Non si è fatta attendere la replica dell’assessorato regionale all’Energia dopo le accuse del presidente della Rap, Sergio Marino e del delegato comunale all’Ambiente, Cesare Lapiana, che stamattina, durante una concitata conferenza stampa, hanno scaricato sulla Regione Siciliana l’intera responsabilità dei pesanti ritardi con cui sta entrando in funzione l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico di Bellolampo, indispensabile a norma di legge pena lo stop al conferimento dei rifiuti.
Dagli uffici di viale Campania arriva una dura requisitoria che smonta punto per punto le tesi del Comune e dell’azienda sulla lunga gestazione dell’impianto, la cui capacità (750 tonnellate al giorno) alla fine, al netto delle ragioni dell’uno o dell’altro, risulterà beffardamente inferiore a quella ideale, a suo tempo previdentemente pianificata, invece, nel primo progetto della (ei fu) Amia, «più completo e tecnologicamente avanzato, in linea con la pianificazione regionale che prevedeva anche il conferimento dei Comuni delle Srr per 1.300 tonnellate al giorno», come ha messo nero su bianco la Rap nel suo j’accuse alla Regione. Il problema si porrà quando anche gli altri comuni dell’area metropolitana chiederanno di conferire la spazzatura a Bellolampo, facendo lievitare la capacità richiesta a quasi 1.400 tonnellate. Ma ecco punto per punto la risposta dell’assessorato guidato da Vania Contrafatto.
TMB. L’impianto di trattamento meccanico biologico è stato progettato e verificato da personale dipendente Amia e Rap in comando presso la struttura del commissario delegato Emergenza Bonifiche e Rifiuti, come pure il responsabile del procedimento; ad oggi questo personale è in servizio presso la Rap. In fase di realizzazione dell’impianto Rap ha indicato ulteriore personale per seguire lo sviluppo di costruzione e avvio dell’impianto e per effettuare l’affiancamento tecnico alla ditta appaltatrice, come previsto dal bando di gara ed utile alla formazione del personale che dovrà gestire l’impianto. Sostenere che i vertici e i tecnici della Rap (ex Amia) non conoscessero il progetto («Nè Amia nè Rap sono state coinvolte nelle fasi di progettazione e realizzazione dei lavori», scriveva stamattina la partecipata) o che non siano stati coinvolti è semplicemente falso, come dimostrano le conferenze di servizi e tutti gli atti. Il capitolato prevede che la ditta costruttrice affianchi la Rap per un anno ed è quello che sta avvenendo.
Inoltre, realizzare il Tmb era assolutamente necessario per rispettare le norme vigenti e non dover ricorrere a nuove ordinanze. Infatti le direttive europee di riduzione dei conferimenti di rifiuti biodegradabili in discarica indicano il pretrattamento meccanico biologico già dal 1999 ed in Italia tali norme sono state recepite nel 2003. La gestione quindi senza l’ausilio del Tmb è in deroga a norme e direttive europee e nazionali, nonchè all’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) della piattaforma che è datata agosto 2013. La consegna dell’impianto Tmb dalla Regione al Comune di Palermo (che poi l’ha consegnato alla Rap), effettuata il 30 settembre 2015, era indispensabile per evitare la chiusura dell’intero impianto di Bellolampo. Peccato che la Rap abbia avviato le procedure di selezione del personale solo a giugno 2015 (come si evince dai documenti approvati dal cda il 12 novembre 2015) ancorchè sollecitata più volte dalla Regione, e che non si sia dotata dei mezzi adeguati, pur sapendo che non erano compresi nel capitolato e che erano a loro carico. Rap sapeva con largo anticipo che sarebbe stata effettuata la consegna, ma si è fatta trovare impreparata, per non parlare dei ritardi per le forniture di acqua e corrente elettrica. Attualmente vi sono impianti Tmb funzionanti a Trapani, Catania, Castellana e Ragusa, oltre a quelli in costruzione.
VASCHE SATURE. Non compete alla Regione stabilire chi debba gestire le vasche sature di Bellolampo. La Regione può, come spesso ha fatto, tentare di trovare una sintesi fra le posizioni. La conferenza di servizi, recentemente convocata, non poteva essere indetta prima perché si era in attesa del pronunciamento degli organi giudiziari.
PERCOLATO. L’Autorizzazione ambientale prevedeva, per la riapertura di Bellolampo, non solo il Tmb ma anche un impianto di smaltimento del percolato. La Rap ha cassato il progetto previsto e ha deciso di adottare nuove misure, che però non sono previste nell’Aia. La volturazione dell’Aia potrà avvenire quando tutti gli adempimenti saranno stati completati.
«Non è mistificando i fatti o negando la realtà che si risolvono i problemi – commenta l’assessore Contrafatto -, specie quando si tratta di un tema delicato come quello dei rifiuti. La Regione ha sempre avuto un atteggiamento collaborativo nei confronti di tutti i soggetti istituzionali e non è mai venuta meno ai propri doveri, anzi spesso ha fatto più del necessario per colmare le mancanze altrui. Il governo regionale – prosegue -, rappresentato dalla sottoscritta, oggi è a Roma per confrontarsi con il ministero dell’Ambiente sulla questione rifiuti che riguarda tutti gli impianti dell’isola, dimostrando ancora una volta il proprio senso di responsabilità. Il dipartimento – conclude – ha convocato innumerevoli riunioni e conferenze di servizi, come si può facilmente evincere dai documenti».
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