«Non si dicono brutte parole», rimprovera un bambino al suo papà, che risponde «A lui puoi dirle anche tu, se le merita». Antonino Pulvirenti, presidente dimissionario del Catania, è il personaggio più preso di mira durante il corteo «dell’orgoglio rossazzurro». A organizzarlo sono i gruppi ultras del tifo etneo. Sulla folla, che muove da piazza Roma fino a piazza Università, campeggia la scritta «Pulvirenti Vattene», a caratteri cubitali. «Non vogliamo che l’immagine della città sia associata a quella che Pulvirenti e la dirigenza hanno dato», è la risposta più frequente tra i partecipanti.
È passata meno di una settimana dallo scoppio del caso I treni del gol. L’indagine della procura di Catania ha portato all’arresto, tra gli altri, del presidente, dell’amministratore delegato Pablo Cosentino e dell’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri. L’accusa è di truffa e frode sportiva. Secondo gli investigatori, hanno truccato alcune partite dell’ultimo campionato di serie B con l’obiettivo di salvare la squadra e fare soldi pilotando le scommesse.
«Catania non si tocca», è il messaggio scritto sullo striscione dietro cui camminano i tifosi. I destinatari sono tutti i catanesi, perché «restare uniti non salverà il Catania dalle conseguenze ma ci dà forza e conforto per affrontarle», spiegano. I dirigenti coinvolti nelle indagini rischiano il carcere. La squadra potrebbe essere retrocessa in Lega Pro, con diversi punti di penalizzazione. Nella peggiore delle ipotesi, se la società non riuscisse a completare l’iscrizione al prossimo campionato, ripartirebbe dai Dilettanti. C’è tempo fino al 30 giugno, ma bisognerà anzitutto approvare un nuovo consiglio di amministrazione che si occupi di pagare le tasse e presentare le carte necessarie.
Alla partenza da piazza Roma, tra partecipanti e curiosi, sono circa in mille. A raccontare l’atmosfera sono le loro voci. «Pari ca stamu accumpagnannu u mottu». Il corteo si muove a passo lento ma è popolato da colori e cori. «Siamo meno di quanti prevedessi, ma facciamo tanto rumore». Qualche momento di tensione all’esplosione di diverse bomba carta, una anche all’interno della villa Bellini. Il negozio ufficiale del Catania, che si trova lungo il percorso del corteo, è rimasto chiuso «per prudenza». Alle 21 arrivano in piazza Università circa duecento. Molti abbandonano durante il cammino. Ancora qualche coro, poi il corteo si scioglie.
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