Unipa, gli auguri degli studenti per i 210 anni «Servono organizzazione e manutenzione»

Buon compleanno Unipa. Tante candeline per l’ateneo palermitano che in questo giorno di 210 anni fa nasceva con il nome di Regia Università degli Studi, fondata dall’allora re delle Due Sicilie Ferdinando. Nonostante Palermo fosse la capitale del regno normanno e poi dell’impero tedesco, i primi corsi di studio furono introdotti solo nel ‘400 grazie agli ordini religiosi. Dal 1550 i Gesuiti aprirono la prima accademia vera e propria, trasformata poi nel 1806 nella moderna università presso la Casa dei Teatini, attuale sede della facoltà di Giurisprudenza. E proprio giurisprudenza – insieme a teologia, filosofia e medicina – furono i primi corsi, ampliati da architettura e ingegneria alla fine del secolo, con l’annessione del regno borbonico alla neonata Italia.

Un ateneo dalla storia relativamente recente, ma che ha accolto tra i suoi docenti personalità illustri del panorama italiano tra i quali Giuseppe Pitrè – che fu presidente della scuola di Lettere -, ma anche il critico d’arte Carlo Alberto Argan e il filosofo Giovanni Gentile. Nonché l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella (che il prossimo 26 febbraio inaugurerà l’anno accademico dell’Università) che, prima di intraprendere la carriera politica e nella Corte Costituzionale, ha insegnato diritto pubblico, costituzionale e parlamentare. Ma Unipa è stata anche un centro di ricerca, che ha ospitato il premio Nobel per la Fisica del 1959 Emilio Segrè. Docente a Palermo dal 1935, due anni dopo individuò, proprio nei laboratori della facoltà di Fisica del capoluogo siciliano, il tecnezio, primo elemento della tavola periodica non presente in natura e quindi prodotto artificialmente.

Un passato importante, ma che nel presente risente di mancanze organizzative. Agli ultimi posti nelle classifiche nazionali degli atenei migliori d’Italia, Unipa ha recentemente guadagnato alcune posizioni, rimanendo comunque tra le peggiori. Il perché lo spiegano gli studenti che lamentano disorganizzazione generale, soprattutto a livello amministrativo. Uno dei problemi per coloro che frequentano la facoltà di Medicina è il grande numero degli studenti stessi, tra cui molti ammessi grazie a un ricorso. Il che ha provocato addirittura un blocco didattico all’inizio di quest’anno accademico per la mancanza di aule abbastanza capienti. Gli stessi studenti lamentano inoltre anche la quasi totale mancanza di tirocini formativi. E la domanda più ricorrente resta: dove vanno a finire le tasse che vengono pagate, per altro ritenute dai più troppo alte?

E non solo. Il rappresentate del corso di Giurisprudenza Giuseppe Verrigno denuncia aule che avrebbero bisogno di manutenzione. Un fatto non isolato. L’esempio più grave è la facoltà di Scienze Politiche: il collegio san Rocco è difatti chiuso quasi totalmente dopo il crollo di un’ala nel dicembre 2013, il protrarsi delle opere di riparazione e un ulteriore cedimento a maggio 2015. Riparazioni che sono tardate ad arrivare a causa della carenza di fondi e per la mancanza di un accordo con il Comune a cui appartiene il complesso. A questo si aggiunge poi il problema della pulizia delle aule, la cui insuffiecienza è stata denunciata per esempio a Ingegneria, facoltà che però, nonostante tutto, può contare su dei laboratori per la maggioranza funzionanti.

E che dire dei docenti? Il peccato che più spesso viene loro imputato riguarda la disponibilità: secondo molti studenti, sarebbe infatti difficile riuscire a raggiungere alcuni professori per ottenere dei chiarimenti. Giuseppe C., studente di Medicina, lamenta anche un’illogicità nella creazione degli appelli ordinari: «Spesso le date di più esami si sovrappongono o slittano all’ultimo momento con un preavviso di qualche ora. Capisco che la colpa non è solo dei docenti, però spesso è difficoltoso riuscire ad adattarsi all’ultimo momento». Una tendenza, questa dello spostamento degli esami, osservata un po’ ovunque a Unipa.

Ma il profilo dell’ateneo palermitano tracciato dai suoi allievi include anche note positive. Non solo per chi, come Giorgio M., studente d’Ingegneria, sembra accontentarsi: «La facoltà è un semplice luogo di studio e nulla più – spiega – Non sono necessari ulteriori servizi e coloro che chiedono prestazioni migliori lo fanno perché aspirano a qualcosa di simile a un campus all’americana, cosa sicuramente impossibile». Vengono apprezzate le aree verdi – anche se si consiglia di migliorarne lo stato – e i parcheggi, considerati adeguati. Anche se a breve la questione potrebbe cambiare con l’introduzione di un pedaggio per accedere con il proprio veicolo. Infine, altro punto di soddisfazione generale è il Cus, il polo sportivo con un palazzetto, una piscina, un campo d’atletica e vari campetti polifunzionali, sufficienti agli studenti di tutto l’ateneo e aperto anche agli esterni paganti. Così gli studenti chiudono la loro classifica facendo comunque gli auguri a Unipa. Ma sperando che, nel breve futuro, sia l’istituzione a fare loro dei regali.

Alberto Palazzolo

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