Su Girgenti Acque l’ombra di Raffaele e Angelo Lombardo

da Salvatore Petrotto
ex sindaco di Racalmuto,
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Un fiume d’acqua collega Catania ad Agrigento. Un fiume che sgorga tra le montagne di soldi di Bruxelles e che, in Sicilia, negli uffici della Regione, alimenta il mare magnum di quei fondi europei in cui sguazzano alcuni politici, imprenditori, faccendieri, avvocati e professionisti di dubbia moralità. E anche mafiosi.

Tutti quanti ancora, allegramente, come se nulla fosse successo dai tempi delle stragi Falcone e Borsellino e prima ancora di tutte le altre decine di vittime che hanno servito lo Stato, dai Pirsant Mattarella ai Pio La Torre ai Dalla Chiesa, tentano ancora di gestire i dieci miliardi di euro messi a disposizione della Sicilia, dall’Unione Europea, alla vecchia maniera, con bandi e gare discutibili e contratti di gestione altrettanto discutibili.

L’Acoset di Catania – la società per la gestione dei servizi idrici, il cui consigliere di amministrazione dal 2004 al 2006 era Angelo Lombardo, fratello di Raffaele, il presidente della Regione – sul finire del 2007 crea una società, nell’Agrigentino, assieme ad alcuni soggetti privati ed enti pubblici (Agrigento e tutti i Comuni del consorzio del Voltano), denominata Girgenti Acque.

Su questi rapporti e tanto altro ancora si è soffermato il Maggiore del ROS (Reparto Operativo Speciale) dei Carabinieri di Catania, Lucio Arcidiacono, nel corso dell’ultima udienza del processo a carico del governatore Lombardo e suo fratello per concorso esterno in associazione mafiosa.

Un nome su tutti è tornato alla ribalta, quello dell’imprenditore agrigentino Marco Campione, attuale amministratore delegato di Girgenti Acque, nonché, con il suo 51 per cento, azionista di maggioranza di detta società, destinata a gestire per trent’anni i servizi idrici nei 43 Comuni della provincia di Agrigento.

Nelle ‘casse’ di Girgenti acque dovrebbero affluire – nel nostro caso il condizionale è d’obbligo – fondi pubblici stanziati dall’Unione Europea, per svariate centinaia di milioni di euro.

Tali ingenti previsioni di spesa pubblica a fondo perduto, in favore di Girgenti Acque, sono state possibili grazie al Governo Lombardo e, prim’ancora, attraverso un parere dell’avvocato Gaetano Armao, oggi assessore regionale all’Economia: parere, che risale al 2007, che sana ogni conflitto d’interesse e dà il via libera, con il relativo contratto trentennale, a Campione e soci.

Grazie a quel fatidico parere di Armao, infatti, nel dicembre del 2007 l’allora presidente dell’ATO idrico di Agrigento, l’attuale deputato nazionale, l’alfaniano Vincenzo Fontana, firma un contratto contro il quale presentano ricorso venti Sindaci, compreso il sottoscritto, all’epoca dei fatti, sindaco di Racalmuto.

Si tratta di una gara con un’unica società partecipante, all’interno della quale si celano, dietro il volto dell’allora amministratore delegato dell’Acoset di Catania, Giuseppe Giuffrida, i Comuni del consorzio pubblico denominato Voltano, che, in pieno conflitto d’interesse, sono componenti dell’assemblea e del consiglio d’amministrazione dell’ATO e, contemporaneamente, soci dell’azienda alla quale essi stessi affidano il servizio o, per meglio dire, si auto affidano il servizio per trent’anni!

Ricordo che, allora, viene utilizzato l’escamotage di diminuire le quote di partecipazione al capitale sociale per favorire l’unica società partecipante alla gara di cui essi stessi fanno parte. A gara aperta, infatti, i dieci Comuni soci di Girgenti Acque, seppure in pieno conflitto d’interesse, diminuiscono il capitale sociale occorrente per partecipare all’aggiudicazione. Si passa, così, con una contestatissima modifica deliberata solo dai Comuni che avrebbero partecipato alla futura gestione trentennale, dagli oltre 35 milioni previsti inizialmente dal bando a 5 milioni di euro, al fine di agevolare ulteriormente chi già correva da sola e cioè la loro Girgenti Acque!

Contro tali decisioni vengono presentati gli opportuni ricorsi amministrativi che non sortiscono alcun effetto, tanto che il sottoscritto si vede costretto, nella qualità di sindaco di Racalmuto, a presentare, all’inizio dello scorso anno, un esposto alla Procura della Repubblica di Agrigento. Roba da Totò, Peppino e la banda degli onesti!

