Sp 119 chiusa da 13 anni, oggi il sopralluogo dei tecnici Sindaco Macaluso: «Proteste ridicole, la soluzione c’è»

«Ridicola, superflua e inutile». Durissima l’opinione di Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana, rispetto alle variegate proteste che un altro primo cittadino, quello di Polizzi Generosa, Giuseppe Lo Verde, sta portando avanti da una settimana per riaccendere i riflettori sulla paradossale vicenda della strada provinciale 119, chiusa da 13 anni. L’accampamento in tenda lungo la Polizzi-Piano Battaglia e l’incatenamento di un’ora al giorno nella piazza di Polizzi da parte di Lo Verde, insomma, non sembrano essersi guadagnate la solidarietà di Macaluso. «Sta facendo una scenata per far concentrare l’attenzione su di sé e sul suo Comune, si è svegliato dopo 13 anni ricordandosi che questa strada è chiusa, ma in realtà c’eravamo già mossi come Unione Madonie, trovando una soluzione, e lui lo sa – spiega il sindaco di Petralia Soprana -. Vuole far passare che il merito della riapertura, alla fine, sarà solo suo e di queste sue proteste?».

«Il problema – torna a dire – è stato affrontato ampiamente anche con i suoi assessori e il suo presidente del consiglio comunale all’ufficio del commissario delle emergenze idrogeologiche, proprio per programmare la riapertura della Sp 119. Oggi saremo tutti lì, lui compreso, per il sopralluogo dei tecnici. Ribadisco, ci siamo mossi noi come Unione Madonie, con i soldi dello Snai (Strategia nazionale per le aree interne) e facendo un accordo con la Protezione civile e l’ufficio provinciale per la progettazione. Non serve l’incatenamento di nessuno, né altro». Intanto, il sindaco Lo Verde non sembra voler mollare la presa, e il primo giorno di catene simboliche, ieri, ha coinvolto parecchi giovani del paese. «Riproponiamo con forza la nostra rivendicazione. Dal fronte politico ancora silenzio», dice dal canto suo. Mentre altri colleghi del comprensorio sono intenzionati a sostenere la sua presa di posizione e la scelta di alzare la voce.

«Da parte mia massima solidarietà», dice subito infatti Leonardo Neglia, sindaco di Petralia Sottana. «Al di là del caso particolare, è una cosa abnorme che una strada resti chiusa per 13 anni, ed è un caso che si inserisce nel contesto già difficile della viabilità madonita». Una solidarietà dettata non solo dai tratti paradossali della vicenda, ma dal fatto soprattutto che quella strada non riguarda soltanto il Comune di Polizzi. «C’è un disagio comune, specie nelle alte Madonie – spiega Neglia -. Un disagio legato alla situazione delle provinciali che genera difficoltà che si ripercuotono sui territori. Speriamo che il sopralluogo di oggi dia la possibilità di intervenire lì e anche di poter fare in modo che i soldi che sono stanziati e che già ci sono per porre rimedio ad alcune situazioni possano essere usati anche per aggiustare le strade e dare ai cittadini infrastrutture viarie quantomeno percorribili». Pochi mesi fa anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in qualità di sindaco della Città Metropolitana, aveva auspicato a una soluzione che, però, non comportasse il suo diretto intervento.

«Colgo l’occasione per rappresentare al ministro Toninelli la gravità delle condizioni di dissesto idrogeologico della nostra Regione e auspico che ci possa essere, d’intesa con la Regione, ogni iniziativa opportuna anche per sottrarre ai liberi consorzi e alle città metropolitane l’insostenibile gestione delle ex strade provinciali – diceva in occasione dell’incontro col ministro per le Infrastrutture -. Credo che i recenti tragici avvenimenti e i sempre più frequenti episodi di estremo maltempo, abbiano ancora una volta evidenziato che è necessario affidare a una struttura competente pubblica, quale è l’Anas, la manutenzione e la gestione della viabilità impropriamente detta secondaria, perché essenziale per la mobilità infra-comunale dell’intera Regione. Lo stato di crisi finanziaria e la mancanza di personale adeguato da parte degli enti intermedi, città metropolitane e liberi consorzi sta producendo guasti assai forti e pericoli per la stessa sicurezza dei cittadini». Da qui l’invito a occuparsi della cosiddetta mobilità minore, tenendo bene a mente come riferimento il fatto che «la situazione autostradale siciliana non subisce cambiamenti e miglioramenti da oltre trenta anni». Ma a dire la sua non è stato solo il mondo della politica. A sostenere le proteste del sindaco Lo Verde per tenere accesi i riflettori sulla chiusura della Sp 119 è spuntato a sorpresa anche il vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante.

                

«Le Madonie hanno bisogno dell’attenzione dello Stato, parliamo di una zona che ha tante risorse che spesso non sono valorizzate e che si potrebbe esprimere se ci fossero le infrastrutture adatte». Cominciando proprio dalle strade, che nel comprensorio dei quindici Comuni madoniti è in uno stato piuttosto critico da molto tempo. «La sp 119 è una via di fuga – dice il vescovo, riprendendo le fila del discorso fatto più volte dallo stesso Lo Verde -. Sistemare questo tratto darebbe respiro alla comunità intera, non solo sul piano turistico ma anche imprenditoriale». Ma viabilità a parte, il vescovo sembra avere qualche idea anche su quello che ad oggi è il fiore all’occhiello del territorio, il parco delle Madonie, che lui propone di trasformare in parco culturale oltre che naturale: «Sarebbe interessante che oltre a istituzioni e chiesa ci fossero anche le forze imprenditoriali, sarebbe una proposta vincente. Inaugurare un polo culturale significherebbe feste popolari, cucina popolare, cultura e tradizioni, produzioni letterarie, tutto un pacchetto particolare che noi possiamo offrire a chi viene a visitare le nostre zone – spiega -. Sto parlando con gli altri parroci per mettere quello che abbiamo a disposizione per far emergere tutte queste risorse. Non siamo soli, se ci mettiamo insieme qualcosa riusciamo a farla».

Silvia Buffa

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