Gli equilibri del teatro Stabile di Catania si mantengono fragili. E anche gli ultimi cambiamenti al vertice fanno discutere. È il caso della nomina del nuovo presidente del consiglio di amministrazione, Salvatore La Rosa, chiamato a sostituire il dimissionario Nino Milazzo. Esperto di finanza, fondatore della sede di Acireale del Partito democratico, La Rosa è il nome voluto dalla Regione Sicilia, tra i soci della fondazione che gestisce la struttura teatrale. A fare il suo nome sarebbe stato il neo-assessore regionale allo Spettacolo Anthony Barbagallo. Che ha chiesto la sostituzione, sempre a favore di La Rosa, anche di una delle componenti del cda dello Stabile, Eliana Patanè. «Il perché di questa decisione me lo chiedo ancora – racconta Patanè – Io sono stata incaricata a settembre 2013 su volere di Rosario Crocetta. Prima di adesso, mai un assessore regionale si era spinto fino a sostituire un consigliere».
Il Tsc è gestito da un’associazione che ha quattro soci fondatori: la Regione, la Provincia, il Comune di Catania e l’ente Teatro di Sicilia. Un quartetto al quale spetta la nomina dei quattro componenti del consiglio di amministrazione e del presidente. Fino a ottobre, la presidenza era stata retta dallo storico giornalista etneo Nino Milazzo, in rappresentanza del Comune di Catania. Da allora a oggi, la carica era rimasta vacante ed era stata ricoperta, pro tempore, dal vicepresidente Jacopo Torrisi, esponente del Pd in quota Regione Sicilia. «Anche io ho un passato nei democratici», spiega Eliana Patanè, consigliera anche lei di nomina regionale. Trentratré anni e un master in management dello Spettacolo alla Bocconi di Milano, «la gestione delle imprese culturali è il mio mestiere. Il mio curriculum era adeguato per quel ruolo», sostiene. Per questo motivo, quando dall’assessorato regionale sarebbe cominciato il pressing per le sue dimissioni, lei si è rifiutata di rassegnarle. «Lo trovavo inaccettabile», dice.
Il 28 dicembre, però, una lettera firmata dal capo di gabinetto di Anthony Barbagallo annuncia la «designazione del dott. Salvatore La Rosa quale componente titolare del consiglio di amministrazione, in sostituzione della dott.ssa Eliana Patanè», si legge nel documento. «Ho cercato per giorni di mettermi in contatto con Barbagallo. Quando ci sono riuscita lui mi ha risposto che era necessario mettere al mio posto un esponente del mondo bancario. Tutt’ora il motivo mi sfugge». La spiegazione, secondo Patanè, sarebbe di natura politica. «Io sono vicina al segretario regionale del Pd Fausto Raciti. Che Barbagallo non ha sostenuto al momento delle primarie, preferendo il candidato Giuseppe Lupo – afferma – Se questo fosse vero sarebbe l’ennesima dimostrazione che attorno allo Stabile di Catania si muovono interessi privati e personali». Anche perché, secondo l’ex consigliera, non spetterebbe al presidente del consiglio di amministrazione lavorare sul risanamento delle casse: «Quello per cui mi sono sempre battuta è che si assuma un coordinatore amministrativo», aggiunge Patanè.
«Da statuto il presidente deve essere una eminente personalità del mondo della cultura». Come in passato sono stati Pippo Baudo e, in ultima istanza, Nino Milazzo. «Non ho dato le mie dimissioni perché avevo voglia di far sentire la mia voce. Ma, visto come sono andate le cose, forse non volevano che io continuassi a farlo. Non avevo niente da prendere, non guadagnavo nulla perché il mio incarico era a titolo gratuito, lo facevo perché è il mio mestiere». Adesso, con la sostituzione di Eliana Patanè e la nomina di Salvatore La Rosa, i componenti mandati dall’Ars sono due. Resta, poi, la consigliera Celestina Costanzo, in rappresentanza della commissaria della Provincia di Catania. A mancare, però, è la voce che tocca al Comune di Catania. Il nuovo nome dovrebbe arrivare a breve.
Ma con la presidenza del cda andata alla Regione Sicilia, gli equilibri politici vorrebbero che il nuovo direttore artistico dello Stabile fosse un uomo di fiducia del sindaco Enzo Bianco. A rimpiazzare Giuseppe Dipasquale, secondo i bene informati, dovrebbe arrivare Giovanni Anfuso. Direttore artistico del festival iArt e regista catanese che proprio allo Stabile ha mosso i suoi primi passi. Oltre ad aver diretto – prima per il teatro Musco e poi per il Verga – lo spettacolo Foemina ridens di Pippo Fava. L’unico ostacolo apparente alla nomina «probabile» di Anfuso sarebbe un altro nome fatto direttamente da Palazzo d’Orleans: la consigliera comunale catanese Ersilia Saverino. Questa ipotesi, però, sembra essere la meno accreditata.
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