Spoglio elettorale: il backstage da un seggio

Essere rappresentante di lista è più un onere che onore. Dopo la riunione in segreteria, avevo già in mente come sarebbe stata la giornata dello spoglio: avrei dovuto difendere i voti dati alla lista ed al candidato sindaco con tutti i mezzi possibili, ed appigliandomi ad ogni cavillo avrei dovuto portar voti dalla mia parte e rendere la vita difficile al “nemico”. Immaginavo la stanza dello spoglio affollata da tanti rappresentanti (viste le 31 liste), tutti animati dai miei stessi sentimenti.

Arrivo nella scuola assegnata, all’orario prescritto, ore 14:45, e mi accorgo che l’unica rappresentante di lista sono io. Mi presento agli scrutatori ed al presidente di seggio ed aspetto che arrivi altra gente, nel frattempo mi guardo un po’ intorno. Quello che vedo sono tantissimi registri, elenchi, moduli da compilare, un ammasso cartaceo da far paura. Tutti questi registri vanno compilati a mano dagli scrutatori, immaginate la fatica nell’inserire i nomi di tutti i candidati di ogni lista! Per rompere un po’ il ghiaccio mi rivolgo quindi ad uno degli scrutatori e con tono solidale gli dico “dev’essere faticoso fare tutto a mano”, l’uomo con risposta pronta e tono malizioso mi fa notare che “le cose fatte a mano sono le migliori”. Io realizzo il doppio senso, sorrido imbarazzata ed inizio a presentire che questo spoglio sarà indubbiamente sui generis. Dopo qualche altro minuto arriva la mia “concorrente”, anche lei convinta di trovare una stanza strapiena, ha trovato invece solo la sottoscritta.

Lo spoglio ha inizio intorno alle 16:00, e si comincia dal referendum. Tra i SÍ ed i NO, le schede bianche e quelle annullate, alcuni elettori siciliani hanno lasciato delle tipiche perle di saggezza scrivendo frasi quali la sempreverde “Ma andate a cagare”, il tradizionalissimo “Cornuti”, ed infine una pesante verità: “Non ne sapevo nulla, perciò votare è inutile”.

Durante questo primo spoglio si sono iniziati a delineare i personaggi di questa sorta di commedia martogliana alla quale ho assistito e partecipato. Il presidente di seggio era alla sua prima esperienza ed avrebbe voluto far tutto alla perfezione, seguendo le regole come da manuale. Sfortunatamente la povera ragazza è stata affiancata da un team che invece di aiutare non faceva altro che rendere le cose più difficili e minare il suo già instabile stato nervoso. Alla fine dello spoglio sorge un problema: ci sono dieci schede in più degli elettori segnati sui registri. Il panico totale. Dopo ore di supposizioni, di “non me lo so spiegare”, urla e crisi nervose alla fine si giunge alla conclusione che sette delle dieci persone erano gli stessi scrutatori che avevano votato in quella sezione, che non era la loro, e le altre tre persone non erano state registrate nel loro registro per errore, ma lo erano state in un altro che avevano già consegnato al comune la sera prima. Risolto questo problema ne nasce un altro: come imbustare le schede scrutinate.

Il tempo scorre, e con il trascorrere dei minuti anche la mia pazienza e quella della mia “nemica” iniziano a passare. Si dice che davanti al nemico comune anche i peggiori nemici si alleano. Nemico comune da combattere era l’ignoranza e la poca preparazione di alcuni scrutatori. Siamo spesso intervenute quindi nel dare dei consigli, dopo aver letto quel regolamento che solo la presidentessa aveva studiacchiato, ma che ahimè non riusciva a spiegare agli altri. In conclusione, l’opera di “imbustamento” con relativa compilazione di pratiche e scartoffie varie si conclude intorno alla mezzanotte. Finalmente si può iniziare a fare lo scrutinio per il quale io e la mia “amica in sventura” eravamo lì: i candidati sindaco e consiglieri comunali.

Anche qui, qualche elettore ha dato sfoggio sia della sua saggezza che delle sue doti artistiche. Inequivocabilmente la mega-scheda di 97cm si prestava ad essere utilizzata a mo’ di tela, ed il nostrano artista ci ha lasciato un gran pezzo d’arte che titolerei: “Anomino, Figure Falliche con Scritta, matita copiativa su carta grigia, Catania, maggio 2005”. Dove la frase d’accompagnamento alle figure recitava un altruista “Per tutti”.

Durante lo spoglio io e l’altra ragazza eravamo le uniche due persone che andavano d’amore e d’accordo, tra gli scrutatori regnavano invece poca collaborazione ed antipatie. Strano il destino, noi che dovevamo “scannarci” per un voto, alla fine ci siamo ritrovate a far da paciere tra gli scrutatori inferociti.

Dopo aver scrutinato le schede una prima volta per vedere i candidati sindaco, dividiamo le suddette per partito, in modo da prendere i nominativi dei consiglieri comunali. Immaginate l’immane sforzo che si deve fare nell’aprire le mega-schede e riporle sul tavolo tenendole separate ed avendo cura di non danneggiarle. Alla fine due tavoli erano coperti come da una tovaglia grigia, e poi pian piano io e la mia collega, lista per lista guardavamo se il voto era valido solo per il sindaco, sindaco e lista, o per sindaco, lista e consigliere. Insomma, un lavoretto non semplicissimo. Alle 3:00am, ho smontato dalla mia carica, lo scrutinio era ancora a metà, ma sinceramente il corpo umano ha una resistenza oltre la quale non si può andare.

Quello che ho potuto notare è che ancora la gente (soprattutto gli anziani) non hanno capito come votare. C’era chi, secondo la vecchia maniera, metteva due preferenze per partito,rendendo così il voto nullo. Altri confusi davano solo il voto alla lista o al sindaco. Una gran confusione. Le schede troppo grandi, inoltre, non hanno fatto che complicare la vita del povero elettore, gli anziani in primis. Per ripiegare la scheda in modo decente io stessa ho perso dieci minuti!!

Carte e cartaccie. C’è troppa carta, troppe scartoffie che fanno confondere sia l’elettore che lo scrutatore. Registri da compilare e buste da riempire. La carta si può stracciare e si può perdere. Questa esperienza ha fatto nascere in me un profondo odio per la scheda cartacea e non vedo la convenienza e soprattutto la praticità di questa stessa. Gli scrutatori poi, possono umanamente commettere degli errori che possono compromettere dei voti. Un metodo di votazione elettronica non sarebbe più semplice? Si risparmierebbe tanta carta, tempo e soldi.

Marina Currao

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