiuti della città. Ma, a quanto pare, i fondi sono stati distratti e destinati ad altro. Credo che la magistratura stia indagando. Bisogna comunque recuperare i fondi e pensare al percolato che continua, ovviamente, a fare il suo percorso. Il mese scorso ho consegnato, sotto forma documentale, tutte le problematiche riguardanti le Srr a Marco Lupo (il dirigente generale del dipartimento regionale Acqua e Rifiuti ndr) e questi, basandosi sui documenti prodotti, ha concesso un’ulteriore proroga solo per quelle società che avessero bisogno di prolungare i tempi per il loro start-up ed anche questa discarica ha ottenuto la proroga. Questa è comunque l’ultima volta che si esprimono pareri positivi per ulteriori commissariamenti, perché la legge 9 del 2010 prevede un solo commissariamento ed è stato prorogato per cinque volte e questo non accadrà più. Quindi o le Srr si decidono a partire o dovremo denunciare il fallimento delle Società di regolamentazione rifiuti. E poi c’è questa cosa assurda della piattaforma per la differenziata che non può partire perché i rifiuti impediscono l’accesso all’impianto. Perché non ripuliscono e mettono la gente a lavorare?”.

Per quanto riguarda il compostaggio?

“L’impianto è ultimato, mancano solo pochi dettagli, ma le gare vanno deserte. Il motivo per cui vanno deserte le gare è un brutto problema. E’ ovvio che se manca la frazione umida io non ho molto da conferire in discarica. Quindi bisognerebbe che le Srr monitorassero tutto quello che accade, che l’amministrazione giudiziaria controllasse le gare che vanno o non vanno deserte. E poi ci vogliono amministratori coraggiosi! Gli amministratori sanno cosa fare”.

La giornata dei due deputati dell’Ars si è conclusa sulla spiaggia “Macconi” di Marina di Acate, dove hanno potuto riscontrare il degrado di questo tratto di costa del Ragusano divenuta ricettacolo di montagne di plastica “camuffate”da dune sabbiose. Anche per questo problema Vanessa Ferreri presenterà delle interrogazioni al Governo per capire cosa lo stesso intenda fare per restituire questo tratto di costa alla popolazione.

 

 

 

 

 

 

Daniela Giuffrida

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