“Io! Io! Io!” Grida Mario che non ha ancora avuto il cartellino colorato per la sua lavanda. Dina lo aiuta a liberare la piantina dall’involucro di plastica che la protegge e ad annodarle il cartellino azzurro con il suo nome e poi lo lascia adagiarla con estrema dolcezza, tenendola con entrambe le manine, nella buca scavata proprio per lui dal giardiniere. A poco a poco il misero fazzoletto di terra in mezzo ai blocchi di cemento di viale Moncada 5 si colora di verde. Nel silenzio surreale di Librino, turbato soltanto dalle auto e dai motorini che sfrecciano quasi ininterrottamente, le voci e le risate dei bambini oggi sono una festa. E di una festa davvero si tratta. Piantine, picconi, cartoncini colorati, pennarelli e soprattutto l’entusiasmo dei bimbi e di chi li accompagna ne fanno gli ingredienti perfetti. Giorgia, Mario, Loredana, Alessia, Noemi. Ognuno di loro da oggi dovrà occuparsi quotidianamente della sua piantina, annaffiarla e proteggerla. Un impegno che è altro rispetto al vuoto dominante in uno spazio in cui mancano parchi, spazi di gioco, cinema e biblioteche.
Un degrado a cui si contrappone l’impegno dei volontari dell’associazione Iqbal Masih, che organizzano attività sportive e di doposcuola, e del circolo di Rifondazione Comunista, che contribuisce con i Gap settimanali. La Festa del verde, da loro organizzata sabato 3 aprile 2010, non è stata solo un’occasione di svago e di crescita, ma anche una forma simbolica di protesta contro l’incuria ambientale e civile a cui è abbandonato il quartiere ormai da anni. A pochi passi dal piccolo giardino appena creato cornicioni pericolanti, tubature idriche e della rete fognante che scolano le loro perdite liberamente, botole e ringhiere arruginite, raccontano di un quartiere dimenticato dalle amministrazioni comunali di centro destra e centro sinistra, di un luogo dove i politici fanno la loro comparsa solo durante le campagne elettorali, in cerca di voti. E che siano proprio i bambini i protagonisti della rivalutazione del territorio è il regalo più bello, perché dal loro infinito entusiasmo rinasce la speranza.
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