Una super maratona che non ha eguali in Europa, 285 chilometri per collegare Milano a Sanremo e a percorrerli, di corsa, c’era anche lui: Enzo Tidona, vittoriese, professione parrucchiere, da cinque anni tesserato della Asd No al Doping e unico atleta a portare in alto i colori della Sicilia. È una passione immensa, non solo per la corsa ma anche per il superamento dei propri limiti, quella che mette le ali ai piedi di questo runner dei record, frutto di un amore nato circa dieci anni fa dall’esigenza di dimagrire per risolvere alcuni problemi di salute. «Pesavo 90 chili – racconta – e non mi piacevo fisicamente. Ho cominciato a fare attività fisica e corsetta e guardavo a questi grandi corridori come degli alieni, mi chiedevo come facessero a percorrere distanze simili, per me era inimmaginabile». Invece, dieci anni dopo, l’alieno è diventato lui che, da solo, per due giorni e due notti si è messo in gioco e ha tagliato il traguardo, di fronte al mare sanremese, quando mancavano pochi minuti alle 8.30 del mattino, dopo 45 ore e 19 minuti di corsa praticamente ininterrotti.
In 48 si erano iscritti, solo in 25 sono arrivati alla meta e tra questi Enzo, giunto nono. «Le gare lunghe sono quelle che preferisco. La soddisfazione che provo nel correre per più tempo non è la stessa che mi danno le corse brevi – spiega – e, in passato, più correvo e più mi rendevo conto che queste erano fatte proprio per me, mi danno maggiori emozioni, adrenalina, è tutta un’altra cosa. Sono esperienze uniche anche a livello atletico, che coinvolgono sia la sfera fisica che quella mentale e ti permettono un confronto con atleti che vengono da gare sensazionali come la Spartathlon e il Trail del Monte Bianco. Inoltre – continua – permettono di addentrarsi in paesaggi fantastici e di viverli. Mi sono più volte spinto all’estremo delle mie possibilità, anche rischiando di farmi male. Ma mi hanno insegnato che nulla è impossibile – conclude – e che la voglia di superare se stessi cresce a ogni gara e competizione».
Enzo, del resto, non era nuovo a imprese simili. L’anno scorso aveva partecipato alla Nove Colli Running, gara podistica sulla distanza di 202 chilometri che lui ha percorso in 30 ore. Anche in quel caso era stato l’unico runner siciliano a mettersi in gioco e a portare a termine l’impresa. Una preparazione atletica, la sua, fatta di alimentazione corretta e corse all’alba immerso nella natura, prima di andare a lavoro. «Se per una qualsiasi ragione mi vedo costretto a saltare una delle mie sessioni mattutine – racconta – sto male, per me sono diventate irrinunciabili, mi connettono con me stesso, mi danno la spinta per puntare al prossimo traguardo e, con l’aiuto forte e costante di mia moglie e della mia famiglia, sto già pensando ad altre imprese, e chi lo sa che non mi portino in qualche deserto».
Importante anche il messaggio che Tidona porta in ogni luogo in cui va a correre, indossando la maglia della sua società. «La mia squadra lancia un appello chiaro, che va al di là della competizione sportiva: lo sport dev’essere prima di tutto correttezza, lealtà e umiltà. Da vivere insieme a tutti gli amici. Io amo questa squadra perché supera i confini delle città e unisce sotto una stessa maglia tanti ragazzi che vogliono vivere così il podismo». E in rappresentanza dell’Asd No al doping (fondata nel 2004 come polisportiva dilettantistica per abbracciare diverse tipologie di sport tra cui hockey su prato, atletica leggera e tennis tavolo) parla il presidente Guglielmo Causarano che si dice «molto entusiasta per i risultati dell’amico Enzo» e definisce il nono posto alla Milano-Sanremo «un’opera d’arte costruita metro dopo metro. Quando si cominciano a macinare chilometri – dice – ci si prefigge di coprire distanze sempre più ampie. Enzo è tesserato da cinque anni, ma la passione per l’ultrarunning è cominciata dopo aver superato la fatidica soglia della maratona, ossia i 42,195 chilometri. Poi ha continuato a dare il massimo e anche oggi tende sempre a voler superare se stesso. L’anno scorso – ricorda Causarano – dopo la Nove Colli pensavamo che quello fosse il limite, che non avrebbe potuto fare più di 200 chilometri, e invece è uscito come un vero eroe dalla Milano-Sanremo, perché oltre a preparare il corpo ha allenato anche la mente a sostenere questo sforzo immane».
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