Steve McCurry fotografa le strade di Catania In uno scatto : «Sacro e profano coesistono»

La ragazza afgana con gli occhi verdi, il suo volto infantile distrutto dalla guerra immortalato molti anni dopo, nella stessa posa. Questo lo scatto, pubblicato su National geographic nel 1985, che ha reso celebre il fotoreporter statunitense Steve McCurry. Dopo aver viaggiato attraverso i principali conflitti mondiali, l’artista è atterrato da poco in Sicilia e, in particolar modo, a Catania dove ieri ha ritratto un tipico minimarket. Com’è possibile vedere sul profilo Instagram di McCurry, il piccolo negozio che l’occhio del fotografo ha selezionato per i suoi follower sembrerebbe una delle tante attività commerciali che si affacciano su via Plebiscito, nel cuore della città popolare. 

«The sacred and the secular coexist comfortably side by side at this market in Sicily» scrive il fotoreporter, una frase che potrebbe essere tradotta con «Il sacro e il profano coesistono senza alcun problema, fianco a fianco, in questo negozio siciliano». Ad aver colpito la sensibilità del maestro, a quanto pare, una grande rappresentazione della santa patrona di Catania, Agata, che campeggia accanto ai prodotti commerciali in vendita e ai loghi del Calcio Catania stampati sul tendone del negozio. L’immagine, pubblicata nella serata di ieri, ha subito riscontrato l’apprezzamento di circa 27 mila utenti che, ogni giorno, seguono il lavoro del fotografo, ormai punto di riferimento per il fotogiornalismo a livello mondiale. 

Non si conoscono i motivi che hanno portato McCurry alle pendici dell’Etna, ma certamente non si tratta della prima volta in Sicilia. Un altro scatto, tra i più rappresentativi dell’artista, raffigura infatti un uomo siciliano con la coppola, mentre fuma un sigaro. Sul suo sito ufficiale è inoltre possibile ammirare il lavoro svolto negli ultimi anni, basato principalmente sull’attenzione nei confronti dei ritratti e, in particolare, dei volti. Dopo aver raccontato le principali guerre internazionali, tra cui Iran-Iraq, Beirut, Cambogia, Filippine, Afghanistan e il Golfo persico, il reporter si è infatti dedicato alle tradizioni europee e alle città che le ospitano. 

Mattia S. Gangi

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