Un “limbo nebuloso e inafferrabile”

“Cecità è anche ostinarsi a vedere qualcosa dove in realtà probabilmente non c’è niente”? Chi avrà visitato “Cecità” si sarà posto a primo impatto questa domanda, restando imbarazzato davanti ai 21 disegni a grafite che riempiono la lunga parete sinistra del Bocs.

Realizzata da Gianluca Lombardo, docente di pittura e videoarte presso l’Accademia di belle Arti di Catania, “Cecità” è composta da tre installazioni: una fotografico-scultorea, una realizzata con 21 disegni a grafite su carta (100×70 cm) montati su tavola e una videoinstallazione a tre monitor led.

“Cecità” non è una di quelle opere che si comprendono a “colpo d’occhio”, facendo sentire lo spettatore cieco. E’ necessario capirne la poetica, fermarsi ad osservare e a meditare, a debita distanza, quel che si vede e non si vede.

“Ogni opera dovrebbe vivere di vita propria, ma siamo viziati dal vedere, pretendiamo una visione reale delle cose anche al buio, tuttavia è utile dare almeno una chiave di lettura della propria opera”- così commenta Gianluca Lombardo che abbiamo incontrato al Bocs -.

“Abituati a dare un valore alle cose in modo cieco” abbiamo accettato ben volentieri i suggerimenti che Gianluca Lombardo ha voluto darci. Scopriamo così che “Cecità” ha significati alterni e molteplici di vita e di morte e che il grigio e il nero non sono colori casuali. “E’ venuta fuori tutta la mia voglia di stare fermo e fare silenzio; dove la vita stessa sembra nascondersi e rimpicciolirsi tra le pieghe di un lenzuolo ridotto a un fagotto o nei grigi della grafite” questo è ciò che leggiamo sul catalogo della mostra e quel che ci ripete l’artista. Tutto si svolge in silenzio, le video installazioni non hanno alcun sottofondo musicale o sonoro, ci sembra quasi strano che uno dei fondatori del SSRG (Sicilian Soundscape Research Group, gruppo multidisciplinare interessato alle nuove ricerche, in campo scientifico e artistico, sul paesaggio sonoro) non abbia usato nient’altro che una sequenza di immagini. Fulcro delle tre video installazioni è un lenzuolo bianco che viene spiegato, poi ripiegato e nel monitor centrale sovrapposto, come fosse un velo. La stessa sovrapposizione che operata per velature con la grafite, consente di ottenere il grigio scuro dei disegni.  Ad agire sul lenzuolo sono le mani dell’artista che si sovrappongono ad altre parti del corpo. “Elemento degli elementi”, il corpo presente in tutta la produzione artistica, appare e si dissolve con una cadenza e un ritmo che potrebbe esprimere l’agire del tempo sul caduco corpo umano. Il lenzuolo sembra pertanto simboleggiare la vita che può ampliarsi o concentrarsi in pochi centimetri.

Cecità è quindi un piccolo “canto sull’oscurità” che fa del proprio essere “ombroso” il suo punto di forza.

“Qualcuno cercava addirittura di farsi luce con l’accendino per vedere meglio” – confida Gianluca Lombardo -. L’installazione fotografico-scultorea consiste, a tal proposito, in una serie di 15 sculture in legno nero, sorta di “scatole” diseguali aperte sul davanti. Arretrate all’interno vi sono delle foto in cui è possibile intravedere frammenti di anatomia umana, qui si palesa la tipica volontà dell’uomo che è quella di “vedere meglio” a qualunque costo. Ogni foto può “indietreggiare” non palesandosi come la maggior parte dell’arte che si espone, oscurarsi, ma anche venir fuori, nascere. “I tunnel neri” – così l’artista chiama le sculture in legno – “tornano ad essere quello che semplicemente sono: un luogo d’attesa una metafora inafferrabile e inconosciuta della vita”.

A fare da sfondo alla mostra è un “contenitore” atipico: il “Bocs” (Box of Contemporary Space).

Uno spazio espositivo diverso rispetto ai centri espositivi tradizionali. Deposito, mobilificio, magazzino, il Bocs (90 mq), è il primo “artist run space” di Catania. Nato nel 2008 è ubicato a San Cristoforo in via Grimaldi. Si tratta di un vero e proprio garage che cresce e si modifica in base ai progetti ed alle esposizioni degli artisti. Un ambiente “nudo” in cui i grigi del cemento grezzo sembrano accordarsi perfettamente alla mostra, apparentemente ostile, ma molto versatile.

Chiara Privitera

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