Incrementi a doppia cifra per il turismo a Palermo che si conferma non solo destinazione ambita da chi atterra a Punta Raisi, ma anche da chi la sceglie per trascorrere le proprie vacanze. Come confermano il boom di arrivi al Falcone Borsellino e dei numeri nelle strutture ricettive alberghiere ed extralbeghiere palermitane. In particolare, nell’aeroporto del capoluogo, nei primi cinque giorni di agosto, siamo già a + 19 per cento, circa 30 mila passeggeri in più rispetto allo scorso anno. In media, si registra un incremento del 13,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017 mentre, i dati di chiusura del mese di luglio, segnalano oltre 721mila passeggeri (record per il mese di luglio), quasi 90mila in più. Nel primo semestre, infatti, l’aeroporto del capoluogo siciliano è il secondo tra i maggiori dieci scali italiani, primo in Sicilia per crescita percentuale di passeggeri (3 milioni di passeggeri, più 16,82 per cento), dopo Napoli, e si classifica al nono posto nella top ten degli aeroporti italiani, sorpassando l’aeroporto di Ciampino (dati Assaeroporti).
Numeri, quelli degli arrivi, che quest’anno trovano conferma anche nei numeri dei turisti in città e provincia. Secondo le stime fornite da Federalberghi Palermo, le strutture alberghiere fanno segnare una crescita del 20-22 per cento nella prima metà del 2018 rispetto allo scorso anno. In controtendenza, invece, le presenze nelle strutture extralberghiere. Nel 2017, secondo l’osservatorio economico di Confartigianato Sicilia, si sono raggiunti incrementi considerevoli per bed and breakfast (+23,9 per cento), in alloggi in affitto a gestione imprenditoriale (+20,2 per cento), in agriturismi (+15,8 per cento) e in campeggi e villaggi turistici (+14,4 per cento). Quest’anno, invece, i numeri sono sempre positivi, ma non più a doppia cifra a causa di una crescita «esponenziale dei posti letto» di questo settore, nell’ordine del 35-40 per cento, come rivela il presidente del Federalberghi Nicola Farruggio.
«In questo momento l’extralberghiero a Palermo sta avendo un calo di presenze – afferma -, non per via di minori flussi ma perché i posti letto sono aumentati in maniera esponenziale. Ed è un dato che deve far riflettere: se il trend è di aprire strutture di fascia economica, la città deve porsi l’interrogativo della direzione che intende prendere. Serve una pianificazione strategica degli alloggi che al momento manca. Ci stiamo impegnando per migliorare la qualità del servizio, ci auguriamo che anche l’extralberghiero possa contribuire». Stando al Focus di Confederalberghi, nel 2017 le presenze turistiche in Sicilia si sono concentrate soprattutto in provincia di Messina (23,8 per cento) e Palermo (20,3 per cento), seguite da Trapani (15,8 per cento) e Catania (14,2 per cento). La grossa fetta di flussi turisti provenienti da altri Paesi, invece, ha superato quota 50 per cento solo a Messina (61,6 per cento) e Palermo (57,1 per cento).
La componente internazionale è sempre più consistente a Palermo (in testa francesi, seguiti da americani e tedeschi) e a Punta Raisi dove il trend in salita è oggi al 26,55 per cento, ed è conseguenza anche della maggiore offerta di destinazioni. Ma in che misura possono aver contribuito anche iniziative come Palermo Capitale della Cultura e Manifesta? «Mediaticamente hanno posto l’attenzione su Palermo – afferma Farruggio – e la concentrazione culturale di eventi nella città sta contribuendo a migliorare l’offerta complessiva, ma la sensazione è che si viva ancora di momenti isolati. Non culliamoci, la Sicilia sta andando meglio ma non parlerei di boom: ci sono altre destinazioni intorno a noi che stanno volando. Noi cresciamo un po’ col freno a mano».
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