Un «avviso esplorativo» per valutare la vendita o l’affitto di un palazzo storico in via De Felice 48. Lo ha pubblicato l’istituto per ciechi Ardizzone Gioeni nei giorni scorsi, dopo averlo annunciato all’indomani dell’occupazione della struttura da parte del comitato Casa x tutti. Serve a verificare «l’eventuale disponibilità di soggetti interessati all’acquisto e/o locazione dell’edificio posto del centro storico». A pochi passi da via Umberto e da piazza Carlo Alberto, era rimasto chiuso per 25 anni. Finché non ci erano entrate le 40 persone senza casa che chiedevano al Comune risposte sull’emergenza abitativa. Dentro allo stabile c’erano rimaste solo per un paio di giorni, fino all’arrivo delle forze dell’ordine allertate da una denuncia per occupazione abusiva formulata dal commissario straordinario dell’istituto, Giampiero Panvini.
Il palazzo è alto tre piani, più un piano interrato con autorimessa e il pianterreno adibito a botteghe: un totale di 2370 metri quadrati per i quali gli eventuali interessati dovranno presentare un’offerta economica. A mo’ di cifra d’acquisto o, in alternativa, come canone di locazione. Numeri non vincolanti, ai quali dovrà essere affiancato – solo nel caso dell’affitto – anche un progetto di rilancio dell’intero edificio. Un piano delle attività da realizzarci dentro e «gli interventi di carattere edilizio e tecnologico da operare sul complesso». Le offerte dovranno essere inviate entro il 29 marzo. Dopo quella data, la palla passerà all’Ardizzone Gioeni per la valutazione. «Crediamo che di proposte ne arriveranno tante, ma dovremo considerarne la qualità», spiega Giampiero Panvini, neo-nominato commissario dell’ente.
«Noi abbiamo già un nostro progetto per la riqualificazione del palazzo e che prevede che siano realizzati degli appartamenti – racconta Panvini – ma nulla esclude che, se ci dovessero essere proposte più meritevoli, possiamo reputarle interessanti». Il palazzo di via De Felice – di cui l’istituto Ardizzone Gioeni è entrato in possesso grazie a un lascito ereditario – è sicuramente uno dei più prestigiosi del patrimonio della struttura. «Secondo le nostre stime, se lo vendessimo riusciremmo a risanare le nostre casse che, come quelle della maggior parte degli Ipab regionali, sono in grave sofferenza», sostiene il commissario. Ma anche un affitto mensile potrebbe essere una risorsa da non sottovalutare: «Ovviamente se viene un pizzaro per una bottega non conviene, perché non è una garanzia sufficiente – afferma – Ma se arriva un’amministrazione pubblica che ha bisogno di uffici o altro è tutta un’altra storia».
L’altra possibilità a cui l’Ardizzone guarda con interesse è che ad acquistare o a proporre l’affitto siano imprenditori del settore immobiliare. «Chiaramente dobbiamo valorizzarlo al meglio – prosegue Panvini – Di certo non sono dell’avviso che vada tenuto chiuso». L’investimento da effettuare, però, «è consistente: ci sono problemi di agibilità, ma la posizione privilegiata è certamente un punto di forza per il quale vale la pena spendere». La facciata, in pieno centro storico, non dovrebbe subire modifiche. Motivo per il quale dovrebbe solo essere restaurata, cosa che potrebbe non incontrare resistenze da parte della soprintendenza ai Beni culturali. «Gli interni, invece, non sono di pregio storico», aggiunge. Dopo le preliminari manifestazioni d’interesse, bisogna emanare la gara d’appalto. «I tempi saranno sicuramente brevi, perché l’ente è commissariato – conclude Giampiero Panvini – Devo dare conto solo alla mia coscienza, alla legge e ai miei collaboratori».
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