L’operazione, lo ribadiamo, viene consacrata, con tanto di sigillo legale dall’avvocato Gaetano Armao, chiamato per l’occasione a dirimere una furibonda disputa he scaturiva da tali, palesi illegittimità commesse da quei Comuni, con Agrigento in testa, che, come detto, in pieno conflitto d’interessi, si apprestavano a gestire tutti i servizi idrici per trent’anni, con l’Acoset del catanese Giuffrida e Girgenti Acque dell’agrigentino Campione.

Si stima che gli utili della gestione di Girgenti Acque, prima nelle mani di Giuseppe Giuffrida, oggi interamente controllata da Marco Campione e da alcuni suoi soci privati, nel tempo, dovrebbero ammontare ad oltre un miliardo di euro. Grazie, anche, ai fondi europei stanziati dal Governo Lombardo del quale fa parte, in qualità di assessore all’Economia, l’avvocato Armao. Ci riferiamo allo stesso Armao che ha espresso il parere legale per garantire che, da Bruxelles, passando per la Catania di Angelo e Raffaele Lombardo, un fiume di soldi affluisse ad Agrigento, per essere gestiti direttamente, senza alcun’altra gara, da Girgenti Acque.

Adesso, proprio Girgenti Acque ed il suo amministratore delegato, presso il tribunale di Catania, oltre che in quello di Agrigento, è nel mirino anche per i suoi stretti rapporti politico-imprenditoriali più recenti ed altro ancora…

Secondo il Maggiore dei ROS, Arcidiacono, “sarebbero diversi gli appalti milionari concessi alle ditte collegate a Campione, sia sotto il governo regionale di Lombardo che prima con Totò Cuffaro”. L’attenzione del Maggiore va, soprattutto, al rapporto tra la Girgenti Acque dell’imprenditore e la Acoset, l’azienda catanese per la gestione idrica “di cui Angelo Lombardo è stato consigliere dal 2004 al 2006”.

E fin qui alcune testuali parole di un alto esponente dell’Arma dei Carabinieri, riguardanti il nostro Campione che, nel suo medagliere, annovera alcune superbe perle imprenditoriali che risalgono ai tempi di quando era legato all’ex assessore regionale ai Lavori pubblici, Vincenzo Lo Giudice.

Non ultima la condanna definitiva, relativa alla storia di una truffa nella costruzione dell’ospedale di Agrigento; o, ancora, sempre a proposito dell’ospedale agrigentino, possiamo citare il recente suo rinvio a giudizio a causa del calcestruzzo depotenziato, da lui utilizzato e che ha indotto la magistratura di Agrigento a chiederne la chiusura per pericolo di crollo!

Altre preoccupazioni e ben più gravi stanno creando particolare inquietudine negli ambienti di Girgenti Acque, di cui due suoi illustri avvocati sono stati anche consiglieri di amministrazione della società di Marco Campione. Uno dei quali, Totò Pennica, è lo sfidante di Marco Zambuto ad Agrigento nel ballottaggio di domenica 20 maggio, per ricoprire la carica di primo cittadino della Città dei Templi, nonché genero di uno degli azionisti di Girgenti Acque.

Ora a preoccupare è il collegamento tra i fatti di mafia Agrigentini e quelli Catanesi, al processo Lombardo, a seguito delle dichiarazioni del maggiore dei Carabinieri Arcidiacono.

Apprendiamo e riportiamo dal giornale ‘Grandangolo’ diretto da Franco Castaldo, quanto segue: “Tra le dinamiche ricostruite dal Maggiore del Ros, anche gli interessi criminali dietro diversi grossi appalti siciliani degli ultimi anni. Quelli di Vincenzo Aiello per il parco commerciale Tenutella – oggi Centro Sicilia – e l’apertura di punti vendita Eurospin ad Agrigento. E ancora quello per il parco tematico di Regalbuto, “un progetto per cui servivano 700 milioni di euro, 100 dei quali stanziati dallo Stato, con l’autorizzazione della Commissione europea, ma a cui erano interessate anche le famiglie mafiose di Catania e Palermo”. Appalti gestiti con un semplice sistema di spartizione: “Il 20 per cento alla mafia, il due alla politica e il resto all’imprenditoria. Nel processo a Raffaele e Angelo Lombardo è stata depositata informativa su rapporti con l’imprenditore Campione e Luigi Cilia dell’Mpa di Canicattì, uomo molto vicino, fino al suo arresto, a Vincenzo Lo Giudice’’.

Concludendo ci chiediamo: quale sarà la prossima mossa? Come faranno i nostri Campione e soci a spendere quella marea di soldi pubblici europei assegnati a Girgenti Acque nelle recenti ripartizioni finanziarie del Governo Lombardo di fronte ad un così inquietante scenario politico e affaristico?

Foto di Vincenzo Fontana (a destra) tratta da perlacittà.it

Foto di primapagina di Raffaele Lombardo tratta da belicenews.it

 

 

Redazione

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