Università, nuove residenze: sette progetti approvati dal Miur Ma solo uno verrà finanziato, le colpe della Regione siciliana

La sete di posti letto nelle residenze universitarie siciliane potrebbe trovare un’importante fonte d’acqua nei prossimi anni. La commissione paritetica del ministero dell’Istruzione ha infatti da poco chiuso i lavori su un importante bando rivolto agli atenei e agli Ersu per l’acquisto, la ristrutturazione e l’efficientamento energetico di immobili destinati a residenze universitarie. La buona notizia è che nell’elenco di 80 progetti giudicati idonei, sette sono siciliani: due dell’Ersu Palermo, uno ciascuno per l’Ersu Messina ed Ersu Catania, uno ciascuno dell’università di Catania e Messina, e uno della Kore di Enna. La cattiva notizia è che, sulla base dei finanziamenti concretamente destinati al bando, cioè circa 133 milioni inseriti nell’ultima Finanzaria targata governo Gentiloni, solo uno riceverà a breve termine i fondi per iniziare i lavori. Si tratta del progetto dell’Ersu Palermo per l’efficientamento del Santi Romano, già residenza in viale delle Scienze. Il Miur contribuirà con 1,2 milioni e complessivamente l’intervento ha un valore di circa 2,5 milioni. Alla fine dei lavori gli universitari palermitani potanno contare su 120 posti letto in aggiunta agli attuali 732.

Il progetto dell’Ersu Palermo è l’unico che ha ottenuto un punteggio sufficiente per rientrare tra i 32 già finanziabili. Eppure a tutti gli enti siciliani che hanno partecipato al bando sarebbe bastato poco per migliorare la propria posizione in graduatoria. Stando a fonti ministeriali, ad esempio, la Regione siciliana è stata tra le poche, se non l’unica, a dare la valutazione di «coerente» e non «molto coerente» a tutti i progetti degli enti isolani. Un dettaglio non da poco. 

Il Miur, infatti, tra i criteri di assegnazione del punteggio inserisce anche il giudizio che dà la Regione di competenza al progetto, in relazione alla complessiva necessità di posti letto e alla strategia che si sta portando avanti per colmare eventuali mancanze. Facciamo un esempio: se un progetto fosse stato giudicato inutile alla luce delle strutture già esistenti o perché già coperto da altri finanziamenti, il giudizio sarebbe dovuto essere negativo. Ma, vista la storica penuria di posti letto nelle residenze siciliane, tutti i progetti presentati sarebbero di vitale importanza per le università dell’isola. Eppure da parte dell’assessorato alla Formazione, allora guidato da Bruno Marziano, non è arrivata la valutazione «molto coerente», che avrebbe assegnato dieci punti in più ai progetti, ma semplicemente «coerente», che ha invece attribuito solo cinque punti, penalizzando gli enti siciliani nella graduatoria nazionale. Il progetto dell’Ersu di Palermo sul Santi Romano avrebbe, ad esempio, scalato ben 16 posizioni. 

Così le università e gli Ersu di Palermo, Messina, Catania ed Enna dovranno aspettare le decisioni del nuovo governo nazionale per sapere se i loro progetti, risultati idonei, saranno finanziati. Il precedente governo aveva assegnato al bando 323 milioni di euro, ma ha garantito una copertura in Finanziaria di 133 milioni. Sta adesso all’asse Lega-M5s decidere se rifinanziarlo o destinare ad altro le risorse. 

Nella graduatoria nazionale compaiono, al 49esimo posto, l’acquisto di un immobile da parte dell’Ersu Messina per 115 nuovi posti letto (cofinanziamento del Miur di 2 milioni, valore complessivo dell’intervento 4 milioni); al 56esimo torna l’Ersu Palermo con il progetto di ristrutturazione del palazzo storico Marchesi che garantirebbe 43 posti (cofinanziamento 2,9 milioni, valore totale circa sei); al 71esimo posto il progetto dell’Ersu Catania di ristrutturazione di un immobile all’interno della Cittadella universitaria per 59 posti (2,4 milioni di cofinanziamento ministeriale, e circa cinque il progetto totale); al 75esimo la ristrutturazione di un immobile con 87 posti letto da parte dell’università di Catania (cofinanziamento di 4,3 milioni, per un totale di poco più di otto); al 79esimo posto il mega progetto da 206 posti dell’università di Messina comprendente sia una ristrutturazione che nuove costruzioni (cofinanziamento da 12,8 milioni); infine all’80esimo posto, ultimo nella graduatoria nazionale, la costruzione di una nuova residenza da parte della Kore di Enna, 234 posti per un cofinanziamento da 8 milioni.

In attesa dei nuovi finanziamenti ministeriali, a Catania e Messina qualcosa potrebbe cambiare già con l’annno accademico 2019/2020. Nel capoluogo etneo, dopo un lungo contenzioso, l’Ersu ha sbloccato la vicenda dell’Hotel Costa, 300 posti letto. È stata chiusa una transazione con la proprietà che attende ora il via libera da parte della Regione: quattro milioni di euro, attualmente congelati, andrebbero all’Ersu che si impegna a garantire un affitto da 800mila euro all’anno per sei anni. A Messina, invece, entro il 2018 dovrebbero finire i lavori alla storica casa dello studente di via Cesare Battisti (una cinquantina di posti letto), mentre nella zona del Policlinico sono iniziati i lavori (durata prevista due anni) per la realizzazione di altri 42 posti letto.

Salvo Catalano

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