La raffica più forte mai registrata in Sicilia al suolo. Ieri sera a Novara di Sicilia, borgo tra i Nebrodi e i Peloritani, il vento ha raggiunto la velocità di 187 chilometri all’ora. Un record dal 2002, da quando cioè esiste la rete di monitoraggio del Sias, il servizio informativo agrometeorologico siciliano. Pochi minuti prima delle 20.30 è stato registrato il picco di 52,16 metri al secondo, appunto 187 chilometri orari. Battuto il record che apparteneva a San Pier Niceto, altro paese del Messinese ma sui Peloritani, dove la velocità si era fermata a circa 170 chilometri all’ora. Quella di Novara di Sicilia è una stazione molto esposta ai venti, per via dell’orografia del posto. Proprio qui nel 2013 era stata registrata un’altra raffica a 152 chilometri orari.
«Sono gli ultimi colpi di coda di una circolazione depressionaria che si sta colmando – spiega Luigi Pasotti, dirigente dell’Osservatorio Acque della Regione – rimane qualche pioggia nella parte Sud della Sicilia e venti di burrasca nei versanti ionico e tirrenico del Messinese, ma tutto è in fase di stabilizzazione». Nelle ultime ore il vento ha flagellato soprattutto Messina e la sua provincia, abbattendo decine di alberi e causando mareggiate lungo le coste con l’acqua che in alcuni casi (come sulla statale 114) ha invaso le strade. Le isole Eolie sono isolate da tre giorni. Da lunedì pomeriggio i traghetti e gli aliscafi di linea sono fermi nei porti per il mare molto mosso (forza 6-7) e per il vento. A Milazzo sono bloccati pendolari e i camion carichi di derrate alimentari.
Ma a impensierire i tecnici del Sias sono stati soprattutto i fiumi: massima attenzione in particolare alle piene dell’Himera meridionale (tra Madonie e Nisseno), del Salso nell’Agrigentino, e del Belice. «La piena c’è stata, ma fortunatamente le precipitazioni sono state abbondanti ma non straordinarie e non si segnalano casi preoccupanti», sottolinea Pasotti. Stando ai dati registrati negli ultimi tre giorni dalle stazioni sparse sul territorio, è ancora una volta l‘Etna il territorio dove ha piovuto di più. La stazione di Linguaglossa-Etna Nord segna 326 millimetri di piogge in 72 ore.
Ma a soffrire sono soprattutto le aree interne – dal Calatino alla provincia di Enna – dove i terreni erano già saturi di acqua a causa delle piogge delle settimane precedenti e dove i campi sono maggiormente soggetti a fenomeni di ruscellamento ed erosione, con fiumi di fango che hanno in molti casi invaso le martoriate strade secondarie.
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