Via Albergheria, palazzo transennato diventa discarica «Da 12 anni viviamo nel degrado, ora va anche peggio»

Anche all’interno del centro storico si possono trovare aree simili alle periferie. Zone lasciate al degrado
da anni, dove non si sa chi deve intervenire: qui le riqualificazioni vanno a rilento, quando non si fermano del tutto. Uno di questi casi è quello del rudere, frutto dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, che sorge in via Albergheria. Transennato da oltre dieci anni, prima con reti metalliche e ora, dopo l’ultimo crollo di circa otto mesi fa, circondato da una sorta di staccionata bianca. 


Qui i residenti da anni combattono una battaglia che ormai sembrano quasi rassegnati a dover perdere. «Da tempo pago una persona che viene a pulire l’area dietro la staccionata – spiega Loredana Franzella –  questo palazzo è così da 12 anni, da quando sono venuta ad abitare in questa strada. Noi residenti non riusciamo ad aprire la finestra per la puzza che emana la spazzatura, perché chiunque passa di qua lascia i sacchetti di rifiuti facendoli passare dai buchi di questo steccato. A volte li lanciano addirittura dall’auto, infatti alcuni restano appesi alle sporgenze del muro. Non mi posso nemmeno affacciare al balcone o uscire serenamente in strada: circolano topi ormai simili a pantegane, scarafaggi. Ci sono escrementi di ratto e anche umani».

Ultimamente, raccontano i residenti, le cose sono paradossalmente peggiorate con i vigili che hanno stretto i controlli sull’abbandono in strada dei rifiuti, il palazzo si sarebbe infatti trasformato in una discarica “sicura” per sfuggire ai controlli. «La gente passa e butta tutto qui tanto nessuno fa la multa, è diventata una discarica a cielo aperto. Se parlo con la Rap mi dice che è un problema del Comune e se parlo col Comune mi dice che il palazzo è sotto sequestro, ma nessuno si occupa né di ristrutturarlo né di buttarlo a terra e da anni viviamo questa realtà». Neanche otto mesi fa ne è caduto un altro pezzo. «Inizialmente c’erano delle reti metalliche – aggiunge Franzella –  poi sono state sostituite, dopo il nuovo crollo, con questa staccionata bianca ma il posto è agibile da chiunque: entrano fanno i loro bisogni, di notte ci si vengono a bucare, specialmente il sabato. La sera abbiamo pure paura di uscire di casa perché non sappiamo chi può venire fuori da là dentro: è un covo di tossici. Non si può andare avanti così. Qui abitano bambini. Infine la domenica siamo come murati vivi perché a causa del mercato non possiamo nemmeno prendere la macchina».

Circa una decina di anni fa il Comune ha mandato
una comunicazione di esproprio per realizzare case popolari. Poi sono sorte diatribe con i proprietari. Adesso ci sono due cause in corso: una civile, perché il Comune ha chiesto soldi ai proprietari per la messa in sicurezza e una penale per la messa in sicurezza stessa. Chi ha ragione lo stabiliranno i giudici. Di chiunque sia la responsabilità dell’intervento però la situazione non può essere lasciata così. Anche secondo il presidente della Prima Circoscrizione Massimo Castiglia: «Non si può non intervenire, farò richiesta formale al Comune perché ripulisca l’area, inoltre questa situazione rallenta ancora di più il recupero dello spazio. Il tema è che in centro di queste situazioni ce ne sono diverse. Serve un piano di razionalizzazione di tutte queste aree per capire come intervenire e se ci sono fondi per la ricostruzione, anche per destinare questi ruderi all’edilizia pubblica o ad aree aperte e giardini». 

Stefania Brusca

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