Villaggio Azzurro, abbattuta casa sul mare Il Sindaco: «Previste altre 138 demolizioni»

La spiaggia di San Francesco La Rena è piena di ombrelloni, e le stradine del villaggio Azzurro in agosto sono trafficate come una qualsiasi via del centro. Sulla spiaggia c’è pure chi gira su un quad, una di quelle moto a quattro ruote, teoricamente vietata in questa zona protetta: siamo in piena oasi del Simeto, zona B di “preriserva” secondo quanto stabilito dalla legge regionale che ha istituito l’area protetta. Ma i piccoli abusi quotidiani sono ben poca cosa rispetto a quanto si vede a pochi passi dal mare, dove questa mattina mezzi del Comune di Catania hanno abbattuto una delle centinaia di case costruite abusivamente a pochi metri dal mare.

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«E’ la villa di un noto imprenditore, che ha una concessionaria di auto usate. Ma sono almeno dieci anni che è disabitata», spiega una coppia. Vivono proprio di fronte alla casa abbattuta, ma non temono per la propria. «La nostra non è abusiva, ma abbiamo sentito che ne devono abbattere cento», dicono. «Sono centotrentotto le demolizioni da effettuare, e già tra fine agosto e i primi di settembre abbatteremo la villetta accanto», dichiara il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, rimasto sul posto per più di un’ora ad assistere ai lavori. Insieme a lui il procuratore aggiunto Giuseppe Toscano, che della Procura etnea è l’esperto in materia di abuso edilizio. «L’amministrazione ha agito d’intesa con la Procura per ottemperare ad un obbligo di legge», precisa il sindaco Stancanelli, che sottolinea come l’operazione sia stata svolta «con i mezzi del Comune, che provvederà anche a conferire in discarica gli inerti». I costi verranno poi addebitati ai privati, assicura il sindaco.

«Il proprietario di questa casa è ricco, ma se abbattono quella di uno che non può permetterselo il Comune si fa carico delle spese», dichiara il signor Giuseppe, che assiste ai lavori di demolizione insieme ad un’altra decina di persone. Ha anche lui una casa proprio nel popoloso villaggio a mare, che verrà abbattuta, ma non si scoraggia. «Sapevamo già che doveva succedere. La casa di mia nipote dovrà essere la prossima. La vede? E’ proprio quella accanto». Secondo Giuseppe «tutti qui sanno che le case prima o poi verranno abbattute: abbiamo provato anche ricorsi al Tar ma invano. Ce le godremo fino a quando possiamo». Fa un gesto con la mano, come a indicare che tutto quello che sta davanti al mare verrà buttato giù. «Andremo avanti con un ritmo di due case al mese», ci confida intanto un vigile urbano. «Entro cinquanta metri dalla battigia verrà tutto demolito, come previsto dalla legge regionale 37/85: anche se si tratta di terreni privati, sono aree non edificabili» continua il vigile, che interrompe la spiegazione per tornare a lavoro: ha il suo da fare per non fare avvicinare troppo i curiosi alla casa in demolizione.

 

Leandro Perrotta

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