A Foggia si è visto un Palermo dalle due facce Carattere e personalità i tratti del profilo vincente

In una partita di calcio ci sono due tempi. E spesso capita che le due frazioni di gioco dicano cose completamente diverse in merito alla performance e allo stato di salute di una squadra. Può succedere che il secondo tempo ribalti del tutto i giudizi, i punti di vista e le valutazioni riconducibili ai primi 45 minuti. Il Palermo dai due volti sceso in campo a Foggia ne è la prova vivente. La squadra spenta e senza idee del primo tempo, andato in archivio con il parziale di 1-0 per i padroni di casa grazie al gol realizzato al 37’ da Kragl con un potente calcio di punizione da circa trenta metri, non è paragonabile alla formazione brillante ammirata nella seconda parte del match. Il ‘primo’ Palermo ha pochi punti di contatto con il Palermo rientrato sul terreno di gioco dopo l’intervallo. Una squadra viva, consapevole delle proprie capacità e, complice il calo atletico e di concentrazione dei pugliesi, in grado di prendere gradualmente le redini del gioco creando le premesse per il primo successo stagionale.

Inevitabile, a questo punto, la domanda: il vero Palermo è quello del primo o del secondo tempo? La verità anche in questo caso sta in mezzo nel senso che, allo stato attuale, la compagine rosanero è un mix dei difetti e dei pregi emersi in maniera simmetrica nella prima e nella seconda frazione di gara. È evidente, tuttavia, che se il vero Palermo invocato da Tedino alla vigilia fosse quello dei secondi 45 minuti di ieri sera il tecnico sarebbe a cavallo e il processo di crescita del gruppo ad un punto più che buono. Al di là della capacità di reazione dopo uno svantaggio, virtù già evidenziata dalla squadra in un paio di circostanze in questo avvio di stagione, ha impressionato la personalità con cui i rosanero hanno cancellato un primo tempo deludente e la sicurezza con la quale hanno dimostrato di avere le carte in regola per dare un impulso notevole al proprio cammino. Impulso coinciso ieri con una vittoria esterna molto importante. Utile per tutta la squadra – per il morale e l’autostima di un gruppo intenzionato ad accelerare dopo i pareggi rimediati nelle prime due giornate di campionato – e soprattutto per il tecnico che aveva bisogno di una boccata di ossigeno e di un’affermazione che rendesse più solida una panchina già traballante.

L’allenatore ha avuto le risposte che cercava. Le ha avute dal collettivo in termini di grinta e di carattere dopo un avvio con più ombre che luci e, contestualmente, le ha avute da alcuni singoli. Chiamati, a titolo personale, a inviare determinati segnali. Ecco alcuni esempi: il portiere Brignoli doveva rispondere ‘presente’ dopo l’errore commesso nel match casalingo contro la Cremonese in occasione del momentaneo 1-1 e, pur non essendo esente da colpe sulla punizione vincente dalla distanza di Kragl, lo ha fatto con un paio di ottimi interventi come la parata plastica all’incrocio dei pali sfoderata al 71′ sul destro a giro di Deli, unico vero acuto intonato nella ripresa dagli uomini di Grassadonia. Il difensore Pirrello, al debutto in B con la maglia rosanero, aveva davanti un test impegnativo al cospetto di attaccanti di qualità e ha superato l’esame. E dopo la splendida rete siglata contro la Cremonese i riflettori erano puntati anche su Trajkovski, schierato a supporto di Puscas (ancora in ritardo di condizione) in un 3-5-1-1 con Falletti borderline tra il ruolo di mezzala sinistra e quello di trequartista.

Il gol decisivo realizzato al 62’ con un destro angolato da fuori area, a suggello di una rimonta introdotta al 54’ dall’1-1 firmato Salvi con la complicità di una deviazione di Camporese sugli sviluppi di una punizione ‘tagliata’ proprio di Trajkovski, certifica il momento positivo del macedone, protagonista nei giorni scorsi anche in Nazionale con un assist vincente confezionato a Pandev nel match contro l’Armenia. Trajkovski finora a Palermo si è accesso solo ad intermittenza ma la prestazione di ieri conferma che è un giocatore in possesso dei requisiti giusti per spostare gli equilibri di una partita. Il segreto della sua trasformazione è molto probabilmente la fiducia che gli sta concedendo Tedino. Tecnico che ha saputo aspettarlo e che, facendolo giocare con continuità, lo sta mettendo nelle condizioni di esprimere il suo potenziale. Tra i protagonisti del blitz vincente a Foggia, maturato in rimonta proprio come avvenuto a parti invertite al Barbera lo scorso febbraio (e a decidere il match fu un altro bolide di sinistro di Kragl), c’è anche il capitano Jajalo ma, a differenza ad esempio di Trajkovski, il numero 8 rosanero ha poco o nulla da dimostrare. Si sa, grazie ad un rendimento molto più costante rispetto al compagno di squadra, che il nazionale bosniaco in serie B può lasciare il segno e che prestazioni come quelle di ieri (soprattutto nella ripresa) legittimano la sua centralità nello scacchiere rosanero. 

Antonio La Rosa

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