Via Crociferi, topi morenti in una busta accanto a La Tosteria Il nodo pedonalizzazione: «Dal Comune solo supercazzole»

In via Crociferi c’è chi può e chi non può. C’è chi può davvero usufruire della zona classificata come pedonale nel 2012, con tanto di paletti dissuasori, poi espiantati e sostituiti con alcune fioriere, e c’è chi invece si trova a fare i conti con il traffico veicolare, il parcheggio selvaggio, i parcheggiatori abusivi e il continuo viavai dei furgoni dei fornitori. E perfino con un sacchetto di spazzatura con dentro dei topi vivi sommersi dalla colla lasciato sul ciglio della strada, a pochi metri dal laboratorio di Giorgia Proto, titolare de La Tosteria, un piccolo laboratorio artigianale in cui si panifica pan carrè per trasformarlo in toast. Questa è solo l’ultima questione con cui Proto si ritrova a dovere fare i conti. In passato, anche la vetrina del locale era stata spaccata. «Vedere quegli animali che stavano per morire, prima di tutto spezza il cuore», racconta l’imprenditrice a MeridioNews. Il punto, però, è ben oltre la sofferenza dei ratti. «Si tratta di animali vivi e infestanti che qualcuno ha lasciato per strada con il rischio che ci vadano di mezzo bambini e altri animali». 

I problemi della zona sono noti da anni, anche alle istituzioni e alle forze dell’ordine. «All’angolo tra via Crociferi e via Cerami, fino a qualche tempo fa si creava una discarica perché in molti depositavano lì i propri rifiuti – racconta Proto – Siamo riusciti a parlare con la gente e li abbiamo fatti smettere, ma con una persona è impossibile». Il riferimento sarebbe proprio a chi ha abbandonato il sacchetto con i topi. «Più volte abbiamo segnalato la signora alla polizia ambientale ma continua», lamenta la titolare del locale. Questo, però, è solo l’ultimo di una serie di episodi che fanno propendere per l’idea che La Tosteria e i continui appelli per rendere pedonale una zona che dovrebbe esserlo da tempo, non piacciano a tutti. «Vivo da anni un problema di parcheggi, parcheggiatori abusivi e transito veicolare – spiega – in totale spregio della zona pedonale». Per questi motivi la donna ha deciso di intraprendere una battaglia quotidiana contro l’inciviltà

Catanese di origine, per un periodo Proto ha vissuto a Milano dove ha intrapreso una carriera nel settore farmaceutico. Decisa a cambiare vita, per realizzare il suo sogno è tornata nella sua città per aprire uno street food. Ma il sogno si è trasformato presto in un incubo quando, dopo un ingente investimento per ristrutturare la bottega, ha dovuto fare i conti con l’inciviltà, i favoritismi e la logica del “iu sugnu ca da sessant’anni, tu arruasti ora” (Io sono qui da sessant’anni, tu sei arrivato adesso). «Ho scelto di avviare qui la mia attività perché consapevole che fosse un’area pedonale – spiega – Ma lo è solo sulla carta: i paletti dissuasori sono spariti – continua l’imprenditrice – Abbiamo fatto innumerevoli segnalazioni e anche una raccolta firme protocollata all’ufficio traffico urbano per chiudere il transito da via Sant’Elena, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta, se non supercazzole». 

«Non si capisce come questa delibera non venga rispettata – si chiede – nonostante la raccolta firme per installare i paletti in via Sant’Elena, qualcuno ha deciso di chiudere l’accesso da via Sangiuliano che è l’unica larga, e io mi ritrovo con un doppio senso di marcia in una zona più antica e più stretta che dovrebbe essere pedonale». Anche in questo caso, come lamentato dai comitati cittadini in città così come in periferia, mancherebbero i controlli. «I vigili non multano il transito e il risultato è un continuo viavai, soprattutto la sera. Qualche giorno fa, stavano investendo una signora con il passeggino». Criticità già note alle cronache «Io – conclude Proto – ho deciso di investire in una zona pedonale e mi ritrovo in una strada stretta e a doppio senso di marcia, sinceramente mi sento truffata». 

Gabriele Patti

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