Spartacus-Prometeo/ Operazioni elettorali o risposte all’emergenza sociale?

DUE AVVISI NATI MALE E CHE RISCHIANO DI FINIRE PEGGIO. POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO CHE NON DECOLLANO E RISPOSTE A LAVORATORI LICENZIATI E SOSPESI CHE NON ARRIVANO. E INTANTO SI AVVICINANO LE ELEZIONI EUROPEE E LE “GRANDI MANOVRE”

Nel caos della Formazione professionale siciliana, tra disapplicazione delle leggi e strapotere della burocrazia, uno scenario politico si avvista con disarmante attualità. Il Ciapi di Priolo, ente formativo di proprietà della Regione siciliana, potrebbe trasformarsi nella cassaforte elettorale del Partito Democratico e degli amici de Il Megafono-Lista Crocetta. Un rischio o il valore aggiunto che serve al settore per uscire dalle sabbie mobili dell’emergenza legale e sociale?

Non è un caso che, con l’approssimarsi delle elezioni europee, il Governo regionale abbia accelerato, o almeno tentato di fare, l’avvio del progetto che dovrebbe erogare la Formazione professionale a circa cinquemila giovani disoccupati, utilizzando almeno mille e 500 lavoratori per un complessivo costo di trentacinque milioni di euro, per un periodo di sette mesi. Lavoratori reclutati attraverso un bando pubblico e provenienti da enti formativi definanziati o con riduzione di personale per effetto del taglio del dieci per cento del finanziamento voluto dall’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, per l’annualità formativa 2013/2014. Guarda caso l’attività formativa andrebbe a ricadere proprio nel periodo elettorale. Fatali coincidenze? Clientelismo politico? Sete di consensi e voti? O solo proclami e spot da campagna elettorali?

Lo scenario descritto non è diverso dai momenti elettorali che hanno portato precedenti Governi a gestire le elezioni con piogge di assunzioni i nel settore della formazione professionale. Cosa cambia questa volta? Sicuramente qualche nuovo elemento c’è. Intanto, le assunzioni ci sono lo stesso, basti verificare quanti lavoratori siano stati assoldati da enti formativi, vicini anche al PD, dal 2008 ad oggi. E, in aggiunta, si è precarizzato il settore, utilizzando gli operatori degli enti formativi con contratti a termine, potendone orientare la scelta politica con il tira e molla del lavoro a tempo determinato.

Restano diversi dubbi sull’impianto programmatorio del progetto Prometeo. Dubbi che sono emersi in diversi articoli sull’argomento. Perplessità che riportano agli stessi dubbi riscontrati nella gestione dell’altro progetto, Spartacus, destinato a circa mille e 800 operatori degli ex Sportelli multifunzionali.

Andiamo con ordine e proviamo a fare il punto sul progetto Prometeo.

Tra annunci e ritardi il progetto Prometeo rischia di rivelarsi un “bluff” per i siciliani. L’assessore Scilabra ha più volte annunciato, nei mesi scorsi, l’avvio del progetto formativo affidato al Ciapi di Priolo come una sorta di “toccasana” per il settore, un segnale positivo per i livelli occupazionali e per l’erogazione del servizio formativo in favore di giovani disoccupati siciliani che dovrebbero trovare una facile occupazione.

Dicevamo dei diversi dubbi sulla fase organizzativa e gestionale. Intanto, sarebbe utile capire con quali norme l’amministrazione regionale si appresterebbe a reclutare i lavoratori aventi diritto. Il riferimento va alle procedure di mobilità del personale che sembrano lontane “anni luce” dalle previsioni contenute nell’articolo 2 bis della legge n.25 del 1 settembre 1993, nel Contratto collettivo di lavoro della Formazione professionale e nella circolare assessoriale n.10/94 che disciplina proprio le procedure di mobilità attraverso il coinvolgimento della Commissione regionale per l’Impiego: massimo consesso in materia di lavoro e formazione professionale operante in Sicilia, composto da tutte le parti sociali e snobbato dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento alla Formazione professionale con l’interim al dipartimento Lavoro. E poi, dal punto di vista operativo, qualcosa non convince.

