Termini Imerese, tra Blutec e Invitalia c’è l’accordo Giunta: «Preoccupa l’assenza del ministro Di Maio»

L’ennesimo tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico, il primo per il nuovo governo gialloverde. La riconversione industriale di Termini Imerese vede per la prima volta il coinvolgimento di Lega e 5stelle. Anche se i rappresentanti politici dei due schieramenti sono risultati assenti, impegnati nella delicata fase della nomina dei viceministri e dei sottosegretari. Ieri a Roma il tavolo tecnico per Blutec ha visto presenti i rappresentati sindacali, due funzionari della Regione Siciliana (assente sia il presidente Musumeci sia l’assessore Turano), il sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta, il senatore Davide Faraone e l’onorevole Carmelo Miceli, entrambi del Pd. 

Lentamente e a piccoli passi si va verso una schiarita nella vertenza tra Blutec e Invitalia. L’accordo che prevede la restituzione del primo acconto di 20 milioni di euro sembra raggiunto: l’azienda che è subentrata alla Fiat nella gestione dell’ex stabilimento ha offerto garanzie all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. E da ciò potrebbe delinearsi anche il nuovo piano industriale, che dovrebbe prevedere il riassorbimento degli oltre 700 lavoratori ex Fiat. Sindacati e amministrazione comunale si mostrano quindi moderatamente ottimisti.

«Il direttore generale del Mise ha rassicurato che la copertura degli ammortizzatori sociali per il 2019 potrebbe individuarsi tutto sommato con tranquillità – ha spiegato il primo cittadino Francesco Giunta -. Sono soddisfatto che si sia accolta la mia proposta di organizzare il prossimo tavolo tecnico direttamente all’interno dello stabilimento Blutec a Termini Imerese, già nella prima metà del prossimo mese. Mi sarei aspettato, in occasione del primo incontro, dopo l’insediamento del nuovo governo, la presenza del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, che ha sempre dichiarato di volersi occupare della vertenza Termini Imerese, e poi alla prima occasione non si è presentato. Questa assenza ci preoccupa, appare come un segnale di scarsa attenzione verso il Sud e tutte le problematiche connesse».

Il prossimo incontro, previsto dunque direttamente a Termini Imerese, è previsto per il 18 luglio. Per quella data la speranza è che l’accordo tra Invitalia e Blutec sia definitivamente raggiunto e possa partire il confronto per il nuovo contratto di sviluppo. «L’auspicato accordo con Invitalia – spiegano i sindacalisti della Uilm Gianluca Ficco e Vincenzo Comella – è il presupposto per la prosecuzione del progetto di reindustrializzazione di Termini Imerese, ma in ogni caso subito dopo occorrono altri due passi fondamentali, vale a dire la stipula di un nuovo contratto di sviluppo, sulla base del piano industriale che verrà sviluppato entro il 30 giugno, nonché la proroga degli ammortizzatori sociali. Su quest’ultimo punto urge un intervento legislativo del governo, poiché anche nel migliore dei casi entro fine anno non tutti i 700  lavoratori di Blutec di Termini Imerese saranno rientrati al lavoro. Si tratta di un problema comune a molte altre imprese: se non saranno modificati i vincoli che sono stati posti dal d.lgs. 148 del 2015, parte del famigerato Jobs Act, andremo incontro a fine anno a un’ondata di licenziamenti».

In una nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom e Roberto Mastrosimone, segretario generale regionale Fiom Sicilia, osservano che l’incontro di ieri a Roma «significa che si scongiura il blocco del percorso di reindustrializzazione dello stabilimento di Termini Imerese, ma devono essere affrontati due punti: piano industriale alla base di nuovi investimenti pubblici e privati e piano occupazionale e relativa garanzia con gli ammortizzatori sociali». Per i sindacalisti della Fiom, «le prospettive future del piano industriale, che non possono reggersi esclusivamente sulla elettrificazione del Doblò, dovranno essere supportate dalle commesse in grado di assicurare i lavoratori di Blutec e dell’indotto».

Andrea Turco

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