Secondo quanto dichiarato più volte dall’assessore Scilabra, non nuova a proclami ad effetto, le attività formative del Ciapi di Priolo andrebbero realizzate presso le scuole pubbliche. Scartando l’ipotesi dell’utilizzo degli istituti scolastici della scuola primaria, resterebbero gli istituti superiori che, sulla carta, dovrebbero almeno avere i requisiti minimi strutturali e logistici per accogliere il personale docente e amministrativo in un ambiente scolastico dotato anche di un minimo di attrezzature.

Si pongono però alcuni interrogativi.

L’utilizzo dei locali scolastici avverrebbe, con ogni probabilità, in virtù di una convenzione. Con quali risorse e attrezzature adeguate? Considerato che l’attività scolastica si svolge nelle ore antimeridiane, gli allievi dovrebbero frequentare i corsi a partire dalle ore 15, 00 del pomeriggio, se si vuole garantire un minimo di pulizia ad aule e laboratori utilizzati nella mattina. E tenuto conto che dovrebbero essere erogate almeno cinque ore giornaliere di lezione, tutti gli allievi che si sposterebbero da altre sedi per raggiungere la sede didattica come tornerebbero nel luogo di residenza se i mezzi pubblici scarseggiano dopo le ore 20,00? E la pulizia delle aule e dei laboratori per la mattina successiva a che ora dovrebbero essere fatti e con quali costi per tenere aperta la scuola pubblica?

Ancona: l’eventuale utilizzo del personale dipendente della scuola pubblica ospitante i corsi di Formazione professionale chi lo pagherebbe? La scuola pubblica che piange la carenza di risorse finanziarie si presterebbe gratuitamente a coprire i costi delle utenze (luce, internet, pulizia, telefono, etc.)? Dubbi e perplessità che non ha mai chiarito né l’assessore Scilabra, nonostante i continui e ripetuti spot lanciati a destra e manca, né la dottoressa Corsello che si è distinta, finora, per disapplicare leggi regionali di settore, il Ccnl e diverse norme amministrative.

Sarà utile, inoltre, conoscere quante ore formative, rispetto alle programmate, saranno effettivamente avviate e portate a compimento dall’ente formativo di proprietà della Regione siciliana. Così come interessante sarà conoscere le percentuali di nuova assunzione che dovrebbero uscire fuori dall’erogazione dell’attività formativa da parte del Ciapi di Priolo e quindi, dalla Regione siciliana. Ed infine, chi e come effettuerà la rendicontazione delle spese sostenute?

Continua a far discutere la gestione del progetto Spartacus, altra attività affidata in house providing dal Governo regionale al Ciapi di Priolo.

In tanti si chiedono da qualche tempo: quali politiche attive del lavoro si stanno attuando attraverso l’utilizzo del personale, ex sportellista, collocato presso i Centri per l’Impiego? Insistenti indiscrezioni sostengono che, in molti casi, i lavoratori sarebbero “assembrati” in una sola stanza senza strumenti di lavoro e attrezzature. Qualcuno riferisce che siano stati spesi migliaia di euro per dotare parte del personale di computer portatili senza un continuo collegamento con internet e quindi sganciati dalla rete intranet del dipartimento lavoro. Viene da chiedersi: come si starebbero gestendo i dati elaborati dalle varie sedi? La somma di circa tre milioni di euro, inizialmente destinata dal progetto Spartacus alla dotazione delle attrezzature necessarie all’erogazione dell’attività, che fine avrebbe fatto? Sarà curioso capire in sede di rendicontazione finale del progetto, cosa potrà emergere.

Per non parlare della decisione del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) che ha riammesso circa duecento lavoratori, illegittimamente esclusi dalle graduatorie provinciali del progetto Spartacus.

Considerazioni che confermano l’approssimazione con la quale sia l’assessore Scilabra che la dottoressa Corsello avrebbero gestito la fase successiva alla scadenza degli Avvisi 1 e 2 del 2010 e l’emergenza sociale ereditata dal precedente Governo di Raffaele Lombardo e amplificata dall’ingiustificato taglio del dieci per cento attuato dal giovane assessore regionale alla Formazione professionale.

Giuseppe Messina